Il pentito: “Petillo sparò a Sebastiano Caterino ma fui io a freddarlo con un fucile a pompa”
11 Luglio 2019 - 16:23
CASAL DI PRINCIPE – (Tina Palomba) E’ stato il pentito Bruno Lanza a raccontare in aula in videoconferenza della Corte di Assise a Santa Maria Capua Vetere altri particolari sul delitto di Sebastiano Caterino, un omicidio, su cui, a distanza di 16 anni, continuano ad emergere nuovi coinvolgimenti nella partecipazione diretta a quella efferata esecuzione avvenuta nei pressi dell’Anfiteatro Campano il 31 ottobre del 2003. Lanza inchioda Francesco Zagaria, alias Ciccio e Brezza, l’imprenditore finito sotto accusa in questo procedimento (per associazione camorristica ed è l’unico indagato per il delitto Caterino) insieme all’ex sindaco di Capua Carmine Antropoli, (agli arresti domiciliari a Rivisondoli), ad Armando Porciello, 47enne di Capua; l’ex consigliere comunale Marco Ricci e l’ex assessore Guido Taglialatela accusati invece a vario titolo di presunti collegamenti al clan per scambi di favori elettorali.
Lanza ha raccontato: “Sapevo che lo specchiettista si chiamasse Ciccio ma poi solo da Vitolo ho saputo che si trattasse di Francesco Zagaria. E’ lui che avrebbe avvisato dei movimenti di Caterino Sebastiano prima dell’agguato. Gli appostamenti ricordo vennero fatti all’interno di un’abitazione di un’anziana nei pressi del ponte dell’Alifana. Appena tornò da casa di Salvatore Amato, lo bloccammo all’interno della sua auto. Il primo a sparare fu Petillo poi sono sceso io dall’altra auto, l’Alfa 166, con fucile a pompa ed ho freddato Sebastiano Caterino”.
Il processo è stato aggiornato a settembre per ascoltare i pentiti Panaro, Schiavone e Natale.