FOLLIA A CASERTA. C’è un’altissima probabilità che sia stato Franco Biondi a redigere il 10 luglio l’atto con la data in cui era ancora agli arresti. Una proroga peraltro illegale e vi spieghiamo il perché

15 Luglio 2024 - 16:03

Questo articolo torna su quanto scritto sabato scorso, dando ulteriori informazioni in più. Visto che non è sicuro al 100% (siamo sul 99, però) che sia stato lo stesso Biondi a creare questo atto illegittimo e forse illegale, non possiamo attribuirlo per certo al dirigente, ma la data e la firma lo fanno ritenere molto, ma molto possibile. E questa è la forma. Poi, c’è anche un problema nella sostanza della determina, con una proroga scritta in maniera illegittima

CASERTA (g.g.) – Lasciamo proprio perdere le valutazioni e i giudizi sui comportamenti attuati negli uffici delle burocrazie del comune di Caserta. Cavolo, se da anni li chiamiamo cucina degli orrori ci sarà anche un perché. A nostro avviso sono fucine di illegittimità e in più di qualche circostanza anche di illegalità.

Qualcosa ci ha detto l’ordinanza che ha portato all’arresto dell’assessore Massimiliano Marzo, dei dirigenti Franco Biondi e Giovanni Natale, oltre all’iscrizione nel registro degli indagati del vicesindaco e assessore Emiliano Casale, nomi citati tra gli altri nella vicenda arcinota.

Ma chiudiamola qua, tanto è inutile far sapere cosa ne pensiamo di Biondi che già si sfrega le mani rispetto all’abolizione del reato di abuso d’ufficio, del quale la magistratura ha “abusato” spesso e che ha prestato il fianco alla citata abolizione, un qualcosa di criminogeno, come l’ordinanza appena raccontata ha dimostrato.

Allora, il nostro CED ha stabilito che il giorno 10 luglio, ovvero mercoledì scorso, il comune di Caserta ha fatto una di quelle sue operazioncine.

Mister Biondi, liberato dagli arresti domiciliari dal tribunale del Riesame, ha considerato la sua vicissitudine un semplice incidente di percorso e ha ricominciato a fare quello che ha sempre fatto. Il documento incriminato da CasertaCe (LEGGI QUI L’ARTICOLO DI DUE GIORNI FA), ossia la determina numero 697, che proroga il servizio di rafforzamento alle attività dei servizi sociali per la cooperativa Terzo Millennio, è stata creata il 10 luglio, ossia quando Biondi era in servizio.

E allora vanno scagionate, in base alle personalissime investigazioni di CasertaCe, persone dell’ufficio che, magari, il 28 giugno avrebbero potuto fare un copia e incolla di un testo sopra la firma digitale che Biondi era impossibilitato ad apporla, in quanto agli arresti domiciliari, dai quali è uscito lunedì 1 luglio, quando il Riesame ha reso pubblica la sua decisione.

Mo’ ci mettiamo un bell’avverbio, eccolo qua: ordunque, è stato Biondi, da dirigente dei Servizi Sociali, a produrre un documento predatato. Si è scordato però il problema della tempistica dei suoi domiciliari.

Vabbè, una braciola sopra, una braciola sotto, Terzo Millennio avrà ringraziato per la proroga ricevuta che gli permetterà di incassare altri 39 mila euro. Finita qui? E vai con il nostro proverbiale “seh, seh…“.

La proroga del 28 giugno, che come possiamo dimostrare è stata messa su quella data con documento creato il 10 luglio (siamo a disposizione con una dimostrazione pratica e inoppugnabile), indica la data del 26 come inizio dell’esecutività della proroga, peraltro neppure la prima garantita dal comune alla cooperativa.

Dunque, la scadenza del contratto è stata fissata al 25 giugno. Ma la legge dice che un atto può essere prorogato solo se è ancora in corso di validità e questo non lo era, visto che il 28 giugno erano già passati tre giorni dalla scadenza della proroga, così come disegnata dal dirigente Biondi.

Un affidamento in proroga non può avvenire, dunque, con atto successivo alla data di scadenza del contratto, in questo caso, ad essere precisi, con la proroga del contratto già scaduta.

Il documento porta la dicitura di “firmato digitalmente“. Per chi non conosce come funziona, esiste una pen drive o un programma, personalmente custodito da chi firma, in questo caso Biondi, che appone una specie di timbro-firma della persona. E ciò si controlla solo se il documento è in uno specifico formato che non è il classico pdf., ad esempio quelli che vedete sempre come allegati dei nostri articoli, ma uno un po’ più complicato, tipo il p7m.

Ora, se il documento di proroga fosse davvero del 28 giugno, potremmo parlare di un errore di qualcuno che ha inserito il nome o la firma di Biondi dal pc del dirigente, ma essendo il documento del comune stato creato il 10 luglio, ovvero quando il dirigente è tornato in servizio, allora ci sembra non credibile che qualcuno abbia segretamente usato la firma digitale di Biondi mentre lo stesso Biondi era presente in ufficio.

Avete visto, magistrati di Santa Maria, quanti guai combinate? Avete visto a quali acrobazie avete costretto quel poverino di Biondi? A guardar bene queste cose, al netto di un’ipotesi di falso in atto pubblico tutta da verificare e sulla quale ci riteniamo disponibili, come abbiamo già detto, ad ogni diritto di replica, ci sarebbe un abuso d’ufficio spaccato.

Ma su questo è arrivato un pacco regalo da palazzo Chigi e da Montecitorio e figuriamoci cosa possiamo vedere, affacciandoci nell’albo pretorio del comune di Caserta.