IL NOME. Abusi sessuali su una studentessa, finisce sotto processo il genitore che aggredì e ferì il vicepreside
26 Maggio 2024 - 11:00
Due i procedimenti che presero il via dopo l’aggressione subita dal prof Giuseppe Morelli. Per gli inquirenti quelle molestie non ci sono mai state: chiesta l’archiviazione
SANTA MARIA CAPUA VETERE. Un genitore rinviato a giudizio per violenza privata, lesioni a pubblico ufficiale ed interruzione di pubblico servizio ed una richiesta di archiviazione per le presunte molestie sessuali ad una studentessa da parte di un insegnante della scuola media Gallozzi di Santa Maria Capua Vetere.
Due i procedimenti, dunque, che si sono sviluppati da quell’aggressione, avvenuta pochi giorni prima della chiusura della scuola per le vacanze di Natale 2023, nell’istituto sammaritano. Dopo l’aggressione subita dal vice preside Giuseppe Morelli da parte del gruppo di genitori, fu proprio il dirigente della Gallozzi, Giuseppe Mingione, attraverso l’avvocato Gianluca Giordano, a sporgere denuncia direttamente alla Procura della Repubblica per far luce sull’accaduto. Seguirono le indagini della polizia del commissariato di Santa Maria Capua Vetere sia sulla violenza dei genitori contro Morelli che sulle infamanti accuse che questi ultimi muovevano.
Mingione, onde tutelare la rispettabilità e l’onorabilità dell’istituto Gallozzi e far luce su quanto realmente avvenuto, a differenza di quanto accade spesso, ha voluto che le forze dell’ordine indagassero sugli avvenimenti. Proprio quelle indagini della polizia hanno dimostrato che non ci fu nessuna molestia o abuso sessuale sulla studentessa. Di qui la richiesta di archiviazione.
Dall’aggressione, ovviamente, scaturì anche la denuncia del vice preside Morelli, assistito dall’avvocato Gaetano Crisileo, contro quel gruppo di genitori bellicosi che si erano recati quel giorno a scuola con l’intento di “farsi giustizia da sé”. Uno solo di loro è stato rinviato a giudizio: si tratta di Giuseppe Di Maro, padre di un’alunna della Gallozzi (ma non di colei che avrebbe subito le molestie). Fu Di Maro a sferrare il pungo al prof Morelli, provocandogli una lesione gravissima ad un occhio e facendolo precipitare dalle scale dell’istituto. Sarà dunque Di Maro a finire, a breve, davanti al magistrato.
Volendo ripercorrere gli eventi, ricordiamo che, quel 19 dicembre, non uno, ma almeno 10 genitori inferociti, si presentarono nel plesso di viale Kennedy: diedero vita ad una vera e propria caccia all’uomo, bypassando i collaboratori scolastici e aprendo le porte delle aule, in cui gli alunni stavano ancora facendo lezione, alla ricerca del presunto professore-molestatore. Alcuni genitori preferirono attendere fuori scuola, altri, invece, come Di Maro, non si fermarono davanti a nulla e, quando davanti a loro si presentò il vice preside Morelli, accorso dopo aver sentito le urla provenienti dai corridoi, Di Maro gli sferrò un pugno in pieno viso, facendolo cadere lungo le scale che dal primo piano dell’istituto, portano al pian terreno.
Il dirigente Mingione, entro 24 ore all’accaduto, denunciò gli aggressori del povero prof Morelli che aveva semplicemente cercato di fermare i genitori che, noncuranti delle lezioni in corso, si affacciavano alle porte delle singole aule, alla ricerca del docente che, secondo loro, avrebbe molestato una giovanissima.
Nell’interesse della scuola, degli studenti, del corpo docente e del personale scolastico, Mingione presentò la denuncia-querela per accertare la verità , sottolineando che mai erano pervenute alla scuola richieste di intervento per presunte molestie sessuali. Nonostante ciò fu proprio il preside a chiedere un’indagine immediata e l’odierna richiesta di archiviazione dimostra che mai abuso, molestia o palpeggiamenti ci furono.
Ecco cosa scriveva il preside Mingione a poche ore dall’aggressione subita dal suo vice:
“Si pregia rappresentare che entro 24 ore dai predetti accadimenti il dirigente Giuseppe Mingione ha provveduto: ad acquisire dichiarazioni scritte dai soggetti presenti; a presentare una denuncia querela per accertare la verità rispetto a quanto accaduto, direttamente alla Procura della Repubblica di S. Maria C.V. Non sono MAI pervenute richieste di intervento per presunte molestie sessuali all’Istituto e, nonostante ciò, con la predetta denuncia del 20 dicembre u.s. si è provveduto a chiedere un’indagine immediata rispetto alle voci pervenute. L’interesse del Dirigente è principalmente quello di tutelare i propri alunni, i Docenti dell’istituto, il personale Ata e tutti i genitori, colpiti da questa vicenda inaccettabile che è al vaglio degli inquirenti. Il Prof. MORELLI, che gode della stima e dell’affetto del Dirigente, di tutti i Colleghi, di tutti gli alunni, di tutto il personale ATA, di tutti i genitori, risulta essere unicamente una vittima di un’aggressione violenta, inspiegabile ed inaccettabile che verrà punita nelle sedi opportune. E’ impensabile che si possa entrare in un Istituto scolastico, interrompere le lezioni ed aggredire un docente. Il Dott. MINGIONE confida pienamente nella Magistratura che, certamente, saprà far luce sulla deplorevole aggressione subita dal professore, alla presenza dei suoi alunni, durante l’orario scolastico e su tutto ciò che è oggetto della sua denuncia. Confida che le indagini vengano svolte celermente e che torni al più presto un clima sereno all’interno della scuola Gallozzi. Istituto che, è giusto ricordare, si è sempre contraddistinto per l’alta professionalità dei suoi docenti e per la qualità dell’offerta formativa”.