LA NOTA. Ma nooo!! Il Ministero dice che i conti Tarsu hanno creato una montagna di debiti. Ma noi brindiamo con i consoli Carlo Marino e Peppe la porchetta. 190 dipendenti, follie fiscali e…

25 Luglio 2019 - 11:46

CASERTA – (Gianluigi Guarino) Della serie: fin quando non mi cade la casa addosso, chissenefrega. Questa affermazione, che non è proprio un adagio, ma fotografa e simboleggia come poche altre l’atteggiamento della irresponsabilità e dell’individualismo più becero e incivile, non può essere applicata solamente a chi amministra la città di Caserta, ma deve essere appioppata, deve gravare sulla presentabilità civile e morale di tutti i casertani, di tutti quelli che votano solo in base a un meccanismo di favori che fa passare come tali anche i diritti, di quelli che si sono astenuti, disertando dalla loro funzione di cittadini. Poi, naturalmente, arriviamo anche al palazzo, a quel consiglio comunale in cui si sta sviluppando una vergognosa, odiosa staffetta consociativa; protagonisti, almeno fino a ora e fermo restando il riconoscimento e il plauso se le cose dovessero cambiare (CLICCA QUI PER LEGGERE IL NOSTRO ARTICOLO DI IERI), i consiglieri comunali della presunta opposizione che fino ad oggi hanno ampiamente tradito la dignità del mandato ricevuto da quei 4 gatti che andarono a votare a Caserta alle ultime elezioni amministrative del 2016.

Ma la casa, statene certi, crollerà. Cadrà perchè, in queste ore, con l’irresponsabilità e l’ignoranza che ne rappresenta il motore, si sta discutendo dei contenuti di quelle che possiamo definire le prescrizioni

del Ministero degli Interni notificate al comune di Caserta, a chiosa di quel parere favorevole al bilancio stabilmente riequilibrato, attribuito per evitare di creare un precedente in grado di condurre allo scioglimento forzoso di un consiglio comunale, sarebbe stato un caso unico in Italia, per totale inaffidabilità economica e per attitudine cronica all’insolvenza.

Verrebbe da dire: ma ci voleva il Ministero per affermare che il buco, il terzo buco pesantissimo della storia di questi ultimi 20 anni, è determinato, prima di tutto, dalla scellerata politica rozza e clientelare che il comune, in verità non da oggi, visto che le responsabilità partono da lontano, nel caso di specie, dal 2012, attua nel rapporto con l’impresa che gestisce la raccolta dei rifiuti? Ci voleva il Ministero per affermare cose che noi scriviamo da almeno 7 anni? Ma il Ministero si ferma alle considerazioni. Non si occupa, infatti, delle cause del buco che constata, anche se lo potrebbe fare, mandando ispettori così come ha deciso in passato.

Noi, invece, sì. Noi ci occupiamo, purtroppo inascoltati da ogni autorità, del patto scellerato tra la politica, oggi impersonata dal sindaco Carlo Marino, e le aree para-delinquenziali che condizionano, anzi, spesso e volentieri, rappresentano totalmente la Ecocar su cui ormai è inutile spendere qualsiasi altra parola.

Un patto del quieto vivere, fondato sulla brama che la politica ha in quanto per questa nostra politica è l’unico mezzo per restare in vita e continuare a brigare con le chiavi della cassa fisse nel proprio taschino, di ottenere nuove assunzioni per le proprie clientele, scaricandole rovinosamente sul bilancio comunale e chiudendo, in cambio, tutti e due gli occhi di fronte alle pratiche di un Giuseppe Zampella, alias Peppe la porchetta che negli ultimi 20 anni ha fatto letteralmente il bello e il cattivo tempo, governando e determinando le assunzioni e tanto altro.

Questa è Caserta. La città di Carlo Marino e di Peppe la porchetta. E chi ritiene questa frase eccessivamente severa o addirittura offensiva, si faccia avanti, mattiamoci in una piazza dietro a un microfono ed esponiamo tutte le ragioni. Quelle di chi ritiene che la nostra affermazione sia campata in aria, e poi, ma ci vorranno almeno 6 ore e 3 o 4 pen drive a memoria molto estesa, esporremo la tesi del consolato di fatto di Carlo Marino e Peppe la porchetta.

