IL (SECONDO) REGALO DI CASERTACE. Ecco la nostra stima per CASERTA dei voti e dei seggi, partito per partito
18 Settembre 2020 - 21:48
Abbiamo lavorato sintetizzando tutte le previsioni elettorali fatte nelle ultime ore nei quartier generali dei principali competitor. C’è qualcosa che non ci convince ma si tratta di uno strumento che tornerà utilissimo per capire tutto e subito al momento dello spoglio
CASERTA – (g.g.) Alla luce di tutto ciò che abbiamo scritto nel primo articolo (CLIKKA QUI PER LEGGERE) offriamo ai nostri lettori quelle cifre esemplificative che partono da un presupposto che difficilmente ricorrerà, cioè che Caserta riproduca le stesse percentuali registratesi nel complesso aggregato a livello regionale. Qui da noi, ad esempio, il 15% del PD, con i voti validi del 2015, varrebbe 56.088 voti, il che metterebbe in pericolo, partendo dal quoziente circoscrizionale di 41.546,6, un secondo seggio, essendo il numero pari a 1,35. Però, è chiaro che il duello durissimo e senza esclusione di colpi e di azioni tra Graziano e Oliviero, compresa l’iniezione in extremis di Massimo Schiavone, potrebbe far ipotizzare l’approdo a circa 54 mila voti, frutto delle preferenze dei vari candidati.
Qualcosa (non troppo, perché il partito di Zingaretti non ha grande appeal), lo darà il voto d’opinione, circa 10/11 mila, quindi i voti diventerebbero tra i 65 mila e i 68 mila. Questa ultima cifra produrrebbe l’1,64. Per quanto riguarda la Lista De Luca, anche qui, tenendo conto dell’iperattività di Zannini, potremmo correggere la stima da 29.913 a 33 mila, che porta il quoziente a 0,79. Così Zannini (forse) si salva e non ci rompe le scatole per le prossime 48 ore. Anche se sa bene che a livello regionale, le stime fatte dal centrosinistra per la lista De Luca, variano tra l’8 e il 9%. Campania Libera farebbe così 14.956. Il quid clientelare (“quei voti là” di Carlo Raucci), ad esempio, ci permettono di portare questo dato a 18 mila. Con un quoziente di 0,43. Il 5% di Italia Viva equivarrebbe a 18.696 voti, con un quoziente di seggio pari a 0,45. Unendo questi voti al fattore Santangelo, si potrebbe arrivare a 20 mila preferenze per la lista e ad un quoziente pari a 0,48. Noi Campani, con 13.087 voti, che noi proviamo ad arrotondare a 15 mila, con un quoziente pari a 0,36. Provando sempre con i resti, Centro Democratico e i suoi 4.860 voti dato dall‘1,3% su Caserta, avrebbe un quoziente di 0,12. Fare Democratico-Popolari 12mila voti validi rappresenterebbero un quoziente pari a 0,28.
Quindi, nel centrosinistra l’unico partito in grado di raggiungere un seggio pieno è il PD. Ne dobbiamo assegnare altri 7. Passiamo a 5 Stelle, il cui 16,8% vale 62.818 voti. E qui, come potete facilmente comprendere, abbiamo il secondo seggio pieno che andrà al primo eletto della lista grillina, poi c’è un resto di circa 21 mila voti, che dà un quoziente di 1,51. Dunque, due seggi assegnati con la parte intera del quoziente. Ne restano, dunque, da attribuire altri 6.
Passiamo al centrodestra. Il 12% che le stime accreditano a Fratelli D’Italia produrrebbero 44.870 voti, cioè un seggio pieno e pochissime speranze di concorrere, seppur lontanamente, al riparto dei resti, poiché avremmo un 1,08. Il 10% della Lega produrrebbe 37.392 voti, un quoziente di 0,90, decisamente molto competitivo in una possibile lotta fratricida, visto che abbiamo l’impressione che la Lega prenderà due seggi pieni a Napoli e uno a Salerno. Però, togliendo queste due province per le quali non è ipotizzabile un resto che porterebbe un seggio in più a Napoli e Salerno ed eliminando il fattore Benevento, che esprime solo 2 seggi complessivi, resta solo Avellino, ma non ci pare che in Irpinia, la Lega abbia presentato una lista da far tremare i polsi, dunque, Gianpiero Zinzi con un eventuale 10% raccolto dalla Lega in provincia di Caserta, sarebbe pienamente in lizza.
Forza Italia vale l’8% a livello regionale e diciamo che tra il presidente della provincia e qualche altro posto di potere, potremmo aggiungere altri 2 mila voti, che portano il computo provinciale a 31.913 voti e un quoziente di 0,77. Grimaldi se lo deve augurare perchè questo resto lo terrebbe in partita, pur essendo inferiore allo 0,90 della Lega. Va tenuto conto infatti che un’altra stronzata ricorrente è quella dell’attribuzione fissa di un numero di seggi alla maggioranza e alla minoranza a livello provinciale. Cosa che per tutto quello che abbiamo scritto finora da luglio in poi, è assolutamente falso. E se non credete nel nostro lavoro, vi ricordiamo il 4-0 per il centrosinistra, frutto del risultato dell’urna nella provincia di Avellino nel 2015. Ordunque, anche lo 0,77 potrebbe valere l’elezione alla Regione. Infine, la lista Caldoro. Qui a Caserta e provincia, il 2,5% regionale lo facciamo diventare comunque con molta generosità, un 2%, che vale 7.478 voti e un quoziente pari a 0,18. E ciò accadrà se funzionerà il voto di opinione per il presidente, altrimenti la vediamo complicata.
Stando così le cose, ci sono 3 seggi pieni assegnati. Uno al PD, un altro a 5 Stelle e il terzo a Fratelli d’Italia. Gli altri 5 saranno attribuiti con i Migliori Resti.
Mo’ non fate i bambini e non valutate le frazioni che vi scriveremo, ritenendo che le prime 5 producano un seggio sicuro, visto che ci sono almeno 5/6 variabili di interrelazione tra la struttura di calcolo regionale e quella circoscrizionale, tra recuperi, perdite legate all’applicazione del premio di maggioranza e le modalità attraverso cui queste vengono determinate. Certo, avere un resto alto attribuisce una buona probabilità di riuscire ad ottenere uno dei 5 seggi ancora da assegnare ma non garantisce la sicurezza.
Dunque, stabilite queste nuove istruzioni per l’uso, ecco la classifica: Lega 0,90; Lista De Luca 0,79; Forza Italia 0,77; Pd 0,64 per il secondo eventuale e non scontato seggio; M5S 0,51 per il secondo eventuale e non scontato seggio, Fare Democratico-Popolari 0,28. Come si può vedere, Italia Viva, pur ottenendo il 5%, potrebbe rischiare di perdere il seggio a causa della guerra interna al PD.
Ripetiamo, si tratta di ipotesi, perché noi riteniamo che certi risultati, a partire dai 5 Stelle, saranno inferiori alle previsioni frutto di una sintesi, da noi operata, delle stime realizzate nei quartier generali dei maggiori partiti in lizza in questa tornata elettorale. Ovviamente, siamo pronti a cospargerci il capo di cenere ma difficilmente abbiamo sbagliato, fidandoci delle nostre sensazioni che non scaturiscono certo dallo spirito santo, ma da decenni di esperienza.