MUSICA & CAMORRA. Al 41bis niente CD da ascoltare per il boss Michele Zagaria. E sui “neomelodici”…

1 Ottobre 2023 - 10:22

CASAPESENNA – La prima sezione della corte di Cassazione ha accolto il ricorso Dap, Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria del Ministero di Giustizia, annullando quindi la decisione del tribunale di Sorveglianza di Sassari con la quale i giudici avevano rigettato il primo reclamo del Dap contro la decisione del magistrato di sorveglianza del supercarcere che, in buona sostanza, aveva accolto la richiesta del boss Michele Zagaria di acquistare ed usufruire di CD per ascoltare musica tramite compact disc.

La motivazione del magistrato e del tribunale sassarese si legava alla circostanza della sicurezza che i CD, rispetto, ad esempio, ai lettori multimediali più contemporanei, danno per esercitarne il controllo, in modo da evitare messaggi cifrati all’interno dei supporti musicali. Controlli che, per la corte sassarese, “non determinano apprezzabili maggiori carichi di lavoro o problematiche gestionali“.

Meno d’accordo il Dap prima e la Cassazione poi, visto che la corte dell’ultima istanza ha ritenuto fondato il ricorso del dipartimento del ministero di Giustizia.

Per la Cassazione questi controlli, questi carichi di lavoro non particolarmente onerosi per gli agenti di custodia, invece, potrebbero determinare l’ingiustificato sviamento delle risorse umane dell’amministrazione per soddisfare una – scrivono i giudici – “opzione di gusto musicale del detenuto che esorbita dal diritto soggettivo, ove si consideri che la fruizione della musica è ampiamente assicurata da altri canali facilmente accessibili all’interno dell’istituto carcerario.

La Cassazione ha rinviato le carte per un nuovo giudizio al Tribunale di sorveglianza di Sassari.

NEOMELODICI E CAMORRA

Non sappiamo se il boss volesse ascoltare musica da camera, rock progressive o cantanti neomelodici, ma su questi ultimi il Dap ha segnalato una circostanza ormai nota, ovvero che alcuni “testi contengono anche riferimenti a dinamiche di criminalità organizzata“.

La Cassazione non specifica se sia questo un dei motivi che hanno portato alla cancellazione del diritto ai cd del boss, ma potrebbe essere stato preso in considerazione anche questo fattore.

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