LA DENUNCIA. “Qui non le fanno”. Due volte al pronto soccorso per macchie e bruciore. E le analisi…

29 Maggio 2024 - 12:55

CASERTA – Olga, donna di Caserta e attiva nell’associazionismo in città, ha deciso di raccontare la sua brutta disavventura con la sanità locale e soprattutto con l’ospedale Sant’Anna e San Sebastiano di Caserta.

Nelle scorse ore si è recata nella struttura ospedaliera del Capoluogo, a causa di alcune macchie comparse durante la notte hanno che iniziato a aumentare sulla zona delle gambe e a provocare bruciore intenso, oltre a gonfiore degli arti e dolori articolari. Una reazione allergica o altro?

Si è presentata all’ospedale di Caserta proprio per rispondere a questa domanda.Finalmente, Olga è stata visitata da un dermatologo, estremamente preparato. Da qui, il racconto testuale della donna.

Con bruciore e dolori sono andata da sola dal pronto soccorso al padiglione dermatologia quarto piano, dove sono stata visitata subito dal dermatologo che è stato molto scrupoloso, ha diagnosticato un tipo specifico di porpora e ha indicato visita dermatologica. Sono scesa al pronto soccorso, pensando che mi avrebbero fatto emocromo o mandata a fare la visita reumatologica invece sono stata dimessa senza ulteriori indagini. Mi reco dal mio medico curante che ugualmente si aspettava facessero almeno indagini base, comunque mi ha prescritto tutte le indagini necessarie, sperando nella celerità del laboratorio per scongiurare una compromissione renale.

E ancora: “Ora, in serata queste macchie hanno iniziato a salire verso l’inguine e le braccia. Sono tornata in pronto soccorso e ho atteso due ore per parlare con qualcuno. Dopo avermi rassicurata sul fatto che la mia situazione non era “grave” questo senza emocromo o indagini alla mano, sono tornata a casa poiché mi ha spiegato questa dottoressa che l’ospedale non può fare quel tipo di indagini specifiche.

Alla fine Olga ha deciso di affidarsi ad una clinica privata e sta iniziando un ciclo di cure che la porterà, speriamo in tempi brevi, a migliorare la sua condizione di salute.

La donna ha spiegato che “il fatto di essere stata mandata a casa al mattino senza neanche emocromo base è stato causa di ritardo nell’assunzione dell’antibiotico o qualcosa che calmasse bruciore e dolore“.

Il suo racconto si conclude così: “Quindi, 24 ore di attesa che si potevano evitare con semplici analisi base per valutare lo stato del rene. Indagini che era lecito fare visto il gonfiore notevole di mani e sopratutto piedi“.

Ma resta incredibile pensare che nelle strutture sanitarie pubbliche, che spendono milioni di euro di denaro dei cittadini contribuenti, proprio questi ultimi non abbiano tutelato il diritto alla salute, alle cure, costretti a spendere altri soldi in attività sanitarie private.

Ma è quello che raccontiamo ormai da anni. Certamente, non ce la possiamo prendere con medici o operatori dell’ospedale di Caserta che, con il pochissimo materiale a disposizione, come si suol dire, davvero friggono con l’acqua.

Il problema è da rintracciarsi altrove, ovvero nella gestione scellerata da parte della politica, a livello regionale e nazionale, della sanità.

All’ospedale di Caserta è ormai impossibile farsi ricoverare. Sono veramente troppi i casi di persone lasciate sulle barelle del pronto soccorso per giorni perché non c’è nessun posto libero il reparto. Una situazione resa più gravi dai lavori in corso, che hanno reso indisponibili 177 su 645 posti letto (sulla carta?) del Sant’Anna e San Sebastiano.

È piuttosto che ampliare la disponibilità di posti letto, abbiamo visto cosa ha fatto la regione Campania di Vincenzo De Luca soprattutto nel periodo del covid.

Scellerata, a nostro avviso, ad esempio pagare per un ospedale prefabbricato da milioni di euro praticamente inutilizzato negli anni. Un denaro che poteva essere per riportare in funzione strutture reali, vere, non temporanee, come gli ospedali di Teano e Capua.

E, chiaramente, Gaetano Gubitosa, direttore generale dell’ospedale di Caserta e uomo del duo DeLuca-Ciro Verdoliva, non può certo protestare contro chi sulla poltrona principale del Sant’Anna e San Sebastiano l’ha messo. Si sa che chi deve la sua posizione alle nomine della politica, tendenzialmente, poco riuscirà ad alzare il dito per portare a casa risultati degni di nota.

L’ospedale di Caserta, che pur ogni tanto finisce nelle pagine dei giornali per casi di moderne attività specialistiche, è incapace di rispondere ai bisogni primari della popolazione.

Potremmo dire che al Sant’Anna e San Sebastiano si vantano di lanciare i razzi sulla luna, senza riuscire però a far partire una Fiat 500.