MARCIANISE. Francesco Saverio Letizia se n’è andato, Velardi spende 300mila euro dei cittadini per costringere Spasiano e Tartaglione a girarsi i pollici. E quello schifo del Consorzio Idrico…

9 Ottobre 2021 - 17:30

Vi spieghiamo perché, dopo la decisione dell’ingegnere che fu coordinatore della campagna elettorale del sindaco, di andare in esilio per timore che le ragioni esposte nelle sue denunce da Alberto Dallio possano causargli seri problemi, il Comune non può muovere neanche una matita e non può assumere nessuno, perché bisogna aspettare i comodi di G.B. Valentino, Rachele Barbarano, Pasquale Di Biasio e Giovanni Zannini

 

 

MARCIANISE (G.G.) – Da qualche giorno, l’ingegnere Francesco Savrio Letizia ha ripreso servizio al Comune di Napoli, cioè nel luogo in cui lui era ed è effettivamente di ruolo, in quanto vincitore di Concorso.

è terminata, dunque, a questo punto definitivamente, la sua esperienza da dirigente del Settore Lavori Pubblici del Comune di mARCIni.

Una collocazione cercata in maniera molto pressante e preparata, con ogni probabilità, con il transito al Comune di Maddaloni, dove, in forza di un accordo sottobanco che sicuramente c’è stato tra il sindaco di Marcianise e quello di Maddaloni, Andrea De Filippo, con il criterio della mobilità, ha utilizzato la sua posizione come trampolino di lancio verso l’agognata destinazione marcianisana.

Al di là del suo valore professionale, che non ci permettiamo (fino a prova contraria) di mettere in discussione, l’essere stato il coordinatore organizzativo della campagna elettorale del Velardi, definendo nel periodo immediatamente successivo il suo trasferimento a Marcianise, lo ha catalogato ai nostri occhi come un fruitore della mangiatoia clientelare.

E siccome il suo approdo al Comune di Marcianise si è connotato di procedure opache sin dall’inizio, è successo poi che, sfortunatamente per lui e per Velardi, un altro partecipante allo stesso concorso per mobilità fosse uno molto preparato, molto competente, che riteneva e ritiene, a nostro avviso giustamente, di essere stato defraudato nel momento in cui la scelta a favore di Francesco Saverio Letizia ha costretto Alberto Dallio a rimanere in servizio nella bellissima quanto lontanissima Moena, dove l’ingegnere ha dovuto trasferire l’intera famiglia.

In un esposto inviato al presidente della Repubblica, di cui abbiamo già scritto in un paio di occasioni, Dallio ha messo nero su bianco quelle che ritiene e definisce procedure illegali.

Una qualificazione forte, di cui però si è assunto piena e limpida responsabilità nel momento in cui ha deciso di dar corpo anche ad un esposto-denuncia formalizzato al Protocollo della Procura della Repubblica di S.Maria C.V.

E mentre la Procura si muove o non si muove, con i suoi tempi, mentre la Presidenza della Repubblica si prende a sua volta il tempo tipico della burocrazia italiana, ci ha pensato proprio Francesco Saverio Letizia a valorizzare e validare le ragioni esposte da Alberto Dallio.

Perché se uno lascia un ruolo apicale da dirigente nel proprio Comune di residenza, dopo averlo inseguito in maniera spasmodica, dopo aver capeggiato la macchina organizzativa della campagna elettorale di Velardi, vuol dire che più di un timore Letizia nutre di fronte alla denuncia del suo collega.

Il trasferimento a Napoli lo mette, probabilmente, al riparo da conseguenze spiacevoli, essendo venuto meno il vantaggio frutto di una posizione professionale impropriamente conquistata.

Da oggi, dunque, la funzione di dirigente dei Lavori Pubblici nel Comune di Marcianise è vacante ed è affidata al facente funzione Aniello Iuliano di cui non conosciamo ancora il livello di fedeltà, la cifra di cieca disponibilità e fanatica adesione non già a un modello di governo, che a Marcianise non esiste, bensì a un modello antropologico, che si riassume nel carattere, nel modo di rapportarsi al prossimo del sindaco Antonello Velardi.

Di solito i facenti funzione firmano lo stretto indispensabile e difficilmente si avventurano in procedure rischiose. La provvisorietà della loro funzione rende, infatti, l’incrocio con il rischio un’operazione non redditizia.

Insomma, pur aspettando e pur preparandoci a valutare con grande attenzione i primi atti amministrativi firmati da Iuliano, il rischio che l’Ufficio Tecnico si ingolfi, soprattutto nella parte riguardante l’edilizia privata, è concreto.

