IL RETROSCENA. Elezioni regionali: la mossa di Martusciello su Nicola Caputo, l’intelligenza strutturale di Fulvietto che farebbe a meno di Zannini, se non fosse per Mr. Eminflex Silvestro
19 Agosto 2025 - 20:08

Del coordinatore regionale di Forza Italia si può dire di tutto e noi ne abbiamo dette di cotte e di crude da un anno a questa parte, ma non si può dire che non possegga il dono di un cervello molto sviluppato. Lui sa bene che alla luce dei suoi problemi giudiziari di Bruxelles, e dei problemi giudiziari di Zannini, allevati ogni giorno con contadina perseveranza da CasertaCe, la situazione rispetto al tempo dell’accordo stipulato per le elezioni europee, è profondamente cambiata. Ma vallo a spiegare al venditore di materassi che in Forza Italia, però, è un che conta e che oggi Martusciello non è più in grado di mettere sugli attenti
CASERTA (g.g.) – Conosciamo bene Fulvio Martusciello. Lo conosciamo da trent’anni. Ha una montagna di difetti ma è una persona dotata di rara intelligenza.
Da questo giornale ha preso solenni bastonate, soprattutto da quando ha stipulato un patto con Giovanni Zannini, che noi consideriamo non in quanto persona, ma in quanto personaggio pubblico, un’autentica patologia acuta della politica in provincia di Caserta.
Martusciello è un cinico. D’altronde ha fatto il politico-politicante e non l’operatore della Caritas o il giornalista di CasertaCe. Quando si muove, noi che lo conosciamo dal 1994, sappiamo esattamente dove vuole arrivare.
Il suo tipo di intelligenza è quella velocità di interpretazione dei fatti e di azione collegata agli stessi. Non è un riflessivo, nel senso che si pone un obiettivo grande ma uno solo, e non sta lì a pensare a cosa succederà dopo il suo raggiungimento. Insomma, un cinico geniale, ma non lungimirante.
Anche grazie all’alleanza con Giovanni Zannini ha raccolto più di 100mila voti di preferenza alle elezioni europee del 2024. Ma da allora, sono successe un po’ di cose, sia a lui che a Zannini. La procura belga lo ha indagato per la nota vicenda del presunto lobbismo illegale a favore di una grande azienda di telecomunicazioni cinese. Si tiene su con il morale, ma sa anche che in autunno non sono prevedibili le mosse dei magistrati di Bruxelles.
Martusciello ha interpretato bene, come sempre gli capita, il guaio giudiziario in cui è incorso Zannini. Ha capito che la perquisizione e gli avvisi di garanzia ricevuti dal mondragonese, accusato dei reati di concussione e corruzione, hanno un diverso peso specifico e dunque non sono assimilabili ai guai giudiziari che hanno coinvolto altri consiglieri regionali.
Martusciello ha capito che la percezione maturata da parte di una magistratura, finalmente liberata da certe sue componenti tossiche, nei confronti di Zannini, ha un connotato speciale. A questo aggiungiamoci, che come noi conosciamo Martusciello, Martusciello conosce bene noi, e sa benissimo che ha di fronte persone perbene, che hanno fatto una scelta diversa dalla sua, ma di cui ha potuto apprezzare la moralità contadina sin da quando, nel 1994, ha camminato insieme a loro, a partire dai primi mesi della sua esperienza da coordinatore provinciale di Forza Italia. E siccome è intelligente ha capito anche che, al netto dei capelli bianchi, il nostro cervello e la nostra mentalità sono rimaste le stesse di Vico Noce, cioè del luogo che il sottoscritto e Martusciello teniamo ben impresso nella nostra memoria.
Sa, in sostanza, Martusciello, che come i contadini cocciuti e risoluti, noi non molleremo mai, fino alla morte nella nostra battaglia che non è contro Zannini ma contro un’illegalità di cultura che la figura di Zannini ha trasformato in quintessenza. E né il tempo potrà, in nessun modo, ridurre, emendare, il nostro punto di vista sul suo alleato mondragonese. Una cosa è essere indagato, stando sul giornale una volta ogni tre mesi, un’altra cosa è essere indagato stando su un giornale come il nostro che, per dirla alla Troisi è “povero ma onesto”, per tre volte al giorno.
