PIOMBO E CAMORRA. Ecco chi sparò tre colpi di pistola contro la saracinesca della concessionaria DR SERVICE di Carmine Zarrillo

7 Aprile 2022 - 12:30

Anche in questo caso, come in quello raccontato ieri e relativo ad un altro imprenditore della città, il fioraio Raffaele Mezzacapo, l’estorsione, alla fine probabilmente non c’è stata. La differenza è che contro i balconi e il citofono di Mezzacapo, i proiettili, pur progettati da Francesco Piccolo e da Gaetano Monica, non arrivarono, mentre, nel caso di Zarrillo, sì. Il ruolo di Gaetano Viciglione

 

MARCIANISE(g.g.) La prima sensazione nostra, che un pò di pagine di ordinanza su fatti di camorra ne abbiamo lette negli ultimi anni, sulla cifra criminale di Francesco Piccolo e di Gaetano Monica? Camorristi scadenti, con grosse ambizioni e scarse capacità. Probabilmente il segno che nel momento in cui i Quaqquarone e i Letizia sono stati costretti a schierare, a cuusa della decimazione subita anche per effetto delle indagini giudiziarie, le quarte e le quinte file, di ragni dal buco ne hanno cavati ben pochi.

Diverso il discorso sulla cifra di pericolosità dei suddetti. Perchè uno può essere anche un fesso, ma non per questo non può essere pericoloso per l’incolumità altrui. E a quanto pare, mentre il proposito di sparare colpi di pistola di intimidazione all’indirizzo dell’abitazione del noto fioraio di Piazza Duomo Raffaele Mazzacapo (CLIKKA E LEGGI),

non trovò realizzazione, nel caso della concessionaria DR Service di Carmine Zarillo, sita in via San Giuliano, questi colpi di pistola partirono.

La giornata messa sotto la lente d’ingrandimento dagli inquirenti è sempre la stessa. In pratica, quasi come se si trattasse di una questua per la ricorrenza di un santo, i due, cioè Piccolo e Monica, giravano in lungo e in largo la città e dunque, prima o dopo aver portato a casa nulla, dalla loro incursione nel negozio del fioraio, puntarono la 500 su cui viaggiavano in direzione via San Giuliano.

A differenza di Raffaele Mezzacapo, il concessionario d’auto Carmine Zarrillo, ha collaborato un pò di più. In prima battuta, non ha saputo descrivere e ricordare le fisionomie di Francesco Piccolo e Gaetano Monica. Ma questo non ha rappresentato una dimostrazione di reticenza, visto e considerato che l’imprenditore di Marcianise ha detto agli inquirenti che lo interrogavano che effettivamente lui, quel pomeriggio del 18 settembre 2019, subì una richiesta estorsiva: “Per il parente e per i compagni…“.

Da questo punto di vista, Francesco Piccolo, pur non avebdo probabilmente grandi attitudini, a gestire situazioni criminali complesse, il manuale del giovane camorrista l’ha effettivamente consultato. Il lessico, infatti, è quello usuale: il parente, un solo parente, rappresenta l’indicazione di un capo temuto. E siccome in questa ordinanza, come abbiamo scritto ieri, si è posto il problema dell’identità dello spauracchio agitato da Francesco Piccolo davanti ai due addetti del negozio di Raffaele Mezzacapo, oggi possiamo dire che nel momento in cui viene fatto riferimento “al parente“, questi non può essere un Agostino Piccolo qualsiasi ma, probabilmente, come pure indicavano le sue dichiarazioni Mezzacapo, il parente non può che essere Achille Piccolo, visto e considerato che si tratta di uno dei due cugini, tutto sommato intercambiali nel discorso che portiamo avanti, figli rispettivamente dei super boss Antimo Piccolo e di Antonio Piccolo, entrambi ammazzati.

I compagni, e va bè, sono i mitici carcerati che rappresentano effettivamente un’esigenza dei clan camorristici, visto e considerato che, come abbiamo letto in centinaia di ordinanze, un clan strutturato, effettivamente radicato nel territorio, esaurisce almeno un 30% del suo bilancio criminale nell’erogazione di stipendi mensili alle famiglie dei detenuti, cioè dei compagni.

Decriptato un Francesco Piccolo, in questa occasione, ortodosso, nello stralcio dell’ordinanza che pubblichiamo stamattina, c’è anche la conseguenza di quella conversazione tra i due criminali e il concessionario. Il 19 settembre tre colpi di pistola furono esplosi contro la saracinesca della concessionaria.

A farlo furono, secondo quello che è scritto nell’ordinanza, Gaetano Viciglione e Gaetano Monica. Siccome, come si suol dire, “ce l’abbia fresca”, nell’articolo di ieri abbiamo commentato una intercettazione fatta nella solita 500 di proprietà di Gaetano Monica relativa ad una chiacchierata tra quest’ultimo e Francesco Piccolo, sulla già citata intenzione di intimidire con il piombo Raffaele Mezzacapo.

Quell’intercettazione è stata realizzata il 19 settembre, cioè nello stesso giorno in cui poi sostituendo l’ordine dei fattori, perchè salta fuori questo Gaetano Viciglione che sostituisce evidentemente nell’equipaggio il Piccolo, il prodotto non cambia, ma fino ad un certo punto, visto e considerato che la polizia scientifica di Caserta rinvenì davanti alla saracinesca della concessionaria tre ogive e due bossoli calibro 9*21, a dimostrazione che la minaccia concreta avvenne nei confronti di Carmine Zarrillo, a differenza di quello che capitò con Mezzacapo.

Come fonti di prova, c’è la voce intercettata di Francesco Piccolo all’interno della concessionaria. Attenzione, non si tratta di intercettazioni telefoniche propriamente dette, ma della novità del 21esimo secolo, il famoso trojan che l’autorità giudiziaria chiama, più elegantemente dispositivo di non sappiamo che cosa, il quale agisce come un microfono, come una cimice costantemente installata e che opera anche a telefono spento.

E dal trojan inserito nell’apparecchio di Francesco Piccolo che salta fuori la frase sul parente e sui compagni. Il coinvolgimento di Gaetano Monica, invece, viene immortalato dalle immagini riprese dalla telecamera situate nelle immediate vicinanze della concessionaria.

Per quanto riguarda l’individuazione di Monica e Viciglione quali autori degli spari indirizzati contro la saracinesca di DR Service, questo emerge da parole chiare, esplicite, pronunciate dagli stessi Francesco Piccolo e Gaetano Monica in intercettazioni che poi magari andremo ad approfondire in una prossima puntata. Una di queste, viene considerata efficace come mezzo di prova in quanto Piccolo e Monica commentano la notizia relativa all’intensificazione dei controlli da parte delle forze di polizia nel territorio di Marcianise proprio a seguito del blitz effettuato. In quella circostanza, i due si raccomandano a vicenda, in modo da prestare la massima attenzione per non essere intercettati e soprattutto per non essere individuati come autori.

 

QUI SOTTO LO STRALCIO DELL’ORDINANZA