Prefetti e commissari hanno bisogno di corsi di aggiornamento. Un disastro la nomina dell’ex comandante dei vigili urbani di CASERTA, Luigi De Simone. La folle applicazione dell’ex art.110 del Tuel
27 Agosto 2025 - 21:36

L’iniziativa della consigliera regionale Carmela Rescigno ha messo in seria difficoltà chi guidava il Comune di Giugliano per nome e per conto della Prefettura di Napoli. ‘Sto Valente ha riconosciuto un contratto di tre anni, in continuità, al De Simone. Per noi non esiste né in cielo né in terra. Per cui, il nuovo sindaco di Giugliano, dovrebbe intervenire immediatamente ridefinendo una procedura legale. E poi dal 19 aprile all’8 maggio, De Simone risulta scoperto, cioè senza contratto. Noi abbiamo setacciato la rete ma non abbiamo trovato una virgola che ci permetta di affermare che si possa prorogare in continuità questo rapporto che nasce e muore con una discriminante fiduciaria tra sindaco e prescelto.
CASERTA/GIUGLIANO (g.g.) – Luigi De Simone, atto secondo. L’ex comandante dei vigili urbani di Caserta, nel settembre 2024, quando al timone del comune di Giugliano c’era ancora il sindaco Nicola Pirozzi, è stato scelto in quanto dotato, secondo una commissione e secondo lo stesso sindaco di Pirozzi, di requisiti importanti, definiti negli atti del comune “di alta qualità”, quale dirigente con funzioni di comandante della polizia municipale di quello che è il terzo comune per popolazione della Campania.
Il mese successivo, ossia nell’ottobre 2024, la giunta comunale di Caserta e il dirigente al ramo hanno prodotto provvedimenti amministrativi con i quali hanno collocato ai sensi dell’art 110 comma 5 del Tuel, Luigi De Simone – che comunque resta un dipendente del comune capoluogo – in aspettativa non retribuita.
De Simone è stato al comando dei vigili urbani di Giugliano da ottobre 2024 a febbraio dell’anno successivo. Nel mentre, il sindaco Pirozzi è andato a casa, travolto da un’inchiesta giudiziaria che ha fatto arrivare a Giugliano anche una commissione d’accesso che sta verificando se esistano o meno infiltrazioni malavitose nel sistema amministrativo dell’ente municipale.
In poche parole, il sindaco e il consiglio comunale si sono sciolti volontariamente, attivando una procedura ordinaria di commissariamento, che ha portato alla nomina di Carmine Valente, quale riferimento commissariale della prefettura della provincia di Napoli. Ciò è avvenuto il 22
Beninteso, ciò non implica l’interruzione dell’attività ispettiva della commissione, che di qui a poco consegnerà la sua relazione alla prefettura partenopea la quale a sua volta in una nota ufficiale al ministero dell’interno. Se questo proporrà al Governo lo scioglimento per infiltrazione camorristica, il nuovo sindaco Diego D’Alterio verrebbe defenestrato e il nuovo consiglio e sarebbe sostituito da una triade commissariale, visto che l’attività ispettiva di una commissione di accesso non incide sui processi amministrativi ordinari che hanno portato, ad esempio, il Comune di Giugliano alle elezioni di maggio. Questo perché, al momento l’unico fatto certo ed esecutivo sono state le dimissioni di Pirozzi per motivi politici. In questo caso si torna al voto nella prima data utile. Siccome Pirozzi ha fatto anche un pò il furbo e ha reso esecutive le sue dimissioni prima della fatidica data del 24 febbraio, che non può essere superata se si vuole tornare al voto nella primavera successiva, le urne sono state aperte il 27 maggio scorso.
L’iniziativa di Carmela Rescigno e il caos nella testa di Valente
Ma noi vogliamo dedicare l’articolo di oggi all’attività del commissario prefettizio Valente, interrottasi il 29 maggio, data in cui il nuovo sindaco D’Alterio si è insediato. Vogliamo dedicarci a Valente, ma anche all’iniziativa politica risultata, pienamente efficace, della consigliera regionale della lega, nonché presidente della commissione di controllo per la legalità e per l’anticamorra dello stesso consiglio regionale, il chirurgo Carmela Rescigno.
Dove eravamo rimasti alla fine della prima puntata di questa storia? (CLICCA E LEGGI) Ad un rinnovo, a nostro avviso molto discutibile, del rapporto di lavoro di Luigi De Simone al Comune di Giugliano, dal 22 febbraio 2025 fino al 19 aprile, ciò in considerazione del mancato rientro della titolare della funzione di dirigente della comandante dei vigili, dal incarico ottenuto presso la presidenza del Consiglio dei Ministri, se non certamente, quanto meno verosimilmente, anche grazie alla reputazione e i buoni uffici di Paolo Russo da Nola, recordman delle legislature, ne ha fatte 5 o 6, ma che possiede sempre una certa influenza dentro Forza Italia e dunque dentro il centro destra.