Siccome Martusciello possiede un’intelligenza molto più ampia, rispetto a quella di Zannini, dipendesse da lui, solo da lui, eviterebbe, proprio per tutte queste ragioni esposte fino ad ora, di candidarlo alle regionali sotto le insegne di Forza Italia. Ma Martusciello ha un problema che si chiama Francesco Silvestro, che noi ci possiamo benissimo permettere di sfottere con il registro della satira chiamandolo Mr. Eminflex, e ci possiamo permettere di ricordargli ogni giorno che lui è stato la causa dello scioglimento per infiltrazione camorristica del comune di Arzano quando, da presidente del consiglio, propiziò, così come è scritto nel Decreto del Presidente della Repubblica, l’incontro tra il sindaco e il capo camorra del tempo.
Noi ce lo possiamo permettere, perché non siamo mai andati allo stabilimento di Marcianise di Eminflex per chiedere uno sconto sull’acquisto di un materasso. Diversamente da quello che è successo a Martusciello e a Forza Italia, che forse un aiutino, un contributo materiale alla causa del partito, alla sua organizzazione, l’hanno ricevuta da un mondo che magari Silvestro è in grado, ritenendo che si trattasse di una buona causa, di sensibilizzare.
Il Silvestro ha dimostrato poi di essere in grado di arruolare anche un magistrato di grido, uno di quelli che hanno conquistato le pagine dei giornali ai tempi della caccia ai latitanti del clan dei casalesi, parliamo naturalmente di Catello Maresca. In poche parole, se è vero che Martusciello resta il leader del partito in Campania, e anche però vero che soprattutto dopo l’avviso di garanzia incassato dalla magistratura belga, non può permettersi il lusso di spedire a cuccia Silvestro, il quale si è letteralmente innamorato di Giovanni Zannini (Dio li fa…) che non a caso, per diversi mesi, ha anche frequentato settimanalmente i corridoi di Palazzo Madama, ossia del Senato della Repubblica di cui Silvestro fa parte.
La corrispondenza di amorosi sensi (non vogliamo portare sfiga, parliamo di vivi e non di vivi e di morti come fece il famoso poeta quando coniò questo verso) tra Silvestro e Zannini sta nell’ordine delle cose. Silvestro non è un politico, è un uomo di danari, e dunque non è in grado di elaborare pensieri sopraffini come quelli che Martusciello è, al contrario, capace di mettere a fuoco. Si trova troppo bene con Zannini, quindi subisce anche il fascino di questo signore delle preferenze, che nel suo meccanismo mentale rappresenta un parametro in cui lui commisura la stima, la considerazione e anche il sussiego nei confronti di un altro politico.
Adesso, questa dichiarazione fatta da Martusciello su Nicola Caputo, assessore regionale all’agricoltura di Vincenzo De Luca, che sarebbe in rotta di avvicinamento a Forza Italia, diventerà un problema per Silvestro, il quale ha firmato una sorta di cambiale in bianco con Zannini, mettendogli a disposizione le candidature delle prossime regionali. Se Zannini, come appare difficile, riuscirà a brigare per rimuovere i veti contro di lui, alzati dal Pd da Susanna Camusso, a Silvestro andrà comunque bene così, perché uno Zannini candidato in una lista civica di De Luca significa pur sempre, per un uomo pratico qual è il commerciante di materassi, avere un amico nella stanza dei bottoni.
Ma se, come è più probabile, i veti non saranno superati, Zannini vorrà monopolizzare con la sua candidatura la lista di Forza Italia e allora aspettiamoci un fuoco di sbarramento nei confronti di Caputo, il quale continua a smentire ma che in realtà sta dialogando già da diversi mesi, con Martusciello e Forza Italia.
Davanti a tutto ciò, sarà interessante comprendere in che modo si muoverà il coordinatore regionale di FI, il quale ha la possibilità di disegnare, in provincia di Caserta una Forza Italia molto più presentabile di quella che sarebbe con Zannini, leader ingombrante e soprattutto pericoloso nel nuovo contesto venutosi a creare con le novità giudiziarie arrivate dalla Procura di Bruxelles e dalla Procura di Santa Maria Capua Vetere.