PIZZO DI PASQUA. Omicidi e faide di camorra. Chi sono i due capozona arrestati per aver cercato di estorcere soldi a noti imprenditori

12 Aprile 2023 - 13:39

TEVEROLA – Ieri vi abbiamo dato la notizia dell’arresto di Aldo Picca e Nicola Di Martino, detto ’23’, ras della zona per conto della fazione Schiavone, negli ultimi tempi usciti dal carcere dopo aver scontato lunghe pene.

Secondo l’accusa i due avrebbero avvicinato imprenditori della zona, tra cui il titolare di una ditta edile e il titolare di una farmacia, con lo scopo di imporre il ‘pizzo di Pasqua’.

Il gip del tribunale di Aversa-Napoli Nord ha convalidato il provvedimento e disposto la misura cautelare per entrambi.

Era stato scarcerato il 23 dicembre del 2020 Aldo Picca. L’uomo, 67enne, finì in carcere e ci passò 19 anni della sua vita perché ritenuto un capozona su Teverola del clan dei Casalesi, specificamente della fazione Schiavone. Imputato e condannato nel processo Spartacus I per associazione mafiosa, Aldo Picca era uno dei protagonisti della faida in cui morirono nel 1996 a Teverola Giovanni Ciccarelli e Mario Tappino, presunti appartenenti al clan Quadrano-Picca, in guerra con i casalesi per il controllo della zona di Teverola

Picca è stato segnalato da pentiti anche nell’ordinanza che nel novembre scorso ha scombussolato le fondamenta del clan Bidognetti. Il suo nome emerse per la gestione del mercato criminale dei funerali, ma il 67enne non risulta indagato.

Nicola Di Martino, invece, noto anche come Nicola 23, venne condannato dal giudice del tribunale di Napoli, con rito abbreviato, nel processo sul clan dei Casalesi e il potere gestito da Di Martino su Carinaro e Teverola.

Tra gli episodi contestati ai 19 imputati figura anche l’efferato omicidio, nel marzo 2010, dell’affiliato Salvatore Ricciardi, ucciso in auto perché voleva chiedere il pizzo in proprio (i sicari dettero fuoco alla vettura e al cadavere) e il tentato omicidio di due rom minorenni colpevoli di aver compiuto un furto a casa della moglie dell’ex reggente dei casalesi Aldo Picca. Sei, furono le estorsioni a commercianti della zona documentate nell’ordinanza.