VIDEO-ELEZIONI. GEO NOCCHETTI. Finalmente uno che dice che la misson principale è quella di farla finita con le promesse non mantenute, con i voti comprati e con la miserabile inesistenza di un progetto di sviluppo territoriale
21 Agosto 2020 - 13:02
Abbiamo visto e ascoltato con interesse i due video, che promuoviamo all’attenzione dei nostri lettori, del giornalista Rai candidato alle regionali con Fare Democratico
CASERTA – (Gianluigi Guarino) Geo Nocchetti, noto giornalista della Rai, da decenni prima firma della cronaca della sede di Napoli, non si è limitato a vincere facile, elaborando un video elettorale, collegato alla sua candidatura nella lista Fare Democratico in appoggio al candidato governatore Vincenzo De Luca.
Il parlare, il rivolgersi a persone che non vedi materialmente, ma che sai presenti in carne ed ossa, al punto da riuscire in qualche modo, a vedere la faccia di ognuno di loro, al di la degli obiettivi della telecamera che ti riprende, è o dovrebbe essere il fondamento, il tratto distintivo di un buon giornalista televisivo.
A dire il vero, una volta era così. Oggi, la situazione si è modificata: quella che possiamo definire, un pò generosamente e con una moderazione eufemistica che non appartiene solitamente al nostro modo di raccontare le cose, la massificazione
Nocchetti si è formato, come del resto il sottoscritto, in un passato che non ritorna, che non può ritornare, che non deve ritornare, che lui, persona di ampie vedute e solide competenze, non rimpiange ma di cui rivendica pienamente la parte buona, costituita da una scala di valori nella quale la scuola, la necessità di una dura formazione, del buon giornalismo, del “parlar fluente”, hanno rappresentato punti di discrimine irrinunciabili per stare dentro a questa professione con dignità, riconoscendone l’indiscutibile ed irrinunciabile matrice culturale, oggi divenuta indistinguibile.
Avrebbe potuto vincere facile, Geo Nocchetti, che è stato migliaia di volte davanti ad una telecamera e che, dunque, non soffre nè della sindrome dell’impaperamento, nè della paura di non trovare la parola giusta al momento giusto, per impressionare “l’invisibile in carne ed ossa” che abita al di la dell’obiettivo.
E invece, il giornalista ha scelto una strada più impegnativa, nel momento in cui ha voluto utilizzare i pochi minuti dei suoi video per rendere, in parole povere, quello che rappresenta un termine, che definire con il sostantivo “Problematica” non costituisce, per una volta, facile ricorso alla solita dispensa delle frasi fatte, delle parole che, per il modo con cui vengono utilizzate, scadono, molto spesso, anche al di la del già banale livello del luogo comune, precipitando a quello neuro-stressato del vero e proprio intercalare compulsivo.
Dunque, le promesse non mantenute, l’assoluta inconsistenza dei contenuti offerti ai cittadini-elettori in quella che dovrebbe essere l’unica mission di un politico che si candida in un’alta istituzione com’è senza dubbio la Regione Campania; e ancora, la furbesca ricerca del consenso facile attraverso varie imposture tra cui, ancora drammaticamente ben presente, quella del voto comprato fisicamente, con soldi consegnati brevi manu.
Nocchetti, dunque, antepone nelle sue due prime sortite, l’obiettivo di un percorso volto alla costruzione di una nuova consapevolezza sociale e civile, di un riscatto antropologico e sociologico che può avvenire solamente se e quando l’elettore campano e casertano riuscirà ad avvertire il proprio ruolo, la propria funzione, come parte di un tutto.
Ecco perchè Nocchetti, utilizzando l’efficace metafora delle lampare, strumento con cui vengono truffate nottetempo le alici, arriva a dire che votare per lui, significherebbe affermare un modello di partecipazione sociale e civile al processo democratico che avvicinerebbe finalmente, e questo lo aggiungiamo di nuovo noi, l’Italia, il Sud e nel caso specifico, la Campania e la provincia di Caserta, al grado di civiltà espresso da società mittle europee, evolute, ricche e prospere perchè prima di diventarlo da un punto di vista materiale, sono state ricche e prospere nell’amore per la democrazia, da custodire, alimentare e migliorare costantemente, nella piena consapevolezza del ruolo attivo che un cittadino-elettore ha il dovere di esercitare.
Nocchetti utilizza con giustificato orgoglio, una esperienza di tipo personale, quella dei suoi figli, entrambi affermati in campi totalmente diversi dal giornalismo, segno preciso di rinuncia e rivolta nei confronti di un’altra sopravvivenza feudale del nostro Sud familistico, bamboccione, ancor prima che clientelare, come si può ancora oggi constatare anche negli ambienti delle cosiddette classi dirigenti, vedi Università, in cui il pensiero ormai debolissimo del diritto di casta sopravanza quello della meritocrazia.
“Non prendete i soldi; anzi, se ve li offrono, registrate tutto e andate dai carabinieri; anzi, se avete timore di farlo, consegnate le registrazioni a me e ci andrò.” Insomma, il collega Nocchetti fa un’operazione seria, a nostro avviso, perchè l’invito a votarlo è espresso, nella sua parte esplicita, in maniera sommessa, mentre diventa eloquente il processo logico che può portare un cittadino della provincia di Caserta a votarlo, potendo però questo accadere alla fine di una piena condivisione del nuovo modello culturale che Geo Nocchetti rivendica.
Ora, facendo anche un pò di prosa, chi scrive, di tutto può essere tacciato, fuorchè di corporativismo. Nei momenti più duri della mia contrapposizione con l’establishment dell’Ordine a cui appartengo, ho detto chiaro e tondo che le tante intimidazioni ricevute dagli organismi interni ad esso, mi avrebbero indotto, una volta o un’altra, a strappare la tessera professionale e a cestinarla in uno degli uffici che insistono al quarto piano di via Cappella Vecchia in Napoli.
Mi ritengo orgogliosamente un liberale e un anti corporativo combattente. Dunque, questo non può essere “un tempo sospetto” relativamente alla mia decisione di assumere una posizione per un collega che tutto sommato a quell’establishment appartiene ma per dentro al quale spesso si sente scomodo.
E d’altronde, serio positivismo è quello che valuta i concetti espressi, in questo caso i miei, per quello che sono, per quello che esprimono, prima ancora per chi li manifesta. E allora, dico forte e chiaro che di fronte a tutto quello che stiamo ascoltando nella campagna elettorale già in corso, il messaggio di Nocchetti diventa impietoso per i suoi competitors, ma allo stesso tempo offre una speranza, mettendosi in gioco con impegni di rinnovamento, difficili da mantenere in un sistema storicamente bloccato da valori opposti a quelli citati dal giornalista.
Lui parla, e parla bene, perchè, a differenza di tantissimi altri candidati, conosce l’analisi grammaticale, l’analisi logica e la sintassi del periodo, in maniera totalmente differente rispetto a tutto ciò che abbiamo sentito, letto in questa, ma anche in precedenti, campagne elettorali. E non pensiate che un fatto del genere non possa incidere sulla qualità dell’azione di governo della Regione Campania, dove, se mandi una persona molto preparata non avrai la certezza, ma sicuramente potrai nutrire qualche speranza su un approccio serio ai problemi di tutti.
Beh, una proposta del genere andrebbe quantomeno approfondita e andrebbe data, a mio avviso, la possibilità a Geo Nocchetti sicuramente in grado di concepire un’idea, estraendola da un bagaglio culturale e professionale evidenti, di dimostrare di essere anche in grado di lottare fino alla morte per realizzarla in tutto o in parte.