LE FOTO. GUARDATE CHE MERDAIO E’ DIVENTATA CASERTA. Questa è l’area ex vescovado, nel cuore di corso Trieste. Qui l’uomo indigeno si è estinto e nuota felice nello sterco

5 Giugno 2024 - 19:43

Abbiamo ricevuto queste immagini un paio di domeniche fa e francamente ce ne eravamo anche scordati. Ci sono ritornate in mente quanto abbiamo letto un comunicato stampa del consigliere comunale di Fratelli d’Italia, Pasquale Napoletano.

CASERTA (gianluigi guarino) Purtroppo, anche quando ce ne usciamo con certe similitudini, con certe metafore, che meriterebbero, nel caso in cui non riguardassero la città di Caserta, di essere sottoposte ad un sindacato valutativo da cui potrebbe sortire anche l’idea che si tratti di un’esagerazione, dobbiamo constatare – la constatazione è qualcosa che ha a che fare con la realtà, quella che si tocca con mano – che probabilmente le scelte retoriche di CasertaCe sono finanche troppo misurate, sobrie rispetto alla realtà della città e alle condizioni scandalose in cui versa.

Al riguardo, c’è piaciuto, qualche tempo fa, scrivere che i casertani sono riusciti addirittura a sdoganare Dante Alighieri e il suo geniale strumento del Contrappasso. Li abbiamo immaginati, infatti, immersi nella merda fino al collo. Ci sembrava un’iperbole e l’avevamo utilizzata come provocazione finalizzata allo scopo di scuotere qualche coscienza, di pungere qualche recondita piega di orgoglio di questo popolo ormai rincitrullito dall’inazione.

Casertani immersi nella merda, la vedi come una scena raccontata da Dante nella raffigurazione di un girone infernale. No, altro che iperbole, non è così: la merda rappresenta, al contrario, il paradiso per i casertani. La bramano, l’amano, la desiderano e quando solo il naso, gli occhi e la testa le sopravvivono, ne sono felici.

Ma d’altronde, parliamoci chiaro: noi ce la prendiamo col sindaco Carlo Marino, con gli assessori Massimiliano Marzo, Emiliano Casale e con quell’altra là dei 5 Stelle che, francamente, non ci ricordiamo neppure come si chiami… ah, Mucherino. Ma qui, come abbiamo scritto 100 volte, tutto torna. L’80-90% dei cittadini del capoluogo vale la sua classe dirigente e questa classe dirigente è frutto, cioè scaturisce, ancor prima che dal voto elettorale, da una biologia, dalla metafora del merdaio-merdodromo di cui prima.

Solo merda felice, infatti, può contrassegnare, come elemento valutativo, di sintesi emblematica, quello che si vede in uno dei punti, forse nel punto più importante della città, una volta si chiamavano aree nodali, in cui esiste un abbozzo di vivibilità green, o meglio, dove esisteva un abbozzo di vivibilità green, visti che ora, se non c’è la merda e non è affatto detto che non sia costellata da deiezioni assortite, nascoste dalla selvaggia vegetazione, poco ci manca.

Duecento metri da piazza Margherita, 300 metri dall’ingresso della Reggia, neanche 100 metri dal Monumento di Caduti. Si tratta dell’ex area vescovile, davanti alla quale passano tutti, ma proprio tutti, casertani e non casertani, turisti e non turisti. Guardate queste foto e diteci voi se sono commentabili o no.

Focus, televisione acquisita da Mediaset e visibile sul canale 35, presenta, tra i suoi programmi più interessanti, quello che si intitola “La Terra dopo l’uomo”. In questo si rappresenta, attraverso una finzione, che il genere umano – ma solo l’uomo, non gli altri essere animati – si sia estinto totalmente. Si sviluppa, dunque, un esercizio di simulazione di quello che diventerà, trasformandosi giorno per giorno, lo scorcio di una città, come ad esempio New York, o anche una struttura fondamentale, come può essere una centrale atomica, nel momento in cui non c’è più un essere umano che ne regoli la vita e il funzionamento.

Una delle cose che va immediatamente a ramengo è la vegetazione: alberi selvatici e bestie feroci affollano Manatthan perché lì ci sono bellissime aree gestite proprio per la vivibilità green.

E beh, a Caserta gli uomini e le donne già non esistono più, impegnati come sono a nuotare nella merda. E’ come se, sulla strada dell’estinzione del genere umano, questa città si fosse portata il lavoro avanti, estinguendo i cittadini e il concetto stesso di cittadinanza.

Avere Carlo Marino come sindaco, avere un Marzo, un Casale, una come quella là di 5 Stelle e anche, ci dispiace dirlo, il buon Mimmo Maietta al governo (si fa per dire) delle operazioni, significa sancire, certificare l’inesistenza del genere della cittadinanza, con un cammino già spianato verso l’inesistenza del genere umano tout court.

Nei documentari di Focus le bellissime simulazioni sceniche non sono anticipate dalla comunicazione dei motivi per cui il genere umano si è estinto.

Nel caso di Caserta, di converso, lo sappiamo: tutti in paradiso con la merda fino al collo.