OSPEDALE DI CASERTA, quando si ruba(va) sugli appalti. Ecco le accuse precise ad Ovaiolo e Tufarelli per i macchinari pagati il 330% in più

14 Febbraio 2019 - 12:54

CASERTA(g.g.) Delle 4 colonne laparoscopiche dell’ospedale civile di Caserta, i lettori di questo giornale sanno tutto. In special modo sanno che sono costate quasi 830 mila euro, IVA compresa, quando, comprandole direttamente dalla casa madre Olympus, sarebbe stata spesa una cifra inferiore del 330%, circa 250 mila euro.

Una vera e propria ruberia rispetto alla quale, l’allora direttore generale Francesco Bottino esce dalla partita delle richieste di rinvio a giudizio (CLICCA QUI PER LEGGERE I NOMI DEI 26 IMPUTATI) perchè probabilmente, il decreto che reca la sua firma è frutto di un processo amministrativo rispetto al quale non si è riuscito a dimostrare che anche lui fosse, in qualche modo, parte del presunto accordo finalizzato a truccare quella gara.

Siederanno, invece, saldamente, sul banco degli imputati, nell’udienza preliminare che il gip del tribunale di Napoli Rosaria Maria Aufieri, ha fissato per venerdì prossimo, 21 febbraio, l’allora direttore amministrativo Domenico “Mimmo” Ovaiolo e un altro antico ospite, frequentissimo delle cronache e dei racconti di CasertaCe, sul malaffare nell’ospedale Nicola Tufarelli. Per loro, viene formulata l’accusa di turbata libertà degli incanti in concorso anche con Vincenzo e Rosario Dell’Accio.

Vi mettiamo a disposizione, in calce a questo articolo, il documento che illustra dettagliatamente il contenuto del capo di imputazione che il pubblico ministero della procura di Napoli, cercherà di far passare in udienza preliminare.

In estrema sintesi, invece, la storia è andata così: secondo l’accusa, Nicola Tufarelli, vero motore dell’operazione, avrebbe tenuto lontana, dolosamente, la Olympus da questa gara, sapendo evidentemente che quell’offerta sarebbe stata diversa da quella che forse lui immaginava e di quella che forse lui aveva concordato con i Dell’Accio, titolari della Vicamed srl, non a caso, unica partecipante con conseguente bottino pieno da 690mila euro più IVA.

Per realizzare questo, Tufarelli si serve della presunta complicità di uomini che orbitano attorno alla Olympus. Di Lorenzo Rocco (formalmente è la moglie Valentina Pastrovicchio), titolare di fatto della Endoscopy srl, principale agenzia commerciale per la vendita degli apparecchi, con una relazione diretta con la Olympus e di Luigi Moramarco, dipendente e procuratore della Olympus, il quale redige e firma il documento che, in sostanza, legittimata la società dei Dell’Accio, quale “rivenditore autorizzato“.

Ma questo non sarebbe bastato al committente per realizzare quello che poi realizza: un’aggiudicazione diretta, come se la Vicamed avesse l’esclusiva sul territorio per rappresentare Olympus. In realtà questa esclusiva la società dei Dell’Accio non l’aveva e questo appesantisce le responsabilità di Tufarelli.

Per quanto riguarda, invece, Mimmo Ovaiolo, se abbiamo capito bene, firmando l’atto conclusivo di affidamento, ha avallato l’attività di Tufarelli, il quale aveva totalmente eluso la “prescritta attività istruttoria.

Il resto lo leggete nel documento in calce.

 

QUI SOTTO IL TESTO INTEGRALE