La Rescigno è intervenuta integrando, a nostro avviso correttamente, le prerogative della sua funzione di presidente della commissione del consiglio regionale della legalità e per l’anticamorra, chiedendo al commissario prefettizio Valente per quale motivo Luigi De Simone continuasse a svolgere la sua funzione anche dopo il 19 aprile senza essere coperto da alcun atto amministrativo.
Quando i comportamenti di prefetti e vice-prefetti offendono il popolo sovrano
Siccome la Rescigno, pardon la titolare protempote della funzione istituzionale che esercita grazie al mandato del popolo sovrano, è stata trattata “a pezze da piedi”, con ingiustificata arroganza, dal commissario prefettizio di Giugliano, ma anche dalla prefettura di Caserta, dai commissari straordinari del nostro capoluogo a cui ha chiesto lumi sulla posizione di De Simone, ha preso carta e penna e ha scritto direttamente al ministro dell’interno perché – e questo lo aggiungiamo noi – non c’è partita, in democrazia, tra una funzione istituzionale, esercitata in nome e per conto del popolo sovrano e una funzione istituzionale, come quella dei prefetti o viceprefetti, cariche a cui si arriva per concorso, visto che il signor Valente, la signora Volpe prefetto di Caserta, la signora Scolamiero uno dei commissari straordinari del Comune di Caserta non sono stati votati da nessuno, neanche dai parenti stretti.
Dunque, se mancano di rispetto ad un consigliere regionale che, al contrario, è tale solo perché ha ricevuto 6mila voti da un’aliquota del popolo sovrano, mancano di rispetto all’essenza viva della democrazia, cioè al popolo che si esprime nella sua suprema funzione elettorale. Dunque, nel momento in cui agiscono in questo modo, non sono all’altezza di esercitare l’alta funzione che invece comodamente esercitano. Tanto più che in questa storia il commissario prefettizio Valente ha cominciato a sbagliare da molto prima de 19 aprile.
Le castronerie amministrative sul casertano De Simone da parte del commissario
Articolo 110 comma 3: “I contratti di cui ai precedenti commi non possono avere durata superiore al mandato elettivo del sindaco o del presidente della provincia in carica.” Questo l’articolo 110, ora passiamo alle disposizioni del commissario prefettizio Valente che leggiamo dal suo decreto del otto maggio 2025. Fortunatamente c’è una narrativa che parte dalle cosiddette puntate precedenti. È da lì che apprendiamo che la prima nomina ai sensi dell’art 110 di De Simone l’ha fatta il sindaco Pirozzi nell’ottobre del 2024.
Quando è arrivato il commissario Valente, ossia nel febbraio del 2025, con decreto commissariale n.215/2025, ha “confermato – attenzione ai termini – “IN CON-TI-NUI-Tà”.
CasertaCe non è tanto scarsa nelle ricerche giurisprudenziali, però non si può mai sapere. Anche noi, ci siamo applicati per cercare di sapere se uno “sfaccimmo” di Tar, o il Consiglio di Stato, avesse in qualche modo interpretato in materia estensiva il primo periodo dell’art 110 comma 3 del Tuel.
Oh, non ci siamo riusciti in nessun modo.
Ci dicessero dove sta scritta la proroga in continuità
Ora, non vogliamo attaccare al muro Valente prima del tempo, perché ci rifiutiamo di pensare che un prefetto abbia applicato un istituto giuridico assolutamente sconosciuto, inesistente, all’interno del decreto legislativo 267 del 18 agosto 2000, testo unico degli enti locali. E attenzione, noi abbiamo controllarlo l’ultima versione del Tuel, cioè quella che contiene al suo interno tutte le modifiche intervenute in questi 25 anni.
Signor Valente, il signor Guarino, direttore di questo giornale, è pronto a raggiungerla a Napoli o dove meglio ritiene perché da lei vogliamo apprendere, da lei vogliamo introitare una spiegazione all’applicazione di questo istituito di proroga in continuità. Noi non lo abbiamo trovato nemmeno nel diritto cinese e o indonesiano, se lei ci dice dove si è agganciato per applicare la proroga in continuità, alziamo le mani e le chiediamo anche scusa. Pensi un poco che, studi professionali, tra i più accorsati, pieni di avvocati amministrativi di gran nome, asseriscono che neppur un giorno di proroga si può fare. Lo affermano interpretando testualmente la norma nel momento in cui rispondono a qualche comune che aveva chiesto un parere sulla possibilità di utilizzare una mini proroga di 3 mesi giusto per far partire una nuova procedura di reclutamento ai sensi dell’art 110. Niente, non si può fare. Se ti manca il comandante dei vigili, ci metti nelle more della procedura di riattivazione del 110, il vicecomandante facente funzioni, che tutto sommato (sono tanti i comuni a muoversi in questa maniera) non cade certo il mondo. Però noi vogliamo riconoscere il fatto che Valente di professione fa il prefetto, e noi siamo giornalisti che magari hanno una buona infarinatura giuridica, ma non siamo ne prefetti (ce ne guardi Iddio) né viceprefetti né avvocati amministrativisti.
