OSPEDALE DI CASERTA. Stavamo preoccupati: la Cisl di Cristiani all’attacco per le nuove posizioni organizzative. Il sogno di Egidio Sgueglia
11 Maggio 2018 - 16:33
CASERTA – Ci sono cattive abitudini, difficili da estirpare. Anzi, impossibili fino a quando l’identità dei loro interpreti resta la stessa.
Perchè con tutto il rispetto della persona di Nicola Cristiani, segretario provinciale Cisl Fp, questi continuano a ritenere, perchè magari qui si è fatto sempre così, il sindacato come una sorta di ufficio di collocamento esclusivo. La loro dialettica aziendale cioè con il management, in questo caso specifico, dell’azienda ospedaliera Sant’Anna e San Sebastiano, non abbraccia mai questioni di carattere generale, organizzativo che guardino agli interessi di tutti, cioè al bene comune.
Forse non lo fanno neanche apposta. E’ che, per dirla alla Jessica Rabbit, ‘li hanno disegnati così‘. Dei figli della Cisl, dei nipoti della Cisl abbiamo scritto centinaia di articoli e potremmo eventualmente, se qualcuno lo ha scordato, rifare, nei prossimi giorni, un elenco di tutti i diretti discendenti o collaterali dei maggiorenti di questo sindacato che sono riusciti ad avere il posto di lavoro all’interno di strutture sanitarie pubbliche, con buona pace dei fessi che non hanno santi i paradiso.
Oggi non vogliamo parlare di questo, ma del post elezioni RSU. Cristiani non ha fatto una piega rispetto a quella che è stata indiscutibilmente una sconfitta, visto che un solo sindacato, cioè il Nursing Up, ha preso il doppio dei voti di tutti gli altri messi insieme. Il Cristiani sale e scende le scale della direzione generale e ovviamente, non riflette sui motivi della sconfitta, ma va a parlare, come se niente fosse successo, del suo cavallo di battaglia, cioè delle posizioni organizzative e degli incarichi dirigenziali.
Probabilmente Antonella Mastropietro, Gabriella Manno e Salvatore Carfora meritano la promozione, meritano i 500 euro in più al mese. Ma lo meritano al pari di tantissimi altri operatori della sanità che prestano il loro servizio all’interno dell’ospedale accumulando stress e fatica e che hanno, però, raggiunto una maturità tale da consentire loro di rispettare, al di sopra di ogni altra cosa, la propria dignità al punto di non accettare di sottostare a questo tipo di metodo clientelare per ottenere qualcosa in cambio dopo essersi iscritti ad un sindacato.
Altri due pezzi da 90 della Cisl sono Egidio Sgueglia e Ciro Alizieri. Molto presenti nelle corsie perchè questo è tempo dell’applicazione dell’atto aziendale e anche di definizione delle varie promozioni. Egidio Sgueglia sogna, ad esempio, di essere nominato dirigente delle professioni sanitarie, per intenderci, una sorta di capo del dipartimento infermieristico o Sicra che dir si voglia. L’altro, cioè Alizieri, che ha lavorato, con calma serafica nel settore della formazione, ora, con meno calma, chiede, a sua volta, una posizione organizzativa. Tutto questo è un pacchetto che la Cisl ha portato all’attenzione della direzione strategica.
In passato è successo che nel momento in cui queste operazioni non trovavano soddisfazione, improvvisamente iniziavano i documenti, i comunicati stampa e le mobilitazioni. La speranza è che il direttore generale Ferrante non si faccia trascinare da queste cattive abitudini.