Per l’Antimafia è imprenditore del clan, ma i giudici dicono no: TUTTI ASSOLTI
12 Gennaio 2024 - 17:24
AVERSA – Dopo dieci anni e passa e decine di udienze, si chiude il processo di primo grado, celebrato al tribunale di Aversa Napoli Nord a carico di 57 imputati per il presunto meccanismo di riciclaggio di soldi finalizzato ad agevolare il clan Polverino, egemone nei comuni napoletani di Marano e Quarto
L’imprenditore edile, ritenuto costruttore della cosca, Angelo Simeoli, è stato assolto, assieme ai suoi figli e agli altri soggetti arrivati a giudizio. Niente da fare, quindi, per la DDA di Napoli che, nonostante i pentiti, i quali, in questi anni, avevano fatto il nome del costruttore, ha visto i giudici normanni andare in direzione contraria rispetto ai 150 anni di reclusione invocati.
Simeoli e le altre persone coinvolte nel procedimento giudiziario rispondevano, a vario titolo, dei reati di concorso esterno con il clan Polverino e fittizia intestazione di beni. Il tribunale ha restituito ai Simeoli beni per un valore di circa 100 milioni di euro.
Diversi i casertani coinvolti, tra cui Arcangelo Ammirato, ingegnere, e Antimo Pedata, per i quali erano stati chiesti rispettivamente 4 anni e 4 anni e cinque mesi di carcere.
Tra gli avvocati del collegio difensivo anche i legali casertani Mario Griffo, Giuseppe Stellato, che difendeva proprio Ammirato e Pedata, e Domenico Della Gatta, che ha curata gli interessi di della figlia di Angelo Simeoli e del genero di quest’ultimo.