LA NOTA MARCIANISE. Il testo del whatsapp inviatoci a Pasqua dal sindaco in pectore Angelo Golino, e un opportuno “regolamento di culi” fra il sottoscritto e Dario Abbate che in 48 ore ha buttato nel cesso 6 anni di battaglie di legalità

15 Aprile 2023 - 14:22

E beh, la dovete conoscere bene questa storia. Quando ci è stato chiesto il nostro punto di vista, ripetiamo quando ci è stato chiesto, perchè noi non interferiamo nelle scelte della politica, avevamo nitidamente risposto alla Tartaglione che ritenevamo un confine insuperabile dalla nostra dignità e dalla nostra coerenza un accordo politico ufficiale con la ditta di Giovanni Zannini, vero comandante in capo del Consorzio Idrico, di cui il Comune di Marcianise è socio di riferimento e di cui nei prossimi giorni scriveremo cose fantasmagoriche. Oltre a questo avevamo detto che CasertaCe, luogo di serietà e non di triccheballacche non avrebbe potuto mai non schierarsi contro a liste in cui direttamente fossero presenti Assessori o Consiglieri Comunali di maggioranza, rimasti con Velardi fino all’ultimo giorno, a partire, dunque da Giuseppe Golino, zio del sindaco in pectore in pratica vice sindaco in pectore

MARCIANISE (Gianluigi Guarino) [9/4, 23:04] Golino Angelo: Caro Gianluigi, ti scrivo solo per rappresentarti che non ho mai avuto l’onore di conoscere l’onorevole Zannini. Sono, probabilmente, l’unica persona in questa Provincia a non aver stretto la mano a Zannini in questi sei anni. Se lui mi incontrasse per strada non mi conoscerebbe.
Questo, solo, per onore della verità. Mi avrebbe fatto piacere dirtelo di persona.

[9/4,

23:04] Golino Angelo: Se ti fa piacere, chiamami.
[9/4, 23:11] Gianluigi Guarino: Tranquilli. Ho voluto spiegare alla dottoressa Tartaglione, che spero vivamente vinca le elezioni, sui velardiani che hanno ricoperto cariche e sono stati consiglieri di maggioranza fino alla fine e poi anche su Zannini e la gravissima questione di legalità relativa al Consorzio Idrico.
[9/4, 23:12] Golino Angelo: Ma io ci tengo a dirti un dato personale ed umano
[9/4, 23:12] Golino Angelo: Non conosco il consigliere Zannini
[9/4, 23:12] Golino Angelo: Mai visto ed incontrato in vita mia
[9/4, 23:13] Gianluigi Guarino: Io non faccio il politico e non mi sogno nemmeno lontanamente di tentare di condizionare le scelte di.un candidato sindaco. Detto questo, il mio ring sono il giornale, la penna la tastiera e lì io, a buon diritto, scrivo quello che penso. Da sempre. Tua moglie è una degnissima persona.
[9/4, 23:15] Golino Angelo: Ma non sei tu a condizionare certe scelte. L’immagine di Lina è così forte e pulita che non si può sporcare con la foto di oggi. Entrerebbero 2000 voti e ne perderemmo 3000 d’immagine.
[9/4, 23:15] Golino Angelo: Ti ripeto
[9/4, 23:16] Golino Angelo: Se ci sei
[9/4, 23:16] Golino Angelo: Ti chiamo
[9/4, 23:56] Gianluigi Guarino : Ci sentiamo domani.

Solo per amor di verità, abbiamo pubblicato questa breve conversazione tra il sottoscritto e Angelo Golino, marito della candidata a sindaco Lina Tartaglione. Golino reagiva nervosamente e bombardava letteralmente il telefonino del sottoscritto. Non essendo nato ieri e avendo avuto la possibilità di notiziare e di discutere su Angelo Golino sin dal tempo in cui questi, da consigliere provinciale, era un esponente della maggioranza a sostegno dell’allora presidente Sandro De Franciscis, ho realizzato immediatamente che ragionare al telefono con un politico di antica lena com’è indubbiamente lui, sarebbe stato un inutile perdita di tempo, perchè ben sappiamo – e crediamo di poterlo sostenere a buon ragione dopo 20 anni in cui ci siamo occupati con migliaia e migliaia di articoli, di questa materia tra Caserta e provincia – che con i politicanti, le chiacchiere stanno a zero e sono i fatti, i dati di fatto, l’unica cosa che conta. Conseguentemente, non abbiamo risposto a quelle telefonate, per altro inoltrate in ora molto tarda, in quanto avevamo già capito, dunque sin dal giorno di Pasqua, che, con buona pace dei 3mila voti di decenza che Golino affermava di non voler perdere, si sarebbe preso eccome, col pieno appoggio di Dario e Alberto Abbate, i 2mila voti dell’indecenza zanniniana.

I fatti non le parole hanno dimostrato che quella nostra sensazione, percezione di esperienza di tipo politico-antropologico, era assolutamente fondata. A parlare, in maniera molto più importante di noi è, infatti, in queste ore, la pesantissima realtà di una scelta politicamente cinica, che ha condotto Dario Abbate, unico motivo per cui Angelo Golino e lo zio Giuseppe Golino, assessore di Velardi fino all’ultimo giorno, diventeranno di qui a un mese, i sindaci reali di Marcianise, a distruggere in 48 ore sei anni di battaglie comuni sul malaffare del Consorzio Idrico.

