Per i Pm, Raffaele Lello De Rosa ha preso “una prima” mazzetta da 3mila euro per aggiustare con Virno la gara dei rifiuti
13 Luglio 2025 - 20:29

Questo emerge dai contenuti del decreto di perquisizione. Ciò avveniva nell’ottobre scorso, quando De Rosa era già, come del resto lo è ancora oggi con tanto di clamorosa investitura delle commissione distrettuale anticamorra, responsabile con la stessa delega al comune di Caserta. Le telefonate intercettazioni con gli imprenditori dell’impresa La Gardenia e le garanzie offerte rispetto alla disponibilità del suo successore a Teverola
TEVEROLA (g.g.) – È sicuramente grave la prospettazione di accusa a Raffaele De Rosa, per gli amici Lello, fratello dell’ex vicepresidente della Provincia in odore di conferma, Marcello De Rosa, già sindaco di Casapesenna, Comune che continua a controllare attraverso la figura della prima cittadina Giustina Zagaria che in pratica è una sua controfigura e che, per giunta, è già lanciato nella campagna elettorale per le elezioni regionali del prossimo novembre, quando sarà la punta di diamante (sic!) della lista civica di Clemente Mastella.
Al responsabile dei rifiuti del Comune di Caserta viene infatti contestato il reato di corruzione, compiuto secondo i pubblici ministeri della Procura di Santa Maria Capua Vetere, Giacomo Urbano e Armando Bosso, per una faccenda riguardante però il Comune di Teverola, in concorso con Filippo Virno, attuale responsabile dei settori lavori pubblici e rifiuti della cittadina alle porte di Aversa e a Gennaro Polverino, Antonio Giardino e Tommaso Mauriello rappresentanti dell’impresa La Gardenia s.r.l che al Comune di Teverola ci ha messo le tende a colpi di proroghe.
Eppure glielo avevamo scritto a gennaio a Filippo Virno che con le proroghe ci si fa male! Lui le faceva alla Isvec, in passato Raffaele De Rosa le aveva fatte a iosa proprio a La Gardenia e riteneva che il Comune di Teverola fosse un feudo di Polverino, Mauriello e Giardino, come lo era stato negli anni in cui De Rosa era stato l’incontrastato dominus dei lavori pubblici, dell’urbanistica e dei rifiuti teverolesi.
Un rapporto consolidato, cementificato, quello tra La Gardenia e De Rosa. E su questo fatto non dobbiamo usare neppure la prudenza del condizionale, perché le intercettazioni telefoniche di cui la Procura di Santa Maria Capua Vetere ha la disponibilità, dimostrano inconfutabilmente il grado di confidenza strettissima che c’è soprattutto tra De Rosa e Antonio Giardino.
I due si incontrano una prima volta a Lusciano, poi un’altra volta alle 7 del mattino a Casal di Principe, orario iper mattutino in quanto De Rosa doveva andare a far danni (questo è un nostro punto di vista) nel settore rifiuti nel Comune di Caserta, in cui è stato clamorosamente confermato dai commissari.
Nella ricostruzione dei magistrati, nell’interpretazione a nostro avviso tutt’altro che arbitraria e forzata, rientra l’identificazione di una cifra di 3 mila euro che deve essere prioritariamente consegnata a Lello De Rosa. I tre de La Gardenia si consultano tra di loro. Gennaro Polverino, che probabilmente è il titolare, non ha disposizione questi soldi, la cui consegna deve essere fatta in maniera solerte, al punto che si chiede a Mauriello di anticipare la somma.
Siccome gli imprenditori della monnezza sono molto ricchi, anche perché sono molto parsimoniosi, alla fine i tre mila euro che, ripetiamo, secondo i magistrati vengono consegnati a Raffaele De Rosa, sono anticipati da Mauriello ma anche da Giardino, con impegno da parte di Polverino di restituirli martedì.
