IL FOCUS sul nuovo Piano Ospedaliero. Policlinico: prima il baronato napoletano suda freddo, poi la previsione sui tempi scatena la ola

4 Gennaio 2019 - 18:52

CASERTA – Le intenzioni sono buone, ma di intenzioni purtroppo solo pie è lastricata la strada accidentata, tanto lunga quanto apparentemente senza sbocco, del nuovo Policlinico Universitario di Caserta.

I contenuti del nuovo Piano Ospedaliero Regionale sono pieni di prospettive ma anche di un’affermazione inquietante.

E questo non perché viene sancito che la promessa del governatore Vincenzo De Luca, che titolammo con un “Questa ce la segniamo” sull’apertura entro l’anno 2019, è totalmente sfumata.

D’altronde, questo si è capito da tempo, da quando cioè, l’azienda “Condotte Romane”, titolare dei lavori della struttura, è finita a gambe all’aria salvo poi rigenerarsi in una ristrutturazione e in un salvataggio da un fallimento incipiente.

E neppure rappresenterebbe un grande problema il fatto che nel piano ospedaliero viene messo nero su bianco che i tempi di apertura si allungheranno.

Ecco, invece, dove sta il problema.

Di quanto si allungheranno? La vaghezza è a dir poco inquietante: “Si può ragionevolmente prevedere che l’apertura del Policlinico di Caserta non potrà vedere la luce se non tra qualche anno”.

“Qualche”: volendo fare un gioco di parole consolatorio, si tratta dell’aggettivo indefinito per definizione.

Insomma, il baronato universitario napoletano che, soprattutto negli ultimi anni, tiene totalmente sotto tutela i processi evolutivi dell’università casertana (dove ha piazzato, fondamentalmente, eredi diretti, consanguinei verticali o laterali, spesso autentiche schiappe) può dormire sonni tranquilli, accogliendo con una risatina sardonica quel passo del Piano Ospedaliero in cui viene scritto che il nuovo Policlinico vedrà la luce tra qualche anno.

Per il resto la descrizione degli obiettivi è minuziosa: “L’apertura del Policlinico di Caserta, con i suoi 350 posti letto, permetterà di far redistribuire le richieste della macroarea napoletana. La previsione di utilizzo è quella di una struttura universitaria con didattica, ricerca e assistenza, che riceverà, all’atto dell’apertura, le Uoc della Vanvitelli“.