La Domenica di Don Galeone: Oggi siamo nella terza Domenica di Avvento. e tutta la celebrazione è dedicata alla gioia del Natale che si avvicina. La terza Domenica, infatti, è a metà del tempo di Avvento e si chiama domenica “Gaudete” che in latino significa “Rallegratevi!”. L’antifona di ingresso, infatti, dice così: “Rallegratevi sempre nel Signore”

17 Dicembre 2023 - 10:37

17 dicembre 2023 – III domenica di Avvento TO (B)

“Tra voi c’è Uno che non conoscete!”

Queste parole attraversano i secoli e giungono sempre attuali nel nostro tempo. Gesù viveva da trent’anni tra gli ebrei che lo avevano visto lavorare, pregare, parlare; conoscevano tutto di lui ma non lo ri-conoscevano come Dio. Dopo tre anni di vita pubblica, di predicazioni e di miracoli, Gesù rivolge ai discepoli questo amaro rimprovero: “Da tanto tempo sono con voi e non mi avete ancora riconosciuto!” (Gv 14,6). La presenza di Gesù sarà sempre una presenza nascosta; anche dopo la risurrezione, Maddalena lo scambia per un giardiniere (Gv 20,11), e i discepoli di Emmaus lo riconoscono (Lc 24,13) solo alla fine del viaggio.

In questo racconto risulta chiaro che l’insegnamento e la testimonianza di Giovanni erano sgraditi ai dirigenti religiosi. Il Battista preoccupa i “giudei”, che inviano sacerdoti, leviti e farisei a interrogare quel predicatore libero, strano, non stipendiato dal potere. I dirigenti religiosi chiedono a Giovanni quale titolo ha per predicare e battezzare, dove ha studiato. I titoli denotano potere. Il potere (cioè l’economia!) è ciò che ossessiona i sacerdoti. Ma il Battista non ha nessun titolo o incarico, egli è un “signor nessuno”. La sua autorità gli viene dalla sua vita, dal suo esempio, dalla sua libertà da tutto ed in tutto. È solo “una

voce che grida nel deserto” (Gv 1,23). Non si tratta di umiltà! Il Battista è stato una voce ascoltata ed accolta da alcuni, “i pubblicani e le prostitute” (Mt 21,32) e rifiutata da altri, i “sacerdoti e gli anziani” (Mt 21,32; 21,23). I “nessuno” ascoltano ed accolgono la voce del Signore. I “titolati” la rifiutano! Gesù è stato così audace da arrivare a dire ai sommi dirigenti religiosi che i pubblicani e le prostitute “entrano prima di loro nel Regno di Dio” (Mt 21,28).

Gaudete…

La lingua ebraica biblica comprende circa 8.000 vocaboli, di cui 2.000 sono hapax legomena. Pur essendo una lingua piuttosto povera di sinonimi, per esprimere la gioia, nella Bibbia troviamo ben 27 vocaboli! Ci sono le grida disperate di chi non trova risposte alle sue domande, ma spesso risuonano i “canti di gioia di una moltitudine in festa” (Sal 43,5). Nei Vangeli incontriamo persone tristi: il giovane ricco che non ha la forza di staccarsi dalle ricchezze (Mt 19,22), i due discepoli in cammino verso Emmaus (Lc 24,17)… ma la gioia è il sentimento dominante: dalla promessa a Zaccaria (Lc1,14) alla gioia annunciata ai pastori (Lc 2,10), dalla gioia di Zaccheo che accoglie il Signore in casa (Lc 19,6), fino alla gioia della Pasqua (Gv 20,20). La stessa parola Vangelo è un invito alla gioia! Un personaggio solo aveva il viso sempre adirato, Giovanni Battista, eppure anche lui ha sussultato di gioia alla voce di Gesù (Gv 3,29). Oggi è la domenica Gaudete, così chiamata a motivo dell’imperativo dell’antifona di ingresso. Se non si trattasse di Parola di Dio, faremmo fatica a credere. Rallegrarsi è difficile. Eppure, di gioia abbiamo bisogno; di mancanza di gioia si può anche morire. L’apostolo Paolo però ci avverte: non si tratta di una piccola droga sentimentale. Dio è la causa della gioia: “Rallegratevi, perché il Signore è vicino!” (Fil 4,4). Non ci sono altre cause. Ma chi è Dio? Egli è onnipotente, ma non a servizio dei nostri progetti. Egli è buono, ma non solo quando ci accontenta. Egli è giusto, sia quando punisce gli altri, sia quando chiede la nostra conversione! È la conversione che ci introduce nella gioia. La gioia riuscirà anche a convertire gli altri: “Perché io creda nel loro Dio, bisognerebbe che i cristiani cantassero dei canti migliori, e che i suoi discepoli avessero un’aria più amabile” (F. Nietzsche). Purtroppo, sul volto di tanti credenti si legge solo la mestizia: “Dove diavolo avete nascosto la vostra gioia? A vedervi così tristi, non si direbbe che a voi, e a voi soli è stata promessa la gioia del Signore!” (G. Bernanos). Un cristianesimo triste vi spegne la vita. Se incontrate un prete triste, questi vi rovina la vita, con il suo “È vietato, è peccato, è proibito!”. Non lo auguro a nessuno!

BUONA VITA!