LA DOMENICA DI DON GALEONE…
26 Ottobre 2025 - 07:36
26 ottobre 2025 ✶ XXX Domenica tempo ordinario (C)
Una persona vale quanto prega (Lc 18, 9)
* La domenica “della preghiera autentica”. E’ stato detto che “una persona vale quanto prega”. Gesù, con la parabola del fariseo e del pubblicano, ci vuole insegnare quanto sia necessario essere assolutamente sinceri con Dio. Presentarci davanti a Dio per quello che siamo, sinceri, cioè sine cera, senza mascherine sul viso! Una cosa che Dio non sopporta è quella di crederci migliori degli altri. Davanti a Dio siamo tutti uguali, ma Dio preferisce la preghiera dei poveri (prima lettura).
* “Due uomini salirono al Tempio per pregare”. L’evangelista Luca non scrive un Tractatus de oratione, non presenta idee astratte sulla preghiera ma due persone concrete in preghiera, in opposizione, secondo la tecnica orientale del contrasto. Nella parabola ci sono due modi di concepire Dio e il rapporto uomo-Dio: la preghiera del fariseo è un pretesto per lodarsi; più che pregare, egli si prega; prega nella posizione giusta: in piedi, testa alta, braccia sollevate al cielo; però ha bisogno dello sfondo scuro, dei peccati altri, per far risaltare meglio le proprie virtù; gli altri gli servono per distinguersi, per confrontarsi, per sopravvalutarsi. Il suo incipit è bellissimo: “Ti ringrazio, o Dio”; solo che non ringrazia Dio ma ringrazia se stesso! Il pubblicano esercita l’odioso mestiere di riscuotere le tasse, per giunta è al servizio dei romani; sfruttatore, strozzino, ladro, collaborazionista; resta in fondo alla chiesa, non osa alzare gli occhi in alto, le mani al cielo. Vediamoli in azione, meglio in preghiera. Il fariseo, come un sacro pavone, sfoggia tutte le sue presunte virtù, in un crescendo di esagerazioni. “Io
* Noi cristiani dobbiamo stare attenti al fariseismo, che considera legittima la divisione tra giusti e ingiusti. E’ il pericolo di ogni religione, il pericolo di chi ha troppa familiarità con il sacro. Diventando adulti, abbiamo compreso che le norme, in base alle quali dividere i buoni dai cattivi non sono poi così assolute. Alcune pagine di Nietzsche, contenute nella Genealogia della morale, sono sempre attuali e indicative! L’esperienza della vita ci rende diffidenti verso ogni tentativo di catalogare civiltà e razze in superiori e inferiori. Le distinzioni possono essere utili, ma a condizione che se ne riconosca la relatività. Noi riconosciamo giusto che ci sia un codice penale, che ci sia una legge, ma ogni legge è perfettibile; sentiamo la necessità della legge, ma viviamo oltre la legge, nell’attesa che venga il tempo della giustizia. E lo prepariamo! Pregare quindi non è fuggire ma penetrare dentro il mistero del male, e senza disperazione. La preghiera diventa garanzia di pazienza e prospettiva di futuro. BUONA VITA!

