La Domenica di Don Galeone: “Il processo di secolarizzazione…cancellerà dalle nostre terre ogni vestigio di tradizione e cultura cristiana, o sarà l’occasione per la riscoperta di un nuovo modo di essere cristiani?”

5 Febbraio 2023 - 10:00

5 febbraio 2023 ✶ V Domenica del TO (A)

Il sale può diventare scipito e la luce spenta!

Voi siete il sale della terra … Come, in concreto, il discepolo può diventare “sale della terra e luce del mondo”? Lo dice chiaramente il Vangelo: “Vedano le vostre opere buone”. Non si tratta di parlare, ma di fare. Il discepolo deve pagare di persona, dissolversi come il sale nella pasta umana, come la luce nelle tenebre del mondo. Nel rito del battesimo, il sacerdote consegna una candela, accesa dal cero pasquale: “Abbiate cura che il vostro bambino, illuminato da Gesù, viva sempre come figlio della luce!”. Gesù è la luce, e il battezzato è l’illuminato. Il Vangelo però ci avverte: il sale può diventare scipito, la luce può essere nascosta sotto il tavolo. E allora oggi dobbiamo interrogarci se siamo un segno ben visibile di Dio o uno schermo inutile.

Voi siete la luce del mondo!   Il sale era, nell’antichità, il conservante usato per preservare le vivande dalla decomposizione, come oggi i frigoriferi; un frigorifero rotto o con la spina staccata non serve. Così le luci schermate, i paralumi, non sono di nessuna utilità laddove occorre vedere chiaro. Un noto proverbio popolare dice che “chi ha più sale, condisca la minestra”: il sale è evidentemente il giudizio, la minestra è la vita. Sempre a proposito di sale, mia madre diceva che non sempre quelli che ne hanno di più lo sanno usare: in Medio Oriente ci sono montagne di sale; in Sicilia il sale è stato sempre libero dai vincoli di monopolio dello Stato, eppure il minestrone della vita viene spesso condito assai peggio che altrove.

Fino a pochi anni fa, sacerdoti zelanti andavano missionari nel Terzo Mondo; ora è il Terzo Mondo che manda missionari nella vecchia Europa cattolica. Il Vangelo, diffuso dai missionari durante il medioevo o la scoperta di nuovi continenti, era così mescolato con lo spirito di colonizzazione, che ormai è corrotto. Mentre nel mondo fervono nuove attese, noi consumiamo i nove decimi del tempo ad accusarci e a difenderci. La nostra coscienza porta in sé le lacerazioni della storia, perché c’è in noi una qualche complicità con le malefatte della storia, una presunzione teologica, una mancanza di memoria penitenziale. Noi presumiamo di possedere le formule giuste per convincere gli increduli: ecco l’errore! La peggiore deviazione è il monopolio di una Parola che, al contrario, ci deve possedere e macerare dentro, fino ad aprirci a dimensioni universali. Non “possedere”, ma “essere posseduti” dalla Verità: questo è importante!

Fa riflettere che numerose e fiorentissime comunità cristiane dei primi secoli (in Africa e Asia minore) sono state cancellate dalla geografia: di esse rimangono solo il nome ed il ricordo. Che cosa sarà delle comunità cristiane dell’Occidente fra qualche secolo? Saranno chiese fiorenti, comunità vivaci, o la fiaccola della fede e dell’elezione passerà nelle mani delle nuove chiese dell’Africa o dell’Asia o dell’America latina? Si parlerà di questa nostra diocesi come noi oggi parliamo della Chiesa di Pergamo, di Filadelfia, di Ippona? Il processo di secolarizzazione e di secolarismo, che in molte nazioni ha già ridotto la Chiesa in stato di diaspora o di insignificanza, cancellerà dalle nostre terre ogni vestigio di tradizione e cultura cristiana, o sarà l’occasione per la riscoperta di un nuovo modo di essere cristiani? BUON VITA!