Dunque il Ministero, scoprendo l’acqua calda, dice che quei 50 e passa milioni di euro di indebitamento reale che il comune ha al di fuori del primo e anche del secondo dissesto, sono frutto dello scostamento stabile, aggiungiamo noi, criminalmente allevato, tra quello che viene scritto in ogni bilancio di previsione nel capitolo delle entrate, nella cifra del gettito accertato della Tarsu e ciò che poi effettivamente si incassa ed effettivamente entra, come moneta sonante, nel consuntivo di bilancio, perennemente, ineluttabilmente e premeditamente in rosso, anche a causa del terzo piede di questo tavolo fradicio, quella Publiservizi che continua a spedire al comune una cifra dell'”accertato” sapendo benissimo che si tratta di ruoli “non ripuliti”, che insistono in una Caserta ormai immiserita al punto da essere la quinta in Italia per le richieste di accesso al Reddito di Cittadinanza e dunque sicuramente insolvente in quella percentuale, pari al 35, 40% che ogni anno, implacabilmente, si manifesta e che può solo peggiorare, non certo migliorare, visto che essendo determinata da problemi di crisi economica strutturale, non ci sarà riscossione coattivo che potrà ribaltare, com’è risultato chiaro dall’andamento delle serie storiche degli ultimi anni, questo andamento.

Da quest’altra parte, cioè nel bidè di Palazzo Castropignano, sapete che fanno? Siccome rispetto al comune di Caserta, vige un’impunità che parte da lontano, dalle passate amministrazioni e che ha soprattutto riguardato, oltre che i politici, o almeno, la maggior parte di essi, quelli più furbi ed avveduti (Del Gaudio, glielo diciamo con affetto, è un fesso e dunque come tutti i fessi, lo hanno messo in mezzo), perchè mai Carlo Marino anche di fronte a quest’atto ingiustificato di indulgenza, a questo regalo fattogli dal governo italiano, dovrebbe cambiare rotta, se poi le cose “si apparano” sempre? Perchè dovrebbe voltare pagina uno che governa questa città solo perchè questa è completamente priva di un’autentica cittadinanza attiva o quantomeno reattiva. Se non esiste un’altra sola, agenzia di comunicazione che, oltre a CasertaCe, non dico che prenda posizione, ma che quantomeno spieghi bene ai casertani come stiano veramente le cose.

E allora viva Sodoma, evviva Babilonia: quanti erano i dipendenti Ecocar, col vecchio contratto? 180? Ora continuiamo a pagare la ditta per 180, pur essendo 160 il numero di quelli che sono ancora in servizio e non hanno dovuto lasciare, per pensione od altro, il rapporto di dipendenza con l’azienda? E che ce ne fotte, fin quando la casa non crolla….

Noi, che siamo furbi e “sappiamo fare la politica”, prepariamo addirittura le condizioni perchè la Ecocar abbia 190 dipendenti, neanche si dovessero gestire i rifiuti della città di New York. Tanto poi ci sarà un terzo dissesto del quale a nessuno fregherà niente, del quale nessuno, come già successo con il primo e con il secondo, eccettuato noi, racconterà nulla di serio. E, dato che ci troviamo, organizziamo anche una finta riduzione della Tarsu. Poi svuotiamo, in stile banda Bassotti, i fondi di sicurezza, i fondi del buonsenso, i fondi del risparmio, i fondi delle persone serie, i fondi del buon padre di famiglia, come è successo con quello destinato a fronteggiare eventuali costi legati al contenzioso. Come se il comune di Caserta venisse da anni in cui non ha pagato dazio ai processi persi, ai decreti ingiuntivi, divenuti fatalmente esecutivi.

Una bella ciliegina, poi, in una sorta di gran finale di questo festival delle nefandezze, la mettiamo su questa torta al cianuro che ucciderà, statene certi, Caserta. Lo facciamo, anzi, lo hanno già fatto all’interno del bidè di Palazzo Castropignano, tenendo vuoto o poco più, dissennatamente, e, secondo noi, illegittimamente, il fondo che in ragioneria generale, nella vecchia e gloriosa partita doppia, si chiamava fondo svalutazione crediti.

Questa è Caserta. Ma fin quando la casa non crolla, chi se ne fotte, godiamocela, organizziamo baccanali, orge e poi chi vivrà, vedrà.