PASSAPORTI “PROIBITI”. Gli appuntamenti a 8 mesi dalla prenotazione. Ritardi clamorosi anche alla Questura di CASERTA

18 Ottobre 2023 - 11:53

CASERTA (p.m.) – Ci ha scritto un lettore per protestare – non sapremmo dire se più imbestialito, indignato o sconcertato – che avendo prenotato oggi il passaporto, con la modalità online unica ammessa, gli è stato fissato l’appuntamento per la sola consegna della documentazione ed il rilevamento delle impronte il 18 giugno 2024 alle ore 17:15, con la postilla per giunta che “…L’orario è da ritenersi indicativo”. E meno male che indicativo è l’orario e non anche l’anno.

A questo tempo già enorme, bisognerà poi aggiungere quello per la predisposizione materiale ed il ritiro del documento, che presumiamo non breve date le premesse.

C’è da essere sbalorditi per tre buone ragioni almeno.

La prima, perché la legge 21 novembre 1967, n.1185, che stabilisce le norme sui passaporti, prevedeva e prevede che “…L’ufficio competente, entro quindici giorni dal ricevimento della domanda, corredata dalla prescritta documentazione, rilascia il passaporto, richiede, ove necessario, il completamento dell’istruttoria, o rigetta la istanza, indicando le cause che ostano al rilascio. Quindici giorni, con riguardo ad un’epoca ormai remota in cui tutto si faceva a mano.

La seconda, perché gli otto mesi che l’ufficio si dà costituiscono un’eternità in un tempo in cui tutto avviene e cambia freneticamente, comprese le esigenze dell’utenza, ed in un’età digitalizzata in cui ogni sorta di informazioni è disponibile immediatamente in archivi informatici ed in banche dati. Non bisogna più andare, anche in polizia, immaginiamo, in polverosi schedari e con lunghe scale per prendere il fascicolo di colui del quale servono le informazioni.

La terza, perché è pur vero che ormai questo fatto è generalizzato e riguarda tutto il paese da Nord a Sud, come tantissime cronache di ogni parte d’Italia denunciano, ma è netta l’impressione che questa gravissima inefficienza sia considerata poco meno di un disastro naturale, con il quale c’è poco da fare. Nessuno ne prende conto, per vedere dove intervenire urgententissimamente per superare questi ritardi inaccettabili, che incidono sulla fondamentale libertà di espatrio e di movimento dei cittadini. Pressappoco la stessa che si agita quando gli stranieri che da noi sbarcano clandestinamente vengono trattenuti appena qualche giorno in più.

O si pensa di andare avanti così, sperando al più che non si peggiori?

E’ vero che si dice che sono fatti salvi i casi di urgenza. Ma ci chiediamo: è decoroso costringere a perorare od anche pietire davanti alle obiezioni ed alle contestazioni degli uffici qualsivoglia motivazione ? Ed imporre un aggravio della procedura esigendo le motivazioni dell’espatrio con il deposito di documentazione giustificativa non sempre agevole da acquisire? E senza dire i non pochi casi in cui il possesso del passaporto è condizione essa stessa per fissare impegni, prenotare viaggi esteri.

A rigore, nella protesta del nostro lettore non c’è notizia giornalistica, intesa come vicenda nuova. L’abbiamo tuttavia riportata nel rispetto dei tanti che confidano nel nostro giornale; perché non si immagini che, siccome di questi casi non se parla quasi più pubblicamente, le persone siano rassegnate e va bene così; e nella speranza, benché flebile, che chi deve ci metta finalmente mano.