ORTA DI ATELLA “sciolto” per camorra. Puc, Decò, personale e voto di scambio. Già il 13 marzo scorso, CasertaCe aveva previsto tutto

7 Novembre 2019 - 11:45

ORTA DI ATELLA(g.g.) Lo scorso 13 marzo (LEGGI QUI), cioè circa 8 mesi fa, CasertaCe raccontava in esclusiva i motivi per cui la prefettura di Caserta, chiaramente sollecitata da un’indagine della dda, spediva una commissione di accesso al comune di Orta di Atella. Due erano i punti essenziali alla base di questa determinazione: la vicenda oscura, sicuramente torbida dello scontro che aveva opposto il primo cittadino Andrea Villano e il suo cugino diretto Raffaele Villano, manco a dirlo, dirigente del settore urbanistica (avete notato questa storia dei fratelli ben distribuiti, uno sindaco, l’altro dirigente, molto in voga in questa terra, in puro agro aversano style) e un’altra dirigente, la Ferrante, la quale, come titolare dell’area dei lavori pubblici aveva bloccato, con un formale parere negativo, la concessione, leggasi permesso a costruire, chiesto dall’imprenditore di Crispano Francesco Cennamo.

Uno scontro che aveva portato, incredibile ma vero, alla immediata epurazione ad opera del sindaco della dirigente menzionata, rea di essersi ammutinata, rispetto ai desiderata dei due cugini.

L’altro punto, forse ancor più importante, si chiama Puc, che diciamocela tutta, ad Orta di Atella anche nella sua versione originaria di prg, ha rappresentato sempre un optional, una cosa che c’era solo sulla carta. Leggendarie, al riguardo, certe nostre fotografie, pubblicare diversi anni fa, dei palazzi di una sedicente area Pip, piene di stendini, tende parasole, parabole della tv satellitare, eccetera.

La commissione d’accesso, proprio nel marzo scorso, aveva chiamato a rapporto il sindaco Villano che da quel colloquio era uscito significativamente turbato. Con una serie di motivazioni molto stringenti, la minoranza chiedeva proprio in quei giorni, incrociando il netto rifiuto del primo cittadino, della sua maggioranza, ed evidentemente anche del cugino del sindaco, del Puc vigente. Questa pervicacia rispetto alle evidenti irregolarità, alle evidenti forme di parzialità, alla seria possibilità che si potessero ripetere le cose già successe con Brancaccio che, ricordiamo, era inciampato proprio sul puc, perno principale della sua condanna per camorra, aveva indotto la commissione d’accesso a maturare delle convinzioni che poi sono state messe nero su bianco nel rapporto definitivo da cui il ministero degli interni ha tratto le ragioni per chiedere ed ottenere ieri sera, dal consiglio dei ministri, lo scioglimento dell’amministrazione comunale di Orta di Atella per infiltrazioni camorristiche che, per almeno i prossimi 18 mesi (ne potrebbero essere decretati altri 6, portando il conto a due anni esatti) sarà amministrata da una triade di commissari straordinari.

Ma nella relazione della commissione sono entrati a far parte anche altri contenuti: presunte relazioni tra componenti del personale del comune e criminalità organizzata e anche il voto di scambio con casi probabilmente relativi proprio alle elezioni comunali del giugno 2018.

E nell’indagine specifica sul voto di scambio che corre parallela nel percorso investigativo della dda, sono coinvolti, a quanto pare, anche altri noti politici della zona.