Sembra una fase preliminare questa che anticipa l’arrivo sulla scena di Filippo Virno, il quale è un personaggio differente da Lello De Rosa. Di spessore sicuramente meno importante. Per le volte che è finito in CasertaCe negli ultimi anni, cerca di asservire di prudenza la sua attitudine a far quattrini (è sempre un nostro punto di vista) al di fuori delle leggi. Per cui lui sta attento a non parlare direttamente con gli imprenditori che lo devono oliare. O almeno, in questo caso, non lo fa.
Forse anche per timore reverenziale nei confronti di Lello De Rosa, il quale invece applica una tecnica diversa quando finisce in CasertaCe: irrompe in Facebook e rovescia la frittata. Lui è buono, onesto, apostolo della legalità, e noi siamo delinquenti, estorsori, pervertiti, maniaci sessuali ecc ecc. Come si suol dire, la miglior difesa è l’attacco. Ma questo lo può fare chi è abituato nel suo contesto ad essere razza padrona. Una posizione che ha favorito l’introduzione nelle cellule celebrali di quintali di arroganza.
L’unico ragionamento che non fila nella geografia di Lello De Rosa è quello riguardante la sua assunzione al Comune di Caserta che però, il quale essendo stato preda negli ultimi anni di un manipolo di degenerati, non a caso sciolti per infiltrazione camorristica, hanno trovato assonanze e consonanze con quella genetica della “razza padrona”, in grado di dialogare con tutti i mondi rappresentativi del territorio, formatasi nei laboratori degli orrori di Casapesenna, San Cipriano, San Marcellino, e non ne parliamo poi di Teverola, che è ancora oggi preda di un amministrazione eletta patentemente, come mette nero su bianco la Dda nell’ordinanza Picca-Di Martino, della camorra locale quando ha messo un suo uomo di rilevo, ossia Salvatore De Santis, a presidiare i seggi alle ultime amministrative di giugno 2024.
Gli incontri tra De Rosa e quelli de La Gardenia sono collocati temporalmente nell’ottobre 2024. Ciò vuol dire che De Rosa, il quale poi deve dare a Mauriello, Giardino e Polverino tutte le indicazioni per orientare la gara dei rifiuti a loro favore, non avverte assolutamente che il sindaco Gennaro Caserta e la sua amministrazione rappresentino lo Stato. E, d’altronde, se Gennaro Caserta è stato eletto con i voti della famiglia del boss Di Martino, e soprattutto dal punto di vista di De Rosa con i voti di Biagio Lusini, è chiaro che questo è un meccanismo finalizzato ad aiutare i suoi amici de La Gardenia, gratificati come ben notano i pm Urbano e Bosso, da diverse proroghe al tempo in cui erano loro i titolari della raccolta, e al tempo in cui era De Rosa il responsabile del settore. Gennaro Caserta e la sua maggioranza danno tranquillità a Raffaele De Rosa, evidentemente stando a ciò che si legge nel decreto di perquisizione e nei contenuti delle intercettazioni, perché lui li ha fatti votare e quindi li considera esponenti un’amministrazione amica.
Questa è la sintesi delle contestazioni mosse dalla Procura, che sono un po’ più articolate rispetto a come ve le abbiamo raccontate, riassumendole per ragioni di spazio.
Un’ultima contestazione a quei tre ufo arrivati al Comune di Caserta per debellare le infiltrazioni per ogni tipo di criminalità: l’architetto De Rosa, quando incontrava questa gente per altre finalità, quando parlava di quattrini, finiva con loro, saliva in auto e raggiungeva gli uffici del capoluogo. Ecco perché abbiamo recuperato l’appena citato articolo di qualche giorno fa, allo scopo di tenerlo legato concettualmente e logicamente a questo scritto e pubblicato stasera. L’altro giorno, ancora con una certa cortesia professionale, abbiamo riflettuto brevemente su una una commissione straordinaria ancora stranita e al momento, sicuramente, nel pallone.