Le proprietà di Giuseppe Setola in mano a parenti e imprenditori. Ecco perché l’accusa li ritiene colpevoli
16 Ottobre 2019 - 18:12
CASAL DI PRINCIPE (Tina Palomba) – E’ prevista per il 13 novembre la requisitoria del pm della Dda di Napoli Alessandro D’Alessio, nel processo per di intestazione fittizia di beni, aggravata dal metodo mafioso, a carico di Giuseppe Setola, del fratello Pasquale, la sorella Immacolata. Alla sbarra anche Massimiliano, Francesco e Cipriano Pagano, titolari della General Impianti, Lucia Caterino, Mario, Emilio, Giovanna, Lucia e Fortunata Baldascino. Questa mattina la decisione del Pm dinanzi al presidente Orazio Rossi del tribunale di Santa Maria Capua Vetere dopo il rigetto delle richieste ascoltare nuovi testi, presentate dal collegio difensivo. Giuseppe Setola da tre mesi è stato trasferito dal carcere di Tolmezzo a quello di massima sicurezza dell’Aquila dove è recluso al 41 bis, dove inoltre si trova nell’ala riservata per la pericolosità. Secondo la tesi della Dda, la sorella di Setola, insieme al marito Mario Baldascino, avrebbero acquistato beni per un valore superiore rispetto al loro reddito familiare estremamente inferiore rispetto alla possibilità d’acquisto, visto il valore di tali beni. Per quanto riguarda la General Impianti, invece, sempre per l’accusa, sarebbe stata concessa fittiziamente ai Pagano da Pasquale Setola.
Ora la sentenza dovrebbe prevedere solo la condanna personale per il reato di intestazione fittizia. Nel collegio difensivo sono impegnati gli avvocati Luigi Iannettone, Paolo Caterino, Alessandro Diana, Mirella Baldascino e Paolo Di Furia.