MARCIANISE. “Il Mattino” fa tirare per la giacca la Guardia di Finanza. Ma sul luna park dei Tartaglione non ne azzecca una

13 Novembre 2019 - 13:49

MARCIANISE (Gianluigi Guarino) – A “questi qua” non bisogna più regalare la possibilità di dribblare le questioni di contenuto. Se, infatti, Casertace ha avuto un limite in questi anni, è stato quello di farsi sopraffare tante volte, utilizzando molto la passione retorica dell’invettiva, dall’indignazione di un’onestà anacronistica e chiaramente disadattata rispetto agli usi e ai costumi di questa provincia. Nei nostri articoli ci sono sempre stati i contenuti. Ricostruzioni lunghe, a volte barbose, ma con un format necessario a garantire a chi ne era oggetto il fatto che nessun impulso di giustizia sommaria costituiva il fondamento e la motivazione dei nostri articoli.

Eppure in un contesto territoriale com’è quello della provincia di Caserta, in cui regna l’ignoranza (in cui nessuno mai “si sogna” di utilizzare neanche lo strumento elementare, ma tutto sommato efficace, di Wikipedia, per leggere chi fosse Cicerone, chi fosse Catilina) la parte retorica dei nostri articoli diventava l’unica messa artatamente in evidenza da quelli che, toccati dalle nostre ricostruzioni ma profondamente in cattiva fede, la buttavano in caciara, evidenziando solo l’enfasi di certe parole e di certi periodi dei nostri scritti.

Da qui le querele fatte da “Il Mattino”, onestamente sconcertanti, e che comunque ti fanno perdere tempo, ti creano un danno economico, soprattutto perché molto spesso in tribunali lontani da quello di Santa Maria Capua Vetere, quegli articoli sono letti dalla magistratura inquirente ed istruttrice dei procedimenti in maniera molto superficiale e senza una reale cognizione di causa.

E allora, non bisogna dar vantaggi. E bisogna scrivere che Franco Agrippa è il corrispondente de “Il Mattino” da Marcianise e lo è a pieno titolo nonostante il fatto che il caporedattore centrale di questo giornale, è di Marcianise, ha fatto il sindaco a Marcianise, ora continua a far politica a Marcianise e Franco Agrippa è un suo sostenitore, un suo supporter, oltre che un collaboratore con rapporto fondato sul fatto che “Il Mattino” gli paga, giustamente, gli articoli che scrive e che dunque Velardi, cioè il sindaco, l’ex sindaco, il politico, è determinante nel mantenimento di questa posizione.

Magari ci sbagliamo, ma vorremmo conoscere il punto di vista dei cittadini, dei lettori de “Il Mattino”, del nostro Ordine professionale. Così, senza acrimonia, senza far casino. Un confronto sereno sull’etica della nostra professione che sia però un confronto reale in cui ci sono due tesi che possano sviluppare, ognuna, i propri contenuti e i propri significati.

Dunque, “Il Mattino” a Marcianise è rappresentato da un giornalista che, da un lato, è un collaboratore che il giornale paga per ogni articolo, dall’altro è un supporter del caporedattore centrale di questo giornale. Ma non un supporter del solo caporedattore centrale, bensì, con tanto di partecipazione attiva nell’organizzazione della campagna elettorale e anche nella verifica delle firme delle liste, supporter anche del politico di Marcianise, di chi ha fatto il sindaco per tre anni e mezzo e che ora il sindaco non fa più perché è stato mandato a casa con la democratica approvazione di una mozione di sfiducia in consiglio comunale.

Il resto sono tutte chiacchiere. La realtà è una sola: che nessuno in questi anni è riuscito, per una sola volta, ad articolare una risposta seria, serena, concreta, sulle domande che noi abbiamo posto. Querele, livori solamente. Perché è chiaro che queste erano domande che davano fastidio ai poteri forti del giornalismo campano.

E allora, quale valore può avere – e non è una domanda retorica, ma è una domanda piatta, reale, aperta ad ogni tipo di risposta – un articolo come quello pubblicato oggi da “Il Mattino”, a firma di Franco Agrippa, in cui, con un discorso indiretto, senza citare i nomi e i cognomi, viene scritto, in pratica, che il commissario straordinario Lastella è una sorta di visionario. Ovviamente non viene utilizzata questa parola, per carità. D’altronde, il velluto,  la palude e la deferenza autocensoria verso i potenti rappresentano il tessuto connettivo di questo giornale e della sua filosofia.

Ma l’utilizzo di argomenti, a nostro avviso, poi magari ci sbagliamo, assolutamente capziosi, porta esattamente a questa nostra considerazione sulla volontà di insinuare dubbi sulla qualità dell’azione del commissario Lastella. Quelli della cooperativa Polisportiva Icarus, in pratica, i congiunti del ben noto Domenico, Mimmo per gli amici, Tartaglione, dicono di cascare dal pero rispetto alla presa di posizione doverosa e responsabile del commissario (che ci riconcilia, almeno per una volta, con il lavoro di uno che opera all’interno di una Prefettura).

Dicono, infatti, che la Guardia di Finanza ha più volte controllato le loro attività, cioè quella sorta di cittadella della somministrazione che si è sviluppata nel perimetro di tantissimi metri quadrati, attraverso costruzioni che somigliano molto di più ad immobili stabili che a prefabbricati rimovibili. E dicono che non ha trovato niente di irregolare. Poi legano al mercato domenicale la questione del loro insediamento, realizzato attraverso il sistema, stando a quello che la legge prevede, molto meno invasivo, dell’adozione di spazi pubblici da parte di privati che ne curano la manutenzione e in cambio ci possono impiantare qualche piccola attività.

Badate bene, Agrippa e dunque Velardi, lo definiscono “fiera dell’usato“, insomma una roba molto simile a quella, finalmente stroncata, dopo anni e anni di illegalità, che convogliava in un’area a confine tra il comune di Casagiove e quello di Recale, migliaia e migliaia di persone e dove “Striscia la Notizia” scoprì che si vendevano addirittura anche le pistole, cioè le armi da fuoco.

Ecco il solito gioco di abilità.

Dall’articolo si evince che sono i non meglio precisati responsabili dell’associazione Icarus ad affermare che la Finanza ha controllato e che ha trovato tutto in ordine, tranne un solo mercatale non in regola domenica scorsa (CLICCA QUI per leggere il nostro articolo, così capite il reale motivo). In questo modo, il giornalista e il giornale spostano la responsabilità delle parole pronunciate su questa presunta attività della Finanza sui discendenti di Domenico Mimmo Tartaglione. Della serie, l’hanno detto loro, noi ci siamo limitati a pubblicarlo.

Intanto, va detto che una dichiarazione correttamente acquisita va pubblicata con i due punti e le virgolette e con il nome di chi la fa. In sostanza, il gioco di abilità sembra finalizzato, almeno per quel che è il nostro punto di vista, a tirare per la giacchetta la Guardia di Finanza.

Ora è anche possibile che le Fiamme Gialle abbiano effettuato dei controlli alle attività commerciali del parco della somministrazione della Tartaglione’S family. Ma, com’è successo per il mercato della domenica, questa attività ha riguardato solo e solamente il controllo delle licenze e dei titoli abilitativi alla vendita al dettaglio.

Questa, ripetiamo, è una deduzione nostra, perché di certo c’è solo la visita che i finanzieri della Compagnia di Marcianise hanno effettuato domenica scorsa, in quella che “Il Mattino” definisce fiera dell’usato.

Ma il problema è rappresentato da quella che a nostro avviso è una lettura capziosamente insufficiente, carente dei fatti rispetto a come questi sono effettivamente e così come chiaramente vengono spiegati nella nota con cui, ieri, il commissario straordinario Lastella (CLICCA QUI PER LEGGERE IL NOSTRO ARTICOLO) annuncia non di aver assunto dei provvedimenti, ma semplicemente di aver iniziato un’attività di controllo sulla liceità di tutte le attività effettuate nella zona mercato. Un popò di gazebo, bar, sedie, ombrelloni e chi più ne ha più ne metta, con cubature degne di un’area Pip, frutto dell’utilizzo, da parte del Comune di Marcianise, della possibilità offerta dalla legge di affidare degli spazi pubblici ad un privato in cambio di una decorosa manutenzione degli stessi e di un modesto utilizzo a scopi commerciali, a titolo di ristoro.

Qui il problema non è se la famiglia Tartaglione o i bancarellari della domenica abbiano o non abbiano le licenze commerciali. Perché la mistificazione che, a nostro avviso, emerge da questo articolo, è proprio questa: lì, ripetiamo, a nostro avviso, l’illegalità è legata ad un utilizzo della norma sull’adozione delle aree enormemente esorbitante, rispetto a quello che la legge consente. E se si esorbita, vuol dire che si compiono degli abusi, rispetto ai quali il commissario straordinario non può non intervenire.

Ancor più evidente, è lo schifo della fiera dell’usato. Anche qui si mistifica puntando sulla scarsa conoscenza intorno ai fatti che i cittadini hanno. La Finanza è andata a controllare le licenze e per il momento non si è ancora occupata dell’illegalità evidente e cioè del fatto che il mercatino o, come lo chiama “Il Mattino”, la fiera dell’usato, viene tenuto(a) in un’area totalmente, indiscutibilmente, vincolata all’uso di parcheggio, ai sensi del Piano Regolatore Generale ancora vigente che, se non ci sbagliamo, è una fonte del diritto non violabile, pena l’intervento dell’autorità giudiziaria e la possibile messa in stato di accusa di chi la norma viola. 

Tutto il resto sono chiacchiere e bagattelle. Su questo, “Il Mattino” dovrebbe misurarsi. Perché i furbi la fanno franca proprio in quanto quelle agenzie deputate al controllo attraverso una corretta informazione, iniettano (volutamente o involontariamente, questo non lo possiamo stabilire) dosi industriali di superficialità nella esposizione dei fatti.

E infine giù le mani dal commissario Lastella. Noi saremo qui a vigilare e a stendere un cordone di protezione attorno ad una istituzione dello Stato, la cui attività potrebbe essere, come dimostra questo articolo, oggetto di una lettura (usiamo per la terza volta questa parola) mistificatoria e mistificatrice.

Ribadiamo, però, che questo è solo il nostro punto di vista. Come sempre capita, l’articolo de “Il Mattino” che noi con pieno diritto critichiamo, lo pubblichiamo integralmente in alto. Ognuno, in questo luogo dedicato al liberalismo integrale, può leggerlo e formarsi una sua autonoma opinione sui fatti, magari dando un’occhiata, possibilmente attenta, al nostro articolo.