LA FOTO. Mega manifesto elettorale di Raffaela Pignetti nella “sua” ASI. A nostro avviso vìola clamorosamente la legge: la forza pubblica intervenga subito

31 Ottobre 2025 - 17:19

L’articolo 1 e l’articolo 6 della legge sulla propaganda elettorale ci convincono che siano un ledwall contrario alle norme. Grave soprattutto che sia in un’area pubblica

MARCIANISE – La ringhiera a cui ha appeso la sua mega affissione Raffaela Pignetti, presidente ASI e candidata alle Regionali di Fratelli d’Italia. L’installazione luminosa è all’interno di un lotto della stessa ASI.

Ora, se è un terreno dato in fitto dal Consorzio, ora, ammesso e non concesso che la struttura sia appoggiata ad una proprietà privata, ovvero quella dell’azienda che ha acquisito in concessione lo spazio in questione, va da sé che la visuale della mega affissione si affacci su una strada di proprietà ASI e quindi di proprietà pubblica senza se e senza ma, dato che è un consorzio tra comuni.

La questione va affrontata da due punti di vista. L’enorme installazione luminosa della Pignetti rappresenta l’unica operazione di questo genere realizzata dai candidati della circoscrizione di Caserta alle prossime elezioni regionali. Fino al 30esimo giorno precedente alle stesse, ci vengono in mente Olga Diana ed Enzo Santangelo, ci sono stati candidati che hanno investito sui manifesti. Ma allo scoccare del trentesimo giorno, questi sono spariti. Ciò perché esistono l’articolo 1, comma uno, e l’articolo 6, comma uno, della legge 212 del 1956, modificata dalla legge 130 del 1975, perfezionata per quanto riguarda le sanzioni dalla legge 515 del 1993.

Partiamo dall’articolo 1, comma uno: “L’affissione di stampati, giornali murali od altri e di manifesti di propaganda, da parte di partiti o gruppi politici che partecipano alla competizione elettorale con liste di candidati o, nel caso di
elezioni

a sistema uninominale, da parte dei singoli candidati o dei partiti o dei gruppi politici cui essi appartengono, è effettuata esclusivamente negli appositi spazi a ciò destinati in ogni Comune.

Proseguiamo ora con lo stesso comma, ma dell’articolo 6: “Dal trentesimo giorno precedente la data fissata per le elezioni è vietata ogni forma di propaganda elettorale luminosa o figurativa, a carattere fisso in luogo pubblico, escluse le insegne indicanti le sedi dei partiti. È vietato, altresì, il lancio o il getto di volantini in luogo pubblico o aperto al pubblico e ogni forma di propaganda luminosa mobile.

Quello è un luogo pubblico a tutti gli effetti. Perché il senso di questa legge, del significato agevolissimamente interpretativo dei due articoli, vuole evitare che chi ha più soldi, chi ha più soldi economici, possa riempire le strade di mega affissioni. E’ vero che esistono i limiti economici, di spesa delle campagne elettorali, rispetto al quale è nata la figura del mandataria che ne è responsabile e deve rendersi facilmente individuabile rispetto al proprio obbligo di rendicontare.

Ma la norma è rimasta e non può essere certo aggirata, tipo quella ringhiera è privata, eccetera. Non sappiamo se Pignetti conosca questa norma, perché noi, conoscendola come nessun altro in questa provincia, seguendo passo passo il cammino nefasto della sua Asi, sappiamo anche bene che questa persona possiede la dote di un’innata furbizia e un particolare tipo di intelligenza che le permette di sintetizzare in maniera spicciativa le priorità della sua vita, utilizzando atti veloci e allo stesso tempo determinanti.

Però ci sarà qualcuno che lo segue, leggendo il manifesto sappiamo che si chiama Tommaso Pepe, che non può non conoscere le regole della propaganda elettorale. A nostro avviso si tratta di un’affissione illegale che, sempre a nostro avviso, dovrebbe portare all’intervento della forza pubblica, in questo caso la polizia municipale di Marcianise, città in cui ricade quest’area pignettizata, o dei carabinieri, della polizia e della guardia di finanza.

Poi, c’è il secondo aspetto della questione che si connette con l’articolo di questa mattina su Stefano Graziano e Agostino Santillo. Altro che autosospensione, si tratta di una vera e propria barzelletta, con Pignetti che continua a ritenere l’Asi Caserta “cosa sua”. E il PD con lei avrebbe dovuto chiedere le dimissioni, così come ha fatto con il presidente dell’Ordine degli ingegneri, Carlo Raucci, sicuramente meno invasivo.

Seguiremo questo caso giorno per giorno perché, ripetiamo, inutile continuare a ragionare sui cavilli rispetto alla proprietà privata, perché il ledwall elettorale produce i suoi effetti in un luogo pubblico, in un’area trafficata di auto e altri mezzi. In conclusione, non solo questo cartellone sta in zona ASI, consorzio guidati da 12 anni dalla presidente Pignetti, ma è soprattutto in un’area pubblica a tutti gli effetti, violando entrambe le norme.