Processo “The Queen”: caduta l’aggravante di camorra, prescrizione per Alessandro Zagaria, Biagio Di Muro, l’architetto La Regina, Roberto di Tommaso & CO.
27 Febbraio 2023 - 18:38
Lo ha sancito oggi la Corte di Appello di Napoli, ma l’epilogo era pressoché scontato dopo che la sentenza di primo grado aveva escluso le accuse di aver favorito il clan dei Casalesi e dunque di aver violato l’articolo 7 della legge 241/91, da qualche tempo divenuto articolo 416 bis comma 1
S.MARIA C.V. – Che l’epilogo del processo “The Queen”, costruito in maniera forse troppo ambiziosa dalla Dda di Napoli, sarebbe stato quello della prescrizione, era risultato chiaro sin dal momento dell’emissione del verdetto di primo grado, allorquando tutto l’impianto che collegava i presunti casi di corruzione, avvenuti secondo i magistrati dell’accusa in diversi contesti territoriali della provincia di Caserta, alla coscienza di una attività tesa a favorire il clan dei Casalesi, era caduto quando il collegio giudicante del Tribunale di S.Maria C.V. aveva dichiarato inesistente o comunque privo di un fondamento basato su prove materiali la relazione tra questi presunti reati e gli interessi della malavita organizzata.
Le condanne, ricevute da diversi imputati, a partire da quelli più noti, ad esempio Alessandro Zagaria e Biagio Di Muro, venivano conseguentemente sottratte alla riserva di protezione dalla prescrizione, attivata quando di mezzo ci sono fatti direttamente o indirettamente collegati agli interessi di mafia, camorra e ‘ndrangheta.
In poche parole, l’orologio della prescrizione ha potuto camminare e trattandosi di fatti avvenuti prima del varo della riforma legislativa del reato di corruzione, che oltre a prevedere un inasprimento delle pene ha anche allungato i termini della prescrizione, la Corte di Appello di Napoli, davanti alla quale gli imputati erano comparsi per effetto delle impugnazioni, inoltrate sia dalla Dda che dai difensori, non ha potuto far altro che applicare il vecchio ordinamento, e dunque sancire lo sfondamento del tempo massimo previsto per emettere una sentenza definitiva a carico di imputati, giudicati solo per reati comuni e non più per reati collegati agli interessi della criminalità organizzata.
Per cui, per i citati Biagio Di Muro e Alessandro Zagaria, per l’ex dirigente dell’Ufficio Tecnico del Comune di S.Maria C.V. Roberto Di Tommaso, ma anche per il presunto cervello di tutto il sistema della corruzione, l’architetto napoletano La Regina, è scattato il canonico “non luogo a procedere” per intervenuta prescrizione.
Nel collegio difensivo hanno operato gli avvocati Nicola Garofalo, Angelo Raucci, Giuseppe Stellato e Abete.