La Cassazione “salva” il caseificio del fratello di Salvatore Nobis

21 Gennaio 2019 - 15:21

CASAL DI PRINCIPE – I giudici della seconda sezione della Corte di Cassazione hanno in parte accolto il ricorso presentato da Giovanni Nobis e Rita Fontana, congiunti del boss Salvatore Nobis, vicino a Michele Zagaria.

I due avevano subito il sequestro del caseificio Santa Rita dopo un aumento di capitale di 115mila euro che, secondo i magistrati della Dda, sarebbe stato provocato da un immissione di denaro sporco da parte di Salvatore Nobis. Le accuse si basavano su alcune intercettazioni tra il boss ed i suoi familiari oltre che alle dichiarazioni di un pentito il quale avrebbe ricevuto una confidenza da Nobis S., cioè di essere proprietario di un caseificio. A cadere è stata l’aggravante mafiosa poiché “non è stato in grado di chiarire in alcun modo come e perché la intestazione fittizia di quote della società formalmente riferibile, per l’intero, a Giovanni Nobis ed a Rita Fontana fosse di per sé in grado di agevolare la attività ovvero il prestigio del sodalizio criminoso di cui era parte Salvatore Nobis”.

La Cassazione ha deciso di annullare la contestazione dell’aggravante camorristica, rinviando al Tribunale di Napoli la questione.