ORE 10:51 MICROSCOPIO CORONAVIRUS. De Luca persevera senza rendersi conto che è un fatto serio sull’errore dei casi casertani. Ieri numeri stazionari. Ma i tamponi sono ancora pochi e dunque la cifra è per noi incerta
22 Marzo 2020 - 11:14
CASERTA (g.g.) – Come abbiamo scritto qui ieri sera (CLICCA QUI PER LEGGERE)
noi, al di là di quello che pensa il popolo che ha tutto il diritto di essere
spaventato, ma non di rincretinire, pensiamo che i casi di Coronavirus nella giornata
di giovedì non siamo stati 88, bensì 95. D’altronde è lo stesso De Luca ad ammetterlo
quando scrive nell’ultimo rapporto che i sette del Sant’Anna e San Sebastiano erano arrivati in ospedale ad
inizio nottata tra giovedì e venerdì.
Però, prima lo ammette, successivamente carica, abbiamo già detto che è il verbo giusto, i
sette casi casertani di giovedì su venerdì. Lo fa nel rapporto di ieri sera quando
scrive: “Positivi di oggi 99. 92 + 7 arrivati in nottata dall’ospedale Sant’Anna ma
conteggiati oggi”.
Ora, ci rendiamo perfettamente conto che il capo della protezione civile regionale e
dell’unità di crisi Italo
somme urgenze che ha governato per anni in Regione; che capisca più di cemento, calce,
cantieri che di dati epidemiologici, ma c’è un limite a tutto.
Qui stiamo parlando di un’epidemia gestita con modalità senza precedenti nella storia
stessa dell’umanità. Ora non diciamo che occorrono dei “giganti” della competenza e
della preparazione che siano perfettamente all’altezza della enormità degli eventi,
però, De Luca e Giulivo, mica state vendendo le mortadelle? Invece di fare lo sceriffo
e le “sceriffate”, invece di rotolarsi nella sua sicumera di una dialettica sprezzante
quanto superficiale, il Governatore studi. Perché se chiude un attimo il becco e si
mette a lavorare alla propria erudizione specifica, si renderà conto che i diagrammi
epidemiologici, non sono un’operazione di accademia che fanno gli specialisti, cioè gli
epidemiologi così, per perdere tempo e per ingannarlo in questo periodo di reclusione
forzata, ma servono a capire, a fare proiezioni sulle tendenze, magari confrontate per
cluster di età e su una dimensione internazionale. Insomma servono a dare alla gente
un’informazione su un dato che giorno dopo giorno, a quasi 2 settimane dall’inizio
degli arresti domiciliari, sarà sempre più desiderata. Un desiderio che crescerà, giorno
per giorno, insieme al nervosismo di un mondo fermo, di un’Italia paralizzata che
diventerà un pensiero angoscioso almeno parimenti a quello del timore di ammalarsi.
Perché qui si rischia di morire di Coronavirus, ma si rischia anche di passare dalla
padella alla proverbiale brace, cioè al fallimento di un’economia, soprattutto quella
Meridionale, già di per sé barcollante e malmessa in tempi ordinari.
Ecco perché anche la corretta collocazione statistica dei 7 casi di Coronavirus
registratisi a Caserta giovedì, è un fatto importante, che solo la superficialità di un
Governatore ormai prigioniero del suo narcisismo e di una sua struttura di
collaboratori molto scadente, può considerare come una sorta di permutazione numeraria,
della serie, “vabbè e che fa’, i 7 malati non li abbiamo messi di là, ma li mettiamo di
qua ed è la stessa cosa”.
Gli antichi e gloriosi pizzicagnoli erano largamente più seri.
Per cui noi i dati di ieri sera, relativi, almeno così dicono De Luca e Giulivo alla
giornata di sabato, li confronteremo con quelli di venerdì, relativi alla giornata di
giovedì sera e che secondo De Luca sono stati 88, ma in realtà, perché così è, sono
stati invece 95.
Con questa premessa, dunque, dai 99 contabilizzati ieri, vanno tolti i 7 di Caserta.
Ripetiamo, per un motivo molto semplice: che questi 7 non si sono ammalati né ieri, né
venerdì, bensì giovedì.
E allora, in Campania, non si sono registrati 99 nuovi casi a fronte degli 88 del
giorno prima, bensì 92 nuovi casi a fronte dei 95 del giorno prima, 3 in meno in 24 ore.
