La Domenica di Don Galeone: “Ci possono essere due tipi di perdono. Il primo, come rinuncia a punire…il secondo è il perdono dell’amore…”

17 Settembre 2023 - 08:00

17 settembre 2023 ✶ XXIV Domenica TO (A)

Il perdono è una cosa seria!

La domenica “del perdono ricevuto e trasmesso”   Pietro chiede al Signore quante volte si deve perdonare, e si sente rispondere settanta volte sette, cioè sempre (vv. 21-22). In questo contesto, Gesù racconta una parabola, in cui tutto è infinitamente grande (come il debito di vari miliardi) o infinitamente piccolo (come il debito di pochi centesimi). Si tratta di un dramma sempre in atto. Chi sta in alto trasgredisce con protervia la legge, e poi provoca un casus belli per le lievi inadempienze di un dipendente; un coniuge tradisce gravemente l’altro, e poi giunge anche ad ucciderlo per un’inezia ingrandita dalla gelosia! Con Dio, però, le cose vanno diversamente. Se ricordassimo quella frase del Padre nostro: “Perdona a noi come anche noi perdoniamo agli altri!”. L’uomo, davanti a Dio, è un debitore insolvibile; se Dio non interviene, nessuno sarà salvo! La salvezza è grazia, possiamo solo “essere salvati”.

Il perdono è una cosa seria!   Una concezione antica, molto diffusa nella società asiatica, sostiene che chi sbaglia non merita perdono, anche se buone erano le sue intenzioni. La tradizione giudaico-cristiana si pone all’opposto di quell’asiatica, perché dà importanza all’interiorità, all’intenzione: se il colpevole riconosce la sua colpa, va perdonato. È uno dei maggiori progressi compiuti dall’umanità. Ma perdonare non è facile! Ci possono essere due tipi di perdono. Il primo, come “rinuncia a punire”, ma non si dimentica quanto è avvenuto; a volte sentiamo: “Lo perdono, ma non voglio più vederlo!”. Il secondo come “annullo del male”; questo lo fa una madre quando perdona il figlio; è il perdono dell’amore; si tratta di un perdono difficile, possibile solo a Dio e in parte ai santi. La nostra società ha dimenticato che il perdono è una cosa seria, come serio è il rimorso. Presi da frettolosa superficialità, chiamiamo “pentiti” anche gli opportunisti che collaborano con la giustizia. Mi viene alla memoria l’osservazione dell’ebreo russo Vladimir Jankélevitc, quando gli venne fatta la proposta di perdonare i colpevoli dell’Olocausto: “Ma ci hanno mai chiesto il perdono? Non si sentono colpevoli! Perché dovrei perdonare?”.

Perdonare, sì, ma quante volte? I rabbini insegnavano che Dio perdona tre volte; le scuole rabbiniche precisavano che si doveva perdonare tante volte alla moglie, tante volte ai figli, tante volte agli amici … Il “tariffario del perdono” variava da scuola a scuola. Anche Pietro chiede a Gesù quale sia il suo tariffario. La risposta è stata fulminante: “Settanta volte sette!”. Gesù scompiglia le nostre cifre ragionevoli, è finito il tempo dei conti. Ecco la buona novella: perdonare sempre! Cure drastiche quelle di Gesù! Il suo Vangelo sarà tagliente come scure, bruciante come il sale, discriminante come la luce, vitale come il seme … ma non un innocuo vaccino o una tiepida camomilla!

Perdonare le offese, amare i nemici: è una delle maggiori caratteristiche del Vangelo. E tanti cristiani hanno preso sul serio questo comando di Gesù, da santo Stefano fino ai martiri di oggi. Il Vangelo ha avuto una grande importanza nell’educazione dei popoli dell’Occidente, e molte idee di libertà, uguaglianza, fraternità, anche se laiche, hanno la loro matrice nel cristianesimo. Ma la storia della Chiesa è piena anche di esempi negativi. Davanti a colpe gravi, che offendono non solo il singolo ma la comunità, ci chiediamo: il perdono è sempre una virtù? Fanno male quelle offese che appartengono alla minuscola trama della vita intersoggettiva; ma fanno molto più male le grandi offese! Come parlare di perdono agli ebrei verso i loro aguzzini tedeschi? Come parlare di perdono ai popoli defraudati della loro civiltà dai conquistadores? Come parlare di perdono alle tante minoranze etniche massacrate dal tiranno? Parlare di perdono come virtù privata, senza rapporti con la giustizia, provoca quanto è già avvenuto in passato: i cristiani parlavano di pace e preparavano la guerra, predicavano il perdono, e organizzavano crociate e inquisizioni. Gli insegnamenti del Vangelo non vanno consumati nelle delizie della solitudine! BUONA VITA!