La Prefettura fa ancora un assist alla Provincia. Niente interdittiva e appalto da 60 mila euro in un liceo a un’altra impresa (secondo la Dda e un Gip) vicina alla camorra

11 Agosto 2023 - 19:59

Co.Bi., Cogesa, Pezzella, Petrillo. Sono tutti casi di imprese o imprenditori ritenuti connessi alla camorra che, nel frattempo, vengono premiate da gare e affidamenti diretti della Provincia di Caserta. Discutibile, certo, ma nulla di illegittimo, fino a quando il prefetto Giuseppe Castaldo non attiverà procedure rispetto a queste aziende

CASERTA (l.v.r.) – L’ultima informazione disponibile che abbiamo per quanto riguarda i fratelli Palmese è datata 31 maggio scorso, ovvero quando, in un articolo dedicato al processo sugli appalti, tra cui quelli lucrosissimi di Rete Ferroviaria Italiana, ad appannaggio di ditte legate al clan dei Casalesi, un procedimento che ha come figure apicali Nicola Schiavone e Dante Apicella, i nomi di Fioravante Palmese e Raffaele Palmese erano emersi come soggetti imputati, rinviati a giudizio.

Nell’ordinanza nel maggio 2022, che aveva portato all’arresto di 34 persone, c’era, però, un altro Palmese: Gennaro. Ma il tribunale di Napoli non ritenne necessario l’arresto e la reclusione domiciliare, come invece avvenuto per Fioravante e Raffaele, molto presumibilmente scarcerati da tempo, e la sua posizione dovrebbe essere stata archiviata.

Secondo la Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli, Gennaro, Raffaele e Fioravante Palmese, tutti e tre imprenditori residenti a Casal di Principe, tramite le loro società avrebbero compiuto il reato di riciclaggio di denaro.

Un trasferimento di somme ingenti da un’azienda all’altra che, secondo sempre i procuratori dell’antimafia, avrebbe agevolato il clan dei Casalesi.

Le società dei Palmese coinvolte sono la DAGI costruzioni srl, la PRG Costruzioni sas e la Antonio & Antonio Costruzioni srl, la prima con sede legale a Frattamaggiore, la seconda a Casal di Principe, la terza, cioè Antonio & Antonio, a Casal di Principe in uno stabile di proprietà di Dante Apicella, in via Parroco Gagliardi 131.

Il riciclaggio avveniva, sempre secondo la Dda, secondo il sistema del cambio assegni: da un lato ci sono le aziende dei Palmese, e dall’altro lato una serie di società di appoggio. Le prime emettono i titoli, le seconde consegnano il corrispettivo in danaro contante.

Noi, oltre che ai Palmese, anche le loro società non vedevamo da un po’, fino a quando non abbiamo aperto la determina 1747 dell’otto agosto 2023, pubblicata dall’amministrazione provinciale di Caserta.

In questo atto dell’ente, guidato dal presidente Giorgio Magliocca, si dispone il pagamento in favore della ditta Antonio & Antonio Costruzioni S.r.l. della somma di 21 mila euro, come prima tranche dei 61 mila e 686 euro che sono il fulcro di un affidamento per il rifacimento parziale della pavimentazione interna liceo Fermi di Aversa che l’amministrazione ha fatto nei confronti della società di Fioravante Palmese, la citata società che sarebbe stata utilizzata per riciclare denaro e favorire il business del clan dei Casalesi.

La procedura di gara è avvenuta tramite la cosiddetta procedura negoziata, ovvero l’ente, la Provincia, invita una serie di ditte, qui sono trenta, scelte dall’interno delle imprese di fiducia, e la società che presenta l’offerta migliore si porta a casa la commessa.

Ora, chiaramente, ci verrebbe da chiederci come sia possibile che, dopo la Cogesa, che per la Dda cambiava gli assegni per la camorra, dopo Co.Bi., ritenuto dai pm antimafia controllata dal ras dei Casalesi Fabio Oreste Luongo, dopo la Gruppo Petrillo sas, degli omonimi fratelli Petrillo Pacchielli, anche loro arrestati il 3 maggio come riciclatori della camorra, dopo il caso di Raffaele Pezzella, arrestato e sotto processo perché accusato dalla procura di Benevento di aver pagato una tangenti ad un ignoto dirigente provinciale, ancora una volta, tra gare, garette, affidamenti diretti e simili, una società fortemente invischiata in casi processuali relativi ad appalti, clan dei casalesi e procedure truccate, veda il suo nome uscire vincitore nelle procedure bandite dalla Provincia di Caserta.

Questa inquietante catena di incarichi lascia pensare, ma, qui, il problema è un altro. Questo affidamento è un atto illegale? No. La Provincia di Caserta ha fatto quello che la legge le consente di fare. E’ discutibile, è criticabile, non c’è alcun dubbio, ma non possiamo scrivere che sia illegittimo.

Questo è stato possibile perché la prefettura di Caserta ha ritenuto di non dover cancellare la Antonio & Antonio Costruzioni S.r.l. dalla white list, ovvero dall’elenco delle imprese che non hanno subito condizionamenti mafiosi e che quindi possono stipulare contratti con la pubblica amministrazione.

Ora, che una società legata a tre fratelli imprenditori, con sede in uno stabile di proprietà di Dante Apicella, figura apicale nel settore degli appalti e delle gare controllate dal clan dei Casalesi, accusata di riciclaggio di denaro a favore della camorra per anni, non abbia ricevuto un’influenza dall’organizzazione mafiosa, può essere argomento di discussione. Si può avere la propria opinione, il proprio punto di vista.

Evidentemente, per l’ufficio che rappresenta il governo nazionale nella nostra provincia, guidato dal prefetto Giuseppe Castaldo, la Antonio & Antonio non ha subito alcun condizionamento e non è a rischio infiltrazione camorristica.

Va aggiunto un ultimo particolare interessante: l’iscrizione dell’Antonio & Antonio, avvenuta il 5 maggio 2021 alla white list è scaduta il 4 maggio 2022, come legge prevede (dura un anno) e, caso vuole, il giorno successivo all’arresto del titolare.

Evidentemente, la società dei Palmese ha fatto richiesta di restare nella white list, visto che, come potrete leggere in calce all’articolo, la comunicazione viene definita come in aggiornamento.

L’impresa che vuole permanere in questo fondamentale elenco, deve comunicarlo alla prefettura 30 giorni prima della scadenza dell’iscrizione, allegando una serie di documenti, tra cui le autocertificazioni aggiornate rese da ciascun soggetto sottoposto a verifica ai sensi dell’art.85 del Codice Antimafia relative ai familiari conviventi.

L’aggiornamento non comporta la cancellazione dalla white list in questo periodo di latenza, di attesa, ma l’esclusione dall’elenco è possibile solo grazie alla decisione della prefettura ma, come detto, secondo quella di Caserta non c’è stato alcun condizionamento camorristico sull’impresa dei Palmese.

QUI SOTTO L’AFFIDAMENTO ALLA ANTONIO & ANTONIO, I CAPI DI IMPUTAZIONE DEI TRE FRATELLI PALMESE (LA POSIZIONE DI GENNARO E’ STATA ARCHIVIATA, PRESUMIBILMENTE), LA PRESENZA DELLA SOCIETA’ NELLA WHITE LIST DELLA PREFETTURA DI CASERTA

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