Per i nuovi capi e capetti del clan dei Casalesi era sempre… Natale: sono tre i commercianti con questo cognome vittime di estorsione, mentre Angelo Liscio di Aversa…

24 Novembre 2022 - 19:50

Cominciamo a trattare la lunga teoria di episodi estorsivi. Giovanni Della Corte è coinvolto in tutti e quattro. Accanto a lui Di Tella, Agnese Diana, la quale sarebbe stata avvistata a piede libero a Casal di Principe e l’aversano Felice Di Lorenzo.

CASAL DI PRINCIPE (g.g.) Chi conosce bene le vicende della camorra di Casal di Principe e dintorni, può ben valutare il grado di incidenza che questo nuovo gruppo criminale, attraverso cui Giovanni Della Corte ha tentato di ricostituire un sistema fondato su ruoli e su una stretta relazione gerarchica tra i suoi componenti, ha avuto nel territorio che in passato, difficilmente, è stato colpito così diffusamente dai grandi boss e dalle loro organizzazioni. Della Corte e compagnia non la facevano buona a nessuno e pretendevano il pizzo anche da piccole attività commerciali. Come si suol dire in gergo “criminalese”, davano fastidio e averli tolti dalla circolazione, con questa ordinanza, significa incidere sul serio sullo stato di tranquillità e di agibilità commerciale di tante attività.
Evidentemente, a Della Corte il cognome Natale, peraltro molto diffuso tra Casal di Principe e San Cipriano soprattutto, stimolava particolarmente. Sono ben tre, infatti, le estorsioni realizzate a imprenditori commerciali con questo cognome. La prima, nei confronti di Francesco

Natale, gestore del “Natale Store”, con sede a San Cipriano, corso Umberto I e, dunque, al confine con Casal di Principe, visto che questa strada attraversa entrambi i due Comuni senza cambiare denominazione. Per avere chiesto e ottenuto una cifra complessiva di 1000 euro, comicamente garantita da assegni postali palesemente scoperti, è indagato, per il reato di estorsione aggravata, ai sensi dell’art. 629, commi 1 e 2, relazionato per l’aggravante al 628, comma 3, numero 3, il solo Giovanni Della Corte al quale, naturalmente, viene contestata una seconda aggravante, cioè quella tipica, una volta regolata dall’art.7 della legge 203 del 1991, oggi assorbita dal comma 1 dell’articolo 416 bis, consistente nell’aver favorito, con quest’attività estorsiva gli interessi del clan dei Casalesi.

Il secondo Natale, finito sotto alle grinfie del gruppo fondato da Della Corte, è stato, come ci indica il capo 6 dell’ordinanza, Paolo Natale, amministratore unico della Paim, titolare dell’esercizio commerciale denominato “Fratelli Natale supermercati – Paolo”. In questo caso, 1800 euro estorti in prodotti probabilmente alimentari e, in questo caso, la garanzia inesistente, costituita ancora una volta da un assegno, stavolta bancario, ma regolarmente scoperto. Quando il commerciante ha cercato di farsi pagare, gli è stato opposto un rifiuto e lui non ha certo insistito, ben sapendo che di fronte aveva esponenti del clan dei Casalesi. Per questa vicenda, Giovanni Della Corte è indagato insieme ad Agnese Diana, unica persona ad essere stata assegnata agli arresti domiciliari e non a quelli carcerari, anche se c’è più di qualcuno, a Casal di Principe, che ritiene di averla vista tranquillamente in giro nel pomeriggio di martedì, cioè ad ordinanza già eseguita.

Terzo Natale e terza estorsione aggravata: stavolta il reato viene contestato, insieme all’onnipresente Della Corte, ad uno dei suoi diretti sodali, cioè Giuseppe Di Tella. In questo caso, vittima delle pretese criminali è stato Maurizio Natale, titolare della “Maurizio Natale srl” che gestisce la vendita all’ingrosso ed altre vendite all’ingrosso e al dettaglio di detersivi e profumi a Casal di Principe. Lui ha dovuto pagare 1000 euro in contanti, anche lui ha dovuto subire la scenetta del solito assegno bancario totalmente scoperto.

L’unico episodio, tra i quattro che consideriamo in questo articolo, nel quale la vittima di cognome non fa Natale, è quello declinato dal capo di imputazione provvisoria n. 4 dell’ordinanza. Gli indagati per estorsione aggravata sono Della Corte e Felice Di Lorenzo, 66enne di Aversa, anche lui arrestato martedì mattina. Vittima Angelo Vincenzo Liscio, titolare della ditta “Portafinestra di Angelo Liscio”, dunque una impresa individuale, presumibilmente, con sede operativa e punto vendita ad Aversa, in viale della Libertà. In questo caso, si tratta di un’estorsione più significativa, probabilmente perché non si trattava di un commerciante di Casal di Principe o di San Cipriano. A Liscio è stato chiesto di versare 20mila euro, ma è stato anche bravo a tergiversare in maniera convincente e, alla fine, è riuscito ad evitare l’estorsione.