Pedopornografia online, le chat dell’orrore su una nota piattaforma: 34 arresti, perquisizioni anche nel casertano
28 Febbraio 2025 - 11:58
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Le vittime sono già state identificate dalla polizia
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Maxi operazione della Polizia di Stato con 34 arresti e 115 perquisizioni in tutta Italia, di cui alcune eseguite anche in provincia di Caserta. L’inchiesta “Hello”, svolta dalla Polizia di Stato su delega della Procura di Catania, ha messo nel mirino una serie di condotte di sfruttamento sessuale di minori online. Impiegati oltre 500 operatori, in 56 città italiane, che hanno dato esecuzione a 115 attività di perquisizione domiciliare ed informatica al cui esito sono stati tratti in arresto 34 indagati, per detenzione di ingente materiale pedopornografico a seguito del sequestro di numerosi dispositivi informatici contenenti decine di migliaia di file illegali.
class="wp-block-heading has-text-align-center">Lo scambio di immagini in chat
La lunga complessa indagine, attraverso un’attività sotto copertura svolta d’intesa con la Procura Distrettuale etnea, su una nota piattaforma di messaggistica istantanea, ha consentito agli specialisti della Polizia Postale di individuare diversi gruppi dediti allo scambio di materiale pornografico minorile, con bambini abusati in età infantile e episodi di zooerastia con vittime minori.
L’identificazione degli utenti, che attivamente scambiavano immagini e video di pornografia minorile, ha richiesto un lungo lavoro di approfondimento e complesse analisi tecniche che hanno consentito di superare le barriere dell’anonimato in rete, anche con approfondimenti investigativi all’estero disposti dalla Procura etnea.
La gran parte degli indagati faceva ricorso a sofisticati sistemi di crittografia e all’archiviazione in cloud per occultare il materiale illecito, rendendo estremamente complessa la sua individuazione. L’elevata specializzazione degli investigatori della Polizia Postale e l’impiego di avanzate apparecchiature di digital forensic hanno consentito di ricostruire i percorsi digitali, decrittando dati protetti e rinvenendo prove fondamentali per l’accertamento dei reati.
li arrestati risiedono nelle province di Catania, Siracusa, Agrigento, Napoli, Pescara, Foggia, Roma, Latina, Milano, Brescia, Firenze, Reggio Calabria, Cosenza, Pordenone, Lecce, Viterbo, Avellino, Barletta-Andria- Trani, Frosinone, Varese, Vicenza, Cagliari.
Le perquisizioni sono state eseguite nelle città di Agrigento, Arezzo, Avellino, Bari, Bergamo, Bologna, Brescia, Cagliari, Caltanissetta, Caserta, Catania, Chieti, Como, Cosenza, Cremona, Firenze, Foggia, Frosinone, Genova, Latina, Lecce, Livorno, Mantova, Massa Carrara, Messina, Milano, Modena, Monza Brianza, Napoli, Oristano, Palermo, Parma, Pesaro, Pescara, Pisa, Pistoia, Pordenone, Potenza, Ragusa, Ravenna, Reggio Calabria, Rimini, Roma, Salerno, Savona, Siracusa, Sondrio, Sud Sardegna, Taranto, Torino, Trapani, Treviso, Varese, Verona, Vicenza e Viterbo.
IL PROFILO DEGLI INDAGATI
Gli indagati sono di varie estrazioni sociali, tutti di sesso maschile e con un’età compresa tra 21 e 59 anni. Due degli arrestati, oltre a detenere migliaia di file pedopornografici, avevano immagini e video autoprodotti con abusi sessuali su minori, vittime che sono state già identificate dagli operatori di Polizia. Il materiale rinvenuto e sequestrato a tutti gli indagati nel corso delle perquisizioni è al vaglio dei magistrati inquirenti e della Polizia Postale per ulteriori approfondimenti investigativi utili per confermare il quadro indiziario e giungere all’identificazione delle piccole vittime.