FRIGNANO. Che traffico nelle stanze del Comune! Tra l’ex sindaco e papà dell’assessora, e la “mano lunga” di De Luca. Dubbi sulla regolarità delle visite

30 Settembre 2025 - 16:18

Diversi cittadini segnalano molteplici visite da parte di alcuni parenti degli attuali assessori e consiglieri in carica, visti sostare in maniera permanente negli uffici del Comune. Primo fra tutti, l’ufficio tecnico comunale, settore del notissimo Nicola Massimo

FRIGNANO (f.b.) Non sono poche le segnalazioni che pervengono al nostro giornale su una presunta anomalia che riguarderebbe la presenza costante di congiunti di alcuni assessori e consiglieri comunali ‘coabitare’ in pianta stabile gli uffici del Municipio di Corso Vittorio Emanuele II.

Certo che, come qualunque cittadino, anche i parenti più stretti di un rappresentante politico democraticamente eletto hanno diritto a frequentare la casa comunale. Ci si augura, però, che questi ultimi entrino ed escano dalle stanze dell’ente rispettando gli orari che – come ogni altro residente di Frignano – sono obbligati ad osservare, senza dunque intrattenersi oltre le fasce orarie di ricevimento.

Tra i nomi più gettonati ci risultano ‘presenza fissa’ – stando alle voci – Vincenzo Magliulo, già sindaco di Frignano e papà dell’attuale assessora alle Politiche Sociali Katia Magliulo, e Carlo Maisto, ingegnere di professione e marito della consigliera di maggioranza Elisabetta Seguino, epico commissario per CasertaCe del Consorzio di bonifica del basso Volturno.

Ma non solo. Pare abbiano piantato radici, nella veste di sostituti degli esponenti politici ufficiali, anche Antonio Seguino, fratello dell’arcinoto vicesindaco – o sindaco facente funzioni, che dir si voglia – lo zanniniano Giuseppe Seguino, e Pietro Manzo, marito della consigliera Elena Della Volpe.

Il chiacchiericcio è giunto a noi, in maniera insistente, da risultare impossibile ignorarlo. Lo diciamo subito: non abbiamo alcuna fondatezza del fatto. Per onestà intellettuale, non eravamo lì a bazzicare tra gli uffici del palazzo municipale. Eppure tra i cittadini, chi per un motivo o per un altro, si è dovuto recare al Comune di Frignano, ammette con fermezza di aver dovuto addirittura interloquire con le persone sopracitate quando si è trattato di vedersi attuate richieste che fanno capo all’ufficio tecnico, il cui responsabile è il celeberrimo alle cronache architetto Nicola

Massimo.

Dunque, a detta di qualche frignanese, questa storia pare essere il segreto di Pulcinella. Noi restiamo a disposizione delle persone che abbiamo menzionato in questo articolo, qualora volessero replicare in merito.

Al di là di tutto, sarà nostra premura verificare la contezza di questi fatti, anche a costo di appostarci fuori al comune per ore. Se ciò che si racconta tra le strade di Frignano risultasse vero, un’interferenza così esplicita da parte di congiunti di alcuni membri dell’amministrazione di Lucio Santarpia, nelle stanze in cui si prendono decisioni chiave per la macchina amministrativa – cui cuore pulsante è proprio l’ufficio tecnico – sarebbe l’ennesima dimostrazione che questo comune, con la trasparenza, abbia poco con cui spartire.

Prima con un sindaco già dichiarato due volte incompatibile in primo grado dal Tribunale di Aversa-Napoli Nord (CLICCA E LEGGI). Poi con un rapporto capriccioso che il responsabile dell’ufficio tecnico pare avere, evidentemente, con la Soprintendenza per le province di Caserta e Benevento, dati i numerosi strafalcioni che hanno reso il paesino di Frignano un cantiere a cielo aperto; tra lavori-lumaca mai conclusi e recenti scoperte archeologiche.

E non basta. A questa – possibile – ennesima dimostrazione di incompetenza, si aggiungerebbe un’ulteriore disamina da fare, di stampo sociologico stavolta: tre dei quattro rappresentanti politici indicati in questo articolo sono donne, cui figurano delle rispettabili professioniste. Sarebbe un vero peccato constatare, come se nella nostra provincia a certi usi e costumi non fossimo abituati, che le ‘quote rosa’ di questa amministrazione non siano altro che le controfigure dei loro padri e mariti, relegate al solo ruolo di macinavoti; buone soltanto quando c’è da assemblare l’accoppiata uomo-donna vincente da scrivere sulla scheda elettorale.