A proposito, ieri Zannini ha scritto che CasertaCe è un giornale affiliato a Gianpiero Zinzi. Qualche mese fa, definiva, invece, sprezzantemente Dario Abbate, come quest’ultimo sa molto bene, “l’amico suo” dove suo stava naturalmente per “mio” in una reazione relativa alle inchieste di CasertaCe e, a questo punto diciamolo di CasertaCe e di Dario Abbate, sul Consorzio Idrico. Ora Abbate dice che il sottoscritto non accetta il contraddittorio e che, in questa storia, “il culo ce lo mette lui” .

Ah, sicché il culo ce lo mette lui. Il culo sarebbe costituito dalla questione di vita o di morte e alla totale impossibilità di accettare l’idea, per altro di difficile realizzazione, di poter perdere le elezioni. Mentre Dario Abbate declina le coordinate del suo lato b, quello del sottoscritto è in azione ogni giorno visto e considerato che i signori Antonello Velardi e Giovanni Zannini hanno presentato decine di querele nei miei confronti (tutte inutili) anche e soprattutto per gli articoli scritti a quattro mani – vabbè diciamo con tre mani mie e una di Abbate – sulle cose dell’amministrazione comunale di Marcianise e sulle cose del Consorzio Idrico. Il culo del sottoscritto è stabilmente scoperto di fronte alla fotografia di quel Nicola Russo, che direttamente o indirettamente, da cugino del membro del Cda del Consorzio Idrico Crispino, farà il gendarme di Zannini in consiglio comunale, e ha portato in squadra quel Tartaglione dei gazebo abusivi di Piazza Mercato ritratto, allegramente, cuore a cuore proprio con Nicola Russo.

In un vecchio film della commedia all’italiana, il grande caratterista Bombolo parlava durante una vicenda in scena di “regolamento di culi”. E questo ho dovuto fare, sempre per amor di verità in replica all’affermazione relativa al deretano di Dario Abbate.

Ma quale contraddittorio si può avere con uno che in 48 ore ha compiuto una giravolta copernicana, spaziale su Zannini con il quale si è alleato a sangue freddo? Oggi, così scrive di suo pugno il consigliere regionale in un post pubblicato in Facebook, siamo al servizio di Zinzi, ieri scriveva che eravamo al servizio di Dario Abbate, l’altro ieri di Oliviero. Non ne parliamo poi di Nicola Scognamiglio e della moglie Maria Luigia Iodice, che, dopo gli articoli in cui mi ero permesso di definire lunare l’atteggiamento del loro candidato a sindaco Antonio Trombetta, ben si guardavano dal confrontarsi con quei contenuti, limitandosi a dire che quegli articoli fossero ispirati “dagli Abbate” . E non ne parliamo in maniera tombale di Velardi che ha chiamato me e Abbate “giostrai, camorristi, drogati” ,giusto per citare i complimenti più gentili. Oggi sono di Zinzi, ieri di Abbate, ieri l altro di Oliviero, anni fa scrivevo perché così mi diceva di fare Giovanni Zannini contro l’uomo terminale di tutti i mali del mondo, al secolo Giovanni Schiappa, che ha perso le elezioni anche e soprattutto perché questo coglione che scrive l’articolo di oggi, si era convinto, perché glielo aveva raccontato Giovanni Zannini, che in quella Amministrazione Comunale abitasse il malaffare. Prim’ancora, correvano gli anni 2011-2012 era Stefano Graziano a telefonarmi ogni mattina per dirmi cosa dovevo scrivere durante la giornata ed erano quelli anche gli anni in cui Mimi Zinzi, papà del mio nuovo “suggeritore” mi querelava diverse volte, semplicemente perché questo giornale raccontava che un certo modo di fare l’amministrazione si rappresentava come un fatto illegale o quantomeno illegittimo, a prescindere da quali erano le generalità dei titolari della potestà. In pratica nel 2011 e nel 2012 scrivevamo esattamente quello che scriviamo oggi. Sono i politicanti a cambiare fronte; sono i politicanti che per un brandello di potere passerebbero anche sul cadavere della propria madre e dei propri figli, figuriamoci avere remore a stipulare un accordo con Giovanni Zannini contro il quale si è operato per anni, non perchè lo si ritenesse promotore della peggiore politica casertana, ma semplicemente perché le sue azioni erano al servizio anche di Antonello Velardi, il quale a sua volta, in realtà, era un nemico in quanto occupava una poltrona da cui andava disarcionato allo scopo di andarvisi a sedere, allo scopo di comandare e di gestire. Di cosa dovrei, dunque discutere in un contraddittorio con Abbate? Lasciamo perdere. Ognuno ha un suo modo di vedere il mondo e le cose e davanti al potere, Abbate, che ora penosamente paventa che il sottoscritto possa schierarsi con Velardi, non si è dimostrato certo migliore di lui.