La seconda castroneria di Valente
Quando Carmela Rescigno si è mossa, allora Valente si è svegliato. E che ha fatto? Un secondo pasticcio: un altro decreto commissariale dell’8 maggio scorso in cui ha di nuovo prorogato in continuità la funzione di Luigi De Simone, stavolta addirittura fino all’ottobre del 2027. In pratica, Valente si è mangiato, non digerendolo, il primo periodo del comma 3 del 110 e si è preso, utilizzandolo a suo uso e consumo, l’elemento complementare del Tuel, ossia quello relativo alla lunghezza massima del contratto che al di là della presenza ancora in carica del sindaco che il 110 ha stipulato inizialmente, non può superare i tre anni. Ma quello primo periodo del comma 3 non è un problema sormontabile. Quando è caduto Pirozzi, il signor Valente avrebbe dovuto far partire una nuova procedura ai sensi del 110, una selezione tra concorrenti, e a lui, che in quanto commissario prefettizio svolgeva le funzioni di sindaco, sarebbe toccata l’ultima parola. Magari avrebbe nominato lo stesso Luigi De Simone in una condizione di regolarità, Questi sarebbe rimasto in carica fino al 29 maggio.
E proprio il 29 maggio o nei giorni immediatamente successivi D’Alterio avrebbe dovuto far partire un’ulteriore procedura, perché il 110 è un incarico di staff, non è un incarico che può esulare dal discrimine fiduciario legato esclusivamente al rapporto tra il sindaco e il dirigente facente funzioni, come del resto dimostra il fatto che solo il sindaco o il presidente della provincia eventualmente a poterlo mettere alla porta ai sensi dell’art 109 comma 1. Né qualcuno può giocare sull’utilizzo dell’espressione “mandato elettivo” come momento in cui termina l’attività del dirigente facente funzioni ai sensi dell’art 110 perché il mandato elettivo non si conclude solamente con l’epilogo dei 5 anni di attività amministrativa, ma si può concludere anche con la decisione del primo cittadino di dimettersi, con l’approvazione di una mozione di fiducia da parte del consiglio comunale, con le dimissioni contestuali della maggioranza dei consiglieri davanti ad un notaio, oppure (non lo auguriamo a nessuno) se il sindaco tira le cuoia, oppure se incassa una condanna definitiva per i reati previsti dalla Severino.
Se il sindaco va a casa, dunque, va a casa anche il suo 110.
Inquietante: De Simone ha operato armato di pistola senza contratto per almeno 20 giorni
Ultimo punto: per noi, il contratto di De Simone è viziato, anzi è nullo per il periodo dal 25 febbraio al 19 aprile per i motivi appena detti, ancor di più per il periodo che va dall’8 maggio 2025 all’ottobre 2027. Ma ci dica una cosa signor Valente, siccome lei si è mosso solo quando la Rescigno ha scritto al Viminale, a che titolo nel periodo che intercorre tra il 19 aprile e l’8 maggio, Luigi de Simone ha fatto il comandante dei vigili urbani? Mentre negli altri casi noi parliamo di contratto nullo, in questi 20 giorni parliamo di contratto inesistente, perché dal 19 aprile, data di scadenza della sua prima proroga all’8 maggio quando ha approvato quella triennale, De Simone l’ha proprio svolto abusivamente l’incarico, cioè senza contratto.
Ripetiamo, e ci rivolgiamo sia al signor Valente che al signor sindaco attuale D’Alterio: CasertaCe è a disposizione se voi dimostrate che la normativa prevista dall’articolo 110, comma 3, ha subito una profonda riforma. Non sappiamo se di carattere normativo con nuove leggi (ma questo lo escludiamo sicuramente) oppure se ci sia stato un intervento giurisprudenziale, magari di un tribunale del Mali, della Tunisia, meglio ancora italiano, il quale ha detto “Ok, il legislatore ha previsto che il 110 va casa se il sindaco cade, ma io, giudice del Tar, giudice del Consiglio di Stato, questa norma la vedo diversamente e quindi ritengo che il 110 possa essere prorogato anche senza far ripartire la procedura”.
Dimostratecelo e noi vi porgeremo scuse deferenti.