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GUERRA E CHIESA. Il processo tra il prete e l’ex finanziere va avanti: ecco cosa è successo

8 Febbraio 2023 - 13:43

CASALUCE – La Ottava Sezione del Tribunale del Riesame di Napoli ha accolto il ricorso del Pubblico Ministero del Tribunale di Aversa-Napoli Nord, Francesco Persico.

Misura cautelare reale, dunque, per il maresciallo in congedo della Guardia di Finanza Giuseppe Carione, ex presidente del Comitato festeggiamenti del Santuario di Casaluce. Per lui il Pubblico Ministero aveva chiesto gli arresti domiciliari, ma il Giudice delle Indagini Preliminari l’aveva rigettato.

Ora la situazione si capovolge completamente e la situazione dell’ex maresciallo cambia. Mesi fa, i carabinieri della stazione di Teverola comandati dal maresciallo Amedo Scialdone sequestrarono il conto corrente bancario intestato a Giuseppe Carione, finito sotto processo per diverse ipotesi di reato.

Parte offesa un noto prete di Casaluce sottoposto a una presunta azione di stalking, da parte dell’ex militare accusato di estorsione, appropriazione indebita e di violenza privata.

Il pubblico ministero del Tribunale di Napoli Nord, Francesco Persico, dopo 12 mesi di indagini, di acquisizione di documenti e disposto il sequestro del conto corrente intestato all’ex maresciallo in congedo gli ha notificato l’imputazione.

Ora l’ex militare dovrà’ decidere se presentarsi in sede di udienza preliminare per essere sentito come imputato, accompagnato dal suo difensore, l’avvocato Alfonso Quarto, mentre il prete di Casaluce si costituirà’ parte civile con gli avvocati Raffaele e Gaetano Crisileo

che, a seguito delle loro querele, nell’interesse del prelato da loro assistito, hanno dato avvio al procedimento giudiziario a carico del militare Carione.

Accolte, al momento, in piene le tesi dei difensori avvocati Crisileo che rappresentano il rettore di un santuario di Casaluce, che, esasperato dai comportamenti continuamente vessatori dell’ex sottufficiale, attraverso i suoi legali di fiducia, depositava sei querele contro Giuseppe Carione.

Le indagini sono state condotte dal comando stazione carabinieri di Casaluce guidato dal maresciallo Adamo Scialdone. Pesanti le accuse nei confronti di Giuseppe Carione: i reati contestatigli dalla Procura normanna vanno dall’estorsione all’appropriazione indebita, dallo stalking e atti persecutori alla violenza privata.

La storia inizia più di un anno fa, quando il maresciallo Carione non accettò di essere stato rimosso dalla carica di presidente delegato del comitato festeggiamenti della Madonna di Casaluce e iniziò a porre in atto una presunta persecuzione a carico del prete.

Carione avrebbe fatto affiggere manifesti per la città di Casaluce, poi moltissimi esposti e lettere, indirizzate a tutte le Autorità civili e religiose a vari livelli, tutti dai contenuti calunniatori che non esitò a inoltrare alla competente Procura della Repubblica: tutte le sue denunce vennero poi archiviate.

Il prete di Casaluce da oltre un anno si sente sfinito da questi atteggiamenti persecutori posti in essere continuamente ai suoi danni – che gli creano ansia, sofferenza, malessere e continuo stress – per cui è costretto a ricorrere alle cure dei medici, a ricoveri ospedalieri, non riuscirebbe più a dormire in canonica e cosi via.

Alla fine il presbitero si rivolge alla magistratura tramite i suoi avvocati, Raffaele e Gaetano Crisileo, che riescono ad ottenere dal pubblico ministero il sequestro del conto corrente del disciolto comitato festeggiamenti del quale il Carione si sarebbe appropriato non volendo consegnare i soldi lì depositati al prete.

Ciò nonostante, il comportamento dell’ex militare pare voler discreditare il sacerdote dinanzi ai fedeli e inoltra un ricorso d’urgenza al giudice civile anche questo rigettato. Il presidente Rabuano lo ha anche condannato al pagamento delle spese per un ammontare di 5000 euro