Comunque, in conclusione, se non ci dovesse essere l’allungamento a 24 mesi del commissariamento, si potrebbe anche pensare ad un nuovo voto amministrativo nell’autunno 2021. L’anno e mezzo infatti scadrebbe infatti nel maggio dello stesso anno, dunque già all’interno del periodo di 60 giorni, fissato dalla legge per la celebrazione delle elezioni amministrativo comunali. In poche parole, in primavera non ci sarebbero le condizioni giuridiche per votare. In autunno, invece, sì, perchè, com’è noto, la norma sull’election day, cioè quella appena citata che fissa il periodo tra il 15 aprile e il 15 giugno di ogni anno, trova deroga proprio nel caso relativo ai comuni sciolti per infiltrazione camorristica o più in generale malavitosa. Qualora invece, come non è improbabile, il termine venisse allungato a 24 mesi, allora con ogni probabilità, si voterebbe in pieno inverno, con finestre possibili e realistiche nella seconda metà di gennaio del 2022.

 

QUI SOTTO IL TESTO INTEGRALE DELL’ARTICOLO DA NOI PUBBLICATO LO SCORSO 13 MARZO

ORTA DI ATELLA – Incredibile ma vero, il sindaco Andrea Villano e la sua amministrazione comunale hanno battuto tutti i record, facendosi infliggere la nomina di una commissione d’accesso la quale dovrà valutare se esistono o meno i motivi di legge per lo scioglimento della stessa amministrazione.

Il periodo di analisi dei componenti della commissione, nominati dalla Prefettura di Caserta, si estende, infatti, dal giugno scorso ai primi due mesi di quest’anno.
In poche parole, svolgerà sindacato ispettivo su atti usciti dagli uffici comunali pochissimi giorni dopo l’elezione del sindaco Villano, che, come si ricorderà, avvenne al secondo turno, cioè a quello di ballottaggio, svoltosi a giugno inoltrato.

E questo è indubbiamente un record.

Probabilmente, Villano paga anche il fatto che Orta di Atella, gratificata per anni e anni da una impunità totale dei suoi politici e dei suoi amministratori, è divenuta per tutta la merda che è saltata fuori su Angelo Brancaccio e dintorni, un nervo scoperto per le istituzioni della provincia di Caserta.

E veniamo, in estrema sintesi, ai motivi che hanno portato alla nomina dei commissari.

Si tratta di una vicenda che investe le prerogative dell’Ufficio Urbanistica e quelle dell’Ufficio Tecnico.

Al centro, gli interessi per svariate centinaia di migliaia di euro, dell’imprenditore Francesco Cennamo, 56enne di Crispano, il quale ha in mano l’affare legato ad un immobile da utilizzare come grande supermercato Conad in via Alberto Sordi, zona classificata come artigianale ma che ospita di tutto e di più, in special modo residenze.

Rispetto alla richiesta di concessione del piano terra di questo palazzo, Raffaele Villano, responsabile dell’Ufficio Urbanistica e, tra le altre cose, cugino di primo grado del sindaco, diede parere favorevole, mentre la dirigente dell’Area Tecnica diede parere negativo, sconfessandolo.

Uno degli eventi che ha sollecitato l’attenzione degli organi inquirenti, che a loro volta hanno segnalato il fatto alla Prefettura, è stato il provvedimento, assunto dal sindaco di Orta di Atella, proprio ai danni della dirigente Ferrante, la quale, all’indomani del suo parere contrario è stata sospesa, unitamente al suo collega dirigente dell’Area Finanziaria.

Sempre rimanendo alla vicenda della concessione, va sottolineato che l’imprenditore Francesco Cennamo ha presentato un ricorso al Tar per annullare il diniego opposto dall’Ufficio Tecnico e incredibilmente, ma poi mica tanto visto il provvedimento di sospensione, il Comune non si è nemmeno costituito in giudizio.

Altro capitolo caldo è rappresentato dal Puc, di cui la minoranza consiliare ha chiesto la revoca, incrociando però il rifiuto dell’amministrazione comunale e della maggioranza che la sostiene.

Sulla concessione, ma anche sul Puc, il dirigente Villano è stato ascoltato dalla commissione d’accesso. Un colloquio che deve averlo scosso o quantomeno turbato, se è vero come è vero che, contemporaneamente, si è messo in malattia.