MADDALONI. L’imprenditore delle pompe funebri Eugenio Iorio, padre della parlamentare Cinquestelle Marianna, condannato per lesioni personali e calunnia
10 Febbraio 2020 - 17:50
MADDALONI – Eugenio Iorio, 60 anni, ha una reputazione che va al di là, trascende e prescinde da quella di sua figlia Marianna, divenuta in quella autentica beneficiata delle elezioni politiche del marzo 2018, deputata del movimento Cinquestelle, in forza di quel 49% raccolto dai grillini in provincia di Caserta.
Eugenio Iorio, infatti, fa parte di una famiglia conosciuta, a Maddaloni ma non solo, per la propria attività imprenditoriale, trattandosi di una delle aziende leader del settore privilegiato, in quanto impermeabile ad ogni crisi, delle pompe funebri. Quello dei “Fratelli Iorio”, è, infatti, un brand di successo. Non sarà il massimo dell’allegria, ma l’allegria l’ha data a questa famiglia che, anche grazie ad una concorrenza non troppo agguerrita e non troppo diffusa, ha assunto una leadership in questo particolare comparto del terziario noir, in quella che comunque è la terza o la quarta città della provincia di Caserta per dato demografico dei vivi e, conseguentemente, anche dei morti.
Insomma, fino a due anni fa, Eugenio Iorio, oggi 59enne, il fratello Mario, e un terzo fratello che deve essere l’ultima gamba della società in nome collettivo che esercita da anni l’attività, erano nettamente più conosciuti di Marianna Iorio, ce poi li ha sopravanzati essendo diventata un’onorevole della Repubblica Italiana.
Oggi Eugenio Iorio va a riprendersi lo scettro e anche l’onore o il disonore – questione di punti di vista – dei riflettori, visto che stamattina il giudice monocratico del Tribunale di S.Maria C.V., Massimo Urbano, tra le altre cose anche presidente della sezione Misure di Prevenzione dello stesso, ha condannato Eugenio Iorio a un anno e 8 mesi di reclusione, pena sospesa, per i reati di lesioni personali e calunnia, nei confronti di Roberto Selmi di Macerata Campania, consulente del lavoro.
Tutto inizia negli ultimi mesi dell’anno 2015. Il 24 novembre Eugenio Iorio presenta una querela nei confronti del citato Selmi per lesioni personali e tentata violenza privata.
Trascorrono otto giorni e il 2 dicembre è Selmi a presentare, a sua volta, una circostanziata denuncia nei confronti di Eugenio Iorio per lesioni personali, minacce e violenza privata.
Le due azioni giudiziarie si muovono parallelamente. Quella che Iorio fa nei confronti di Selmi viene, però, archiviata dal Tribunale di S.Maria C.V.
Una decisione che finisce per rafforzare la tesi del professionista di Macerata Campania. A quel punto, alle accuse mosse nei confronti di Iorio, si aggiunge anche quella di calunnia, che viene fuori dal fatto che l’imprenditore delle pompe funebri aveva incolpato, così è scritto nel capo d’imputazione “pur sapendolo innocente”, dei reati citati quando abbiamo illustrato la denuncia del 24 novembre 2015.
Le indagini vengono affidate alla Pm della Procura della Repubblica presso il Tribunale di S.Maria Capua Vetere, Giorgia De Ponte, la quale, nel 2017, chiede al Tribunale il rinvio a giudizio di Eugenio Iorio con quattro capi di imputazione: tentata violenza privata legata alla minaccia formulata da Iorio a Selmi di “rompergli le gambe”, sfociata nella lesione di un dito;
lesioni personali aggravate in relazione alla frattura di una falange della mano sinistra, certificata dall’Ospedale Civile di Caserta.
E ancora, per quanto riguarda il capo C, un altro episodio di lesioni personali per contusioni al volto, al torace e al ginocchio sinistro con 7 giorni di prognosi assegnati dal Pronto Soccorso dell’ospedale di S.Maria C.V.;
infine, il reato di calunnia di cui abbiamo già fornito i dettagli.
Nel processo, Roberto Selmi si costituisce parte civile ed è rappresentato dall’avvocato Gianluca Giordano. L’imputato Eugenio Iorio viene difeso dall’avvocato Gabriella Vitiello.
Tra i testimoni c’è anche suo fratello Mario Iorio. Particolare importantissimo, perché la querelle tra Eugenio Iorio e Selmi parte proprio dalla richiesta di operare un controllo amministrativo, ovvero una verifica contabile, sulla società “Fratelli Iorio Snc”.
Il Pubblico Ministero aveva chiesto, per l’imputato, due anni di reclusione. La sentenza contiene anche l’assoluzione dal reato di tentata violenza privata ed esclude le aggravanti relative al capo B, cioè al primo episodio di lesione personale.
Primo episodio rispetto al secondo contenuto nel capo C. Una distinzione speculare alla circostanza che Roberto Selmi di querele ne ha presentate due: la prima, quella già citata del 2 dicembre 2015. La seconda il 6 aprile 2016, evidentemente frutto di un altro incontro ravvicinato con il più che fumantino imprenditore delle pompe funebri.