Dettaglio, quest’ultimo, insignificante, in quanto per ora, dopo aver trascorso due
settimane a far il fesso, riproducendo l’antica gag salernitana delle ronde
presidenziali che tanto l’avvicinano alla figura inquietante di Cito, folcloristico ma
anche pericoloso sindaco tarantino degli anni ’90, ha dimenticato che per avere dei
dati seri di chi si ammala, occorre fare tanti, ma proprio tanti tamponi. Ciò perché
una grande percentuale dei positivi sono asintomatici e tu non li becchi mai se non
hai la platea dei controllati, così come ha fatto il capacissimo governatore del Veneto
Luca Zaia, che a fronte di 4mila positivi, ha praticato più di 50mila tamponi, numero
ben diverso dai 4mila e qualcosa fatti finora in Campania. Dunque, bisogna attendere
che il numero delle verifiche si allunghi e che si accorcino i tempi per la risposta
alle stesse e che oggi variano fra i 2 e i 4 giorni. Ecco perché i 92 casi di ieri
paragonati ai 95 del giorno precedente, non possono essere considerati, né un fatto
positivo e né un fatto negativo.
Questi 4 numeri dati ieri sera dall’Unità di Crisi li potrete leggere al dettaglio in
calce a questo articolo. Si nota che ad Avellino, dopo il caso di Ariano Irpino e del
drammatico, anzi melodrammatico intervento del Governatore, serpeggia la paura, dato
che all’ospedale Moscati i tamponi effettuati sono stati 80, solo 27 in meno rispetto a
quelli realizzati all’ospedale delle malattie infettive Cotugno, vera centrale
operativa di questa epidemia, così come lo fu, tanti anni fa, agli ormai proverbiali
tempi del colera. Fortunatamente non mancano stavolta i dati dell’ospedale di Caserta:
37 i tamponi a fronte di 9 positivi e 28 negativi. Quando leggerete che i positivi
della sessione pomeridiana di ieri sono 45, passate appresso, dato che una struttura di
protezione e anche d’informazione che ha l’ambizione di dare notizie ad horas sui
nuovi contagiati, facendo precipitare tutto il sistema di rivelazione nel caos di due
se non addirittura 3 rapporti quotidiani, non è assolutamente credibile quando sposta
numeri da imputare clinicamente ad un giorno sul giorno successivo a mo’ di frutta e
verdura comprata al supermercato. Di certo c’è solo il dato complessivo dei positivi in
Campania che sono diventati, a ieri sabato 21 marzo, 936, ma, badate bene, lo ribadiamo
per l’ennesima volta, a fronte di soli 4600 tamponi effettuati.
Nessuno lo dice: i positivi asintomatici campani che hanno rispettato l’isolamento, non
hanno propagato il virus in maniera indiscriminata, ma è anche vero che stando nelle
proprie case, hanno probabilmente contagiato i loro conviventi.
Unità di Crisi Regionale per la realizzazione di misure
per la prevenzione e gestione dell’emergenza epidemiologia da COVID-2019.
Decreto P.G.R.C. n°45 del 06.03.2020
+++ CORONAVIRUS, AGGIORNAMENTO +++
L’Unità di Crisi della Regione Campania comunica che, dal pomeriggio, sono stati analizzati:
– presso il centro di riferimento della Federico II 11 tamponi di cui 3 risultati positivi;
– presso il centro di riferimento dell’ospedale Moscati 80 tamponi di cui 12 risultati positivi;
– presso il centro di riferimento dell’ospedale Cotugno 107 tamponi di cui 15 risultati positivi;
– presso il centro di riferimento dell’ospedale Ruggi 40 tamponi di cui 5 risultati positivi;
– presso il centro di riferimento dell’ospedale Sant’Anna 37 tamponi di cui 9 risultati positivi;
– presso il centro di riferimento dell’ospedale San Paolo 17 tamponi di cui 1 risultato positivo
Pertanto i positivi di queste sessioni del pomeriggio-sera sono 45
Positivi di oggi: 99 (92 + 7 arrivati in nottata dall’ospedale Sant’Anna ma conteggiati oggi)
(Storico: positivi di ieri 88)
Tamponi di oggi: 548
Totale complessivo positivi Campania: 936
Napoli, 21 marzo 2020 ore 22