LA PROVA. Vincenzo De Luca ha speso quasi 150 mila euro di tutti i campani per i 4000 manifesti contro Giorgia Meloni
12 Marzo 2024 - 13:48
Una settimana prima della protesta a Roma e dello “stronza” detto in un fuori onda di LA7, era già pronto l’impegno di spesa e il progetto economico per i manifesti che stanno tappezzando Caserta, Napoli e gli altri capoluoghi campani. Una garetta con un ribasso del 3% che ha fatto spendere alla regione (e, quindi, a noi contribuenti) la somma di 147 mila euro
CASERTA/NAPOLI – Non è stato per niente facile.
Non è stato per niente facile perché la documentazione relativa ai manifesti che la regione Campania ha fatto affiggere a Napoli, Benevento Caserta Salerno e Avellino era sì presente nella sezione Casa di Vetro, l’area trasparenza del sito della regione Campania, ma si trattava di un vetro fumè, visto che abbiamo dovuto cercare il nome preciso del documento per poter arrivare a leggere l’atto, con il sistema di ricerca degli atti che è tutto tranne che user friendly.
Si tratta degli oltre 4000 tra poster, manifesti, pannelli e grandi cartelloni che il governatore Vincenzo De Luca ha fatto affiggere nel cinque capoluoghi della nostra regione in un piano di comunicazione contro il governo Meloni, spendendo denaro dei campani.
Il primo atto di questo progetto propagandistico è datato 9 febbraio scorso. Parliamo del decreto con cui Dario
Fonzo nel suo decreto scrive che il responsabile dell’informazione multimediale del presidente, Gualfardo Montanari, iscritto all’Ordine dei giornalisti come professionista, ha chiesto di attivare una garetta, formulando preventivi a tre imprese, due di Napoli, la Dumbo ADV e la AV Communication, e una di Roma, la metrica Lab srl.
Sempre per quel concetto di trasparenza e Casa di Vetro di cui sopra, sarebbe molto interessante sapere perché l’esperto di comunicazione Montanari ha deciso che sarebbero state queste tre le società contattabili dalla regione Campania tramite il Mepa, ovvero il Mercato elettronico della pubblica amministrazione, per la gestione dei manifesti.
Il prezzo di questo progetto sarà di 125 mila euro netti. Ovviamente, va sommata l’IVA pari al 22%, che porta la somma a 152 mila euro, finanziata dal capitolo U00265, quello del bilancio dedicato alla promozione delle azioni politiche del governo regionale.
Chiaramente, questo capitolo non nasce in funzione antigovernativa, ma in questo caso la coincidenza temporale e argomentativa dell’impegno economico preso da palazzo Santa Lucia è evidente. Se gli spostamenti dei sindaci e dei consiglieri regionali del 16 febbraio a Roma dovrebbero essere stati spesi dagli stessi amministratori, questi manifesti sono di natura istituzionale. E questo non va bene. La legittima critica politica, base della nostra democrazia, non può essere finanziata da un ente pubblico, il punto è questo.
Tornando alla procedura, vi diciamo che ad occuparsi della gara è stato l’ufficio Grandi Opere regionale, di cui vi già abbiamo raccontato alcune gesta, in maniera non esattamente positiva, rispetto all’aggiudicazione – tramite la centrale appaltante della sanità Soresa – dei lavori da 15 milioni di euro per strutture dell’Asl di Caserta, affidati a Raffaele Pezzella, accusato in diverse inchieste di corruzione e camorra, e al suo socio Giampaolo Benedetti (CLICCA E LEGGI).
Questo succede, come detto, il 9 febbraio mentre il 21 dello stesso mese la trattativa diretta con le tre società contattate finisce in un ballo a due tra la Dumbo ADV e la AV Communication, ovvero le due società napoletane, guidate rispettivamente da Antonio Tammaro e Antonio Vitiello.
A portarsi a casa il lavoro è la Dumbo ADV di Tammaro, con sede in via Generale Orsini, offrendo un ribasso certamente basso, risibile: solo 3,2%, comunque superiore al 2,4% dell’AV Communication
Questo sconto “monstre” ha fatto passare la spesa, quindi, da 125.000 a 121 mila euro, senza contare l’IVA, che porta la somma complessiva della spesa della Regione Campania per i manifesti anti Meloni a 147 mila e 620 euro.
Se si considera che la manifestazione di piazza a Roma, quella delle proteste, quello della stronza pronunciato da Vincenzo De Luca nei confronti della presidente del Consiglio in un fuori onda, è avvenuta una settimana dopo il documento del 9 febbraio, possiamo dire tranquillamente che si è trattato di un piano studiato da Vincenzo De Luca e dagli uomini a lui vicini per creare una campagna propagandistica contro il governo nazionale. E se a qualcuno venisse il dubbio sulla gestazione dei manifesti e delle parole all’interno, riportiamo un semplice passaggio del capitolato: “Il progetto grafico sarà fornito direttamente dalla Regione“.
Punti di vista legittimi, per qualcuno condivisibili, quelli di colui che governa la regione, ma che questi pensieri, queste opinioni vengano espresse con dei manifesti acquistati con soldi pubblici, ci sembra una gestione pessima del denaro della regione da parte di un presidente condannato in questi stessi giorni dalla prima Sezione giurisdizionale d’Appello della Corte dei Conti di Roma a un risarcimento alla Regione di 100.000 euro per danno erariale.
Se avessero voluto portare avanti una seria, rispettabile e legittima battaglia politica, De Luca e soci avrebbero potuto spendere questi 147 mila euro di tasca propria. Anche perché, la carica di onorevole, di presidente di regione, siamo abbastanza convinti che permetta la possibilità di vivere in maniera più che dignitosa.
Invece, si è deciso di portare avanti una battaglia politica, partitica con i soldi provenienti dalle casse dei cittadini.
Al netto della veridicità di quanto scritto su quei manifesti, argomento di cui si dovrebbe discutere in maniera seria e approfondita, senza lanciare slogan, per l’appunto, da manifesto elettorale, la regione Campania non può permettersi di criticare granché sulla spesa dei fondi a disposizione.
Sono state troppe, infatti, le stranezze, le aggiudicazioni a società in odore di camorra (LEGGI L’EDITORIALE) che sono state attivate, messe in piedi da istituzioni regionali o istituzioni locali, compresa l’ASL di Caserta che, essendo ente della sanità, fa proprio capo alla regione Campania e al presidente De Luca che, non a caso, ne nomina i direttori generali.