Ora, se il Comune di Marcianise non fosse stato trasformato in un’arena, se non fosse stato piegato a logiche che nulla hanno a che vedere con gli interessi collettivi, quando questi diventano funzione della qualità dei servizi offerti dal personale, la soluzione sarebbe a portata di mano: perché Gennaro Spasiano e Fulvio Tartaglione o lo Stato li considera dei criminale e li caccia, oppure, come giusto ed equo che sia per il momento, li utilizza per quello che sanno fare, cioè gli ingegneri degli Uffici Tecnici.

Al contrario, i 140/150mila euro all’anno che tra stipendio netto e contributi costa Spasiano e gli altri 150mila euro che i contribuenti marcianisani spendono per gli emolumenti di Fulvio Tartaglione, vengono letteralmente buttati via perché siccome i due sono diventati antipatici al sindaco Velardi, vanno relegati in uffici insignificanti o comunque strumento di una sottoutilizzazione di queste costose risorse: Gennaro Spasiano alla Cultura, Fulvio Tartaglione al…boh.

Un modo corretto di amministrare il pubblico danaro? Poi Velardi si arrabbia se uno gli ricorda la vicenda dei falsi permessi o la vicenda delle firme false.

Ma questi due fatti sono l’unica spiegazione possibile della modalità che articola i rapporti tra il sindaco e il danaro dei cittadini.

Se non sottolinei continuamente la totale assenza di un’etica istituzionale, di un’etica democratica, di una integrità materiale e morale, dove la vai a trovare la spiegazione per una cosa come questa, per un sistema che fa autenticamente strage del pubblico danaro?

Come si giustifica, non partendo dai presupposti di prima, il fatto che i contribuenti di Marcianise, con le tasse, pagano 300mila euro all’anno tra stipendi e contributi ai due ingegneri Gennaro Spasiano e Fulvio Tartaglione per non fare, loro malgrado, un benemerito?

Ci rendiamo conto di inserire nel ragionamento una categoria che appare disancorata dal contesto. Ma a nostro avviso una cosa del genere dovrebbe essere colpita a Marcianise, come in qualsiasi altro posto, dalla Corte dei Conti, da un tribunale che non sanziona solo le irregolarità contabili della gestione, ma che dovrebbe allargare stabilmente le proprie valutazioni ad aree, invece colpevolmente inesplorate, della inefficienza e del cattivo uso della spesa pubblica dequalificata e squalificata.

E invece siamo qui a raccontare di un posto vacante che resterà tale perché, siccome i marcianisani, anzi il 50,8% dei marcianisani che ha votato Velardi, non si vogliono far mancare proprio nulla, i processi produttivi dei servizi resi al cittadino dal Comune sono sospesi, ostaggio, prigionieri, dei signori Pasquale Di Biasio e Giovanni Zannini, i quali non sanno più cos’altro inventarsi per giustificare l’ormai non più raccontabile quotidiana vergogna che connota la vita e le opere diaboliche del Consorzio Idrico Terra di Lavoro.

Comprendiamo i motivi per cui ancora oggi, 9 ottobre, questo Consorzio non ha ancora approvato il suo Bilancio, divenuto una cosa più farlocca delle borse di Prada vendute dai vucumprà.

Ma il fatto che il Consorzio Idrico non abbia ancora approvato il Bilancio, impedisce al Comune di Marcianise, in verità anche agli altri Comuni soci, ma soprattutto a Marcianise, titolare della quota di partecipazione più alta, di approvare a sua volta il cosiddetto Bilancio Consolidato, elaborazione, obbligatoria postilla dei Bilanci principali (Preventivo e Conto Consuntivo).

Senza l’approvazione del Bilancio Consolidato, che è il documento realmente completo, rappresentativo del 100% del Conto Economico, del 100% dello Stato Patrimoniale, perché registra anche tutte le cifre che il Comune eroga o incassa in relazione alla sua partecipazione agli enti strumentali, ai Consorzi intercomunali, non si può muovere neppure un portapenne.

Non si può spendere un euro. Men che meno si possono realizzare assunzioni, comprese quelle previste e regolate dall’articolo 110 del TUEL riguardante figure professionali che durano in carica fino a quando in carica ci resta il sindaco che, diciamocela tutta, li assume direttamente, discrezionalmente, con buona pace di quella fase preliminare attuata da una commissione che conta meno di zero.

Per cui, le necessità di Di Biasio, di Giovanni Zannini, di Giovan Battista Valentino, di Rachele Barbarano, diventano fulcro e sostanza, elemento principale e prioritario della gestione comunale.

Oggi ancor più di ieri, visto e considerato che se G.B. e la moglie si svegliano storti perché tutto l’apparato degli incarichi legali del Consorzio Idrico, che ha reso sontuoso il loro conto Corrente, si è bloccato, magari a causa di qualcosa ascrivibile al sindaco, Valentino ci metterebbe un secondo a rendere disponibile l’unica firma che manca per spedire Antonello Velardi a casa sua.

Casa dove magari, rullina in mano, può ripassare le misure dell’appartamento abusivo da lui costruito e per il quale resta indagato dalla Procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere.