MARCIANISE. Che figuraccia: frana la Wikileaks di Velardi, la funzionaria del comune denunciata verso il proscioglimento

17 Settembre 2018 - 13:04

MARCIANISE (g.g.) – Fu tra le prime iniziative da neo sindaco fustigatore assunte nel trattamento del personale amministrativo interno al Comune di Marcianise. D’altronde lo aveva detto in campagna elettorale: “Nulla sarà più come prima!”

E forse la deformazione professionale e le sue note frequentazioni in ambienti della sicurezza lo avevano indotto seriamente a pensare di aver scovato l’Edward Snowden in gonnella al comune di Marcianise.

Attraverso post di Facebook aveva, con petto in fuori, annunciato al popolo di aver denunciato e rimosso dal proprio incarico una dipendente infedele, rea di aver cancellato dal computer dell’ufficio dati sensibili, files riservati e chissà forse quali segreti amministrativi dell’ente. La popolazione aveva da subito plaudito ed osannato il sindaco-fustigatore con centinaia di “like” in calce al suo post ed al contempo gridato allo scandalo pensando ad un vero e proprio caso wikileaks in salsa marcianisana.

Risultato? Il Pm Cozza della Procura della Repubblica di Napoli visto che il reato di competenza della procura distrettuale napoletano ha condiviso la tesi dell’avvocato Mariano Omarto, difensore della funzionaria indagata L.I., ed ha avanzato al G.i.p. richiesta di archiviazione.

Dunque, con buona pace del sindaco fustigatore nessuna violazione di segreti e nessun rischio per la sicurezza del comune di Marcianise. E’ bastato l’interrogatorio dell’indagata per chiarire che alcun dato sensibile di sistema, alcun programma operativo ed informatico dell’ente sia stato cancellato o rimosso dalla memoria software del computer dell’ufficio. In pratica la macchina è intatta. L’unica cosa che la funzionaria si era limitata a fare prima del suo trasferimento in altro ufficio è stato rimuovere dal desktop del computer una propria cartella di lavoro contenente dei modelli di atti amministrativi su cui era chiamata spesso a lavorare.

Intanto però la dipendente ha subito anche un procedimento disciplinare conclusosi con la ingiusta, diremmo noi, comminazione di una pesante sanzione oggetto tuttavia di impugnazione davanti al giudice del lavoro il cui esito, alla luce di quello del procedimento penale, appare oggi abbastanza scontato.

Al vaglio del Pm vi è anche la richiesta dell’avvocato Omarto di valutare un’ipotesi di calunnia ai danni della impiegata comunale relativamente alla denuncia sporta dall’allora segretario comunale Onofrio Tartaglione.