LA MORTE DELLA PICCOLA AURORA. Domani la decisione sulla scarcerazione della madre INCINTA PER LA QUARTA VOLTA

21 Novembre 2023 - 19:20

Anna Gammella ed Emanuele Savino sono finiti in cella per omicidio volontario in concorso e maltrattamenti.

SANTA MARIA A VICO (r.s.) – E’ attesa per domani la decisione del gip Maria Pasqualina Gaudiano, del tribunale di Santa Maria Capua Vetere, sull’istanza depositata dai legali, di sostituzione o revoca delle misure cautelari per la 19enne Anna Gammella, difesa dall’avvocato Davide Pascarella e per il 26enne Emanuele Savino (assistito dall’avvocato Carlo Perrotta), accusati di omicidio volontario in concorso e maltrattamenti nei confronti della piccola Aurora Savino, morta lo scorso 2 settembre, dopo appena 45 giorni di vita. I due, genitori di Aurora e di altri due bimbi, che si trovano attualmente in una casa famiglia, sono stati arrestati lo scorso 14 novembre nella loro abitazione di Santa Maria a Vico ed hanno negato, nel corso dell’interrogatorio di garanzia, gli addebiti mossi dalla Procura sammaritana.

Procura la cui tesi accusatoria nasce soprattutto dagli esiti dell’autopsia effettuata sul corpo della piccina. Dall’esame, infatti, è emerso che Aurora aveva una duplice frattura al cranio, causata da un trauma contusivo ed un ematoma sull’emisfero sinistro. Questa duplice lesione avrebbe prodotto un’encefalopatia da ipertensione endocranica. Per gli inquirenti, a sferrare quel colpo mortale alla testa della neonata sarebbe stato il padre, Emanuele Savino. Non solo: entrambi i genitori, pur avendo constatato la situazione di gravi sofferenze della figlia, non l’hanno poi fatta visitare da nessun medico, né condotta in ospedale, cagionandone così la morte a seguito di insufficienza cardio-respiratoria.

Ma il corpo della piccina presentava, oltre a quella duplice lesione fatale, contusioni, ecchimosi, escoriazioni e anche le ustioni, queste ultime, stando all’attività investigativa, derivate dalla mancata prudenza nella gestione quotidiana della bambina, lavata, ad esempio, con acqua bollente. Ai coniugi è contestata, poi, la condotta delittuosa in forma omissiva: i due non hanno mai sottoposto la bambina a controlli o visite mediche, dalla nascita e fino alla morte, ricorrendo, tra l’altro, a cure “fai da te”, utilizzando rimedi inadeguati, quali applicazioni di strutto sulle ferite.

Quel colpo alla testa durante un gioco con i fratellini di 2 e 3 anni

Questo quanto accaduto, ma Anna Gammella ed Emanuele Savino, davanti al magistrato ed alla presenza dei rispettivi legali, hanno negato di avere mai fatto del male ad Aurora. Emanuele ha dichiarato di non avere colpito la bimba alla testa; la moglie ha avallato le parole del marito. Ma allora, quella duplice lesione al capo, messa in evidenza dall’autopsia, come potrebbe essersela procurata una neonata di 45 giorni? Ecco come l’hanno giustificata i genitori: Aurora, una settimana prima della morte, avrebbe subito un colpo alla testa mentre giocava con i suoi fratellini.

Luigi di 3 anni e Francesca di 2: loro due avrebbero, involontariamente, procurato la lesione al cranio della sorellina. Non facendola cadere, però, ma colpendola, probabilmente con qualche oggetto contundente. Questo, Anna Gammella ed Emanuele Savino hanno spiegato al magistrato. Questo sarebbe l’incidente domestico che è costato la vita alla piccola Aurora. Ma i due fratellini con cosa l’avrebbero potuta mai colpire? E come, poi? Aurora, sottolineiamo, aveva poco più di un mese. Non era, quindi, in grado né di gattonare, né di stare seduta. Qualcuno dei fratelli la teneva in braccio? Ed i genitori dov’erano in quel momento?

Anna ed Emanuele hanno dichiarato che, quel pomeriggio, loro erano in casa ma, evidentemente, se le loro parole rispondessero al vero, non sarebbero stati, comunque, attenti a controllare i loro bambini. Bimbi, ripetiamo ancora una volta, di 2 e 3 anni, che giocavano con la sorellina di 40 giorni.

La 19enne incinta per la quarta volta: il nuovo figlio “messo in cantiere” ad un mese dalla morte di Aurora

Facciamo un po’ fatica, lo ammettiamo, a comprendere tale omissivo atteggiamento da parte di due genitori giovanissimi. Due ragazzi che, a 26 anni, lui, e a 19 lei, erano già genitori di tre bambini. Non solo, ora che Anna Gammella è rinchiusa nel carcere di Pozzuoli, si è anche scoperto che è incinta, per la quarta volta, nonostante la sua giovane età. Sarebbe già alla quinta settimana di gravidanza. Quindi, un nuovo figlio è stato “messo in cantiere” dopo appena un mese dalla morte della loro terza bambina. Uno notizia che, probabilmente, ci aiuta ancor di più, a delineare lo scenario e l’ambiente in cui la piccola Aurora Savino è vissuta, per soli 45 giorni.