OMICIDIO IRRISOLTO. Dopo 20 anni ancora libero il killer di Romina: oggi il suo compleanno. Gli errori, il vicino e la scheda della piscina Poseidon

25 Luglio 2025 - 22:03

AVERSA – Oggi Romina Del Gaudio avrebbe compiuto 41 anni. Ma da vent’anni riposa nel cimitero di Napoli, vittima di un brutale omicidio che ha scosso la Campania e che, ancora oggi, non ha un colpevole. L’assassino è libero, e la famiglia della giovane continua a chiedere verità.

Era il 4 giugno 2004 quando Romina, appena 19enne, scomparve da Aversa durante la pausa pranzo. Lavorava per la Global Impact, una società napoletana che promuoveva contratti commerciali per conto di Wind. Quella mattina si era recata ad Aversa in auto con alcuni colleghi, ma nel pomeriggio non fece ritorno. Alle 18 scattò l’allarme.

Le prime fasi delle indagini furono segnate da alcune falle, mancanze, forse errori. Nonostante la denuncia di scomparsa presentata dalla madre, Grazia Gallo, le forze dell’ordine archiviarono il caso come “allontanamento volontario”. Quarantasette giorni vennero persi. Solo il 21 luglio il corpo senza vita di Romina fu ritrovato nel bosco della Reggia di Carditello, in avanzato stato di decomposizione.

L’autopsia rivelò una morte violenta: due colpi di pistola calibro 22 alla testa e una coltellata alla schiena. Il corpo nudo e il reggiseno strappato lasciavano pensare a un’aggressione a sfondo sessuale. Un primo indizio fu un paio di slip femminili trovati su un ramo nei pressi del luogo del ritrovamento. Ma quel capo, mai riconosciuto dalla madre, conteneva solo DNA maschile e portò gli inquirenti su una pista sbagliata.

Tra i sospettati dell’epoca figurava Luciano Agnino, 28 anni nel 2004, vicino di casa di Romina al Vomero. Fu lui a contattare la redazione di Chi l’ha visto?, fornendo alcune versioni dei fatti e dettagli allora sconosciuti. In un interrogatorio dichiarò spontaneamente: “Vuoi vedere che l’ho uccisa io a Romina? Vuoi vedere che sono stato io a darle una coltellata?”. Parole dette forse senza pensare, ma pronunciate prima ancora che il corpo venisse ritrovato e che si conoscessero le modalità del delitto.

Nonostante i sospetti, le analisi scientifiche dell’epoca non trovarono riscontri tra il DNA e quello rilevato sugli indumenti, lasciando fuori dall’inchiesta il nome di Agnino e quello di un suo amico.

Una possibile svolta è arrivata nel 2023. Dopo ben quattro richieste di archiviazione, la procuratrice Gerardina Cozzolino ha disposto nuove analisi genetiche sugli abiti originali della vittima, custoditi per due decenni. Sul reggiseno è stato rinvenuto un profilo genetico maschile. Un elemento che potrebbe finalmente riaprire il caso con una direzione concreta.

Restano aperte tre ipotesi investigative. La prima: un aggressore occasionale, forse lo stesso che fece una telefonata anonima dopo il delitto, notando Romina ad Aversa. La seconda: un conoscente che potrebbe averla seguita da casa. La terza: un movente legato alla figura del padre, residente a Francoforte, che aveva testimoniato in un processo contro membri della criminalità organizzata di Casal di Principe.

Un elemento finora trascurato è una tessera della piscina Poseidon di Parete, trovata nel bosco vicino al corpo. L’investigatore privato Giacomo Morandi ha recentemente individuato il titolare: un uomo che all’epoca del delitto aveva 35 anni. La madre di Romina è morta nel 2014, senza aver mai conosciuto la verità. Oggi è lo zio Ciro Gallo, assistito dall’avvocato Francesco Stefani, a portare avanti la battaglia per ottenere giustizia. Durante i funerali, pronunciò parole che ancora oggi risuonano con forza: “Gli assassini sono nel nostro quartiere”.

Vent’anni dopo, l’omicidio di Romina Del Gaudio resta una ferita aperta. Una ragazza uccisa a pochi giorni dal suo ventesimo compleanno, la cui vita è stata spezzata brutalmente. Il suo assassino non può rimanere impunito.