Professionista casertano muore e dona fegato, reni e cornee

7 Gennaio 2019 - 17:52

Caserta (p.m.) – Nei giorni scorsi, la cronaca locale, anche se in due modi opposti e tuttavia connessi, si è occupata del tema dei trapianti. Per un verso si è parlato delle indagini che la polizia italiana, in concorso con l’FBI americana, sta conducendo nella consistente comunità nigeriana di Castel Volturno per una ipotesi di traffico di organi e delle quali il nostro giornale ha dato puntualmente conto.

In un altro senso è stato affrontata la questione della donazione, che costituisce lo scopo sociale dell’Aitf (l’associazione di volontariato italiana dei trapiantati di fegato), retta a Caserta con intelligenza ed energia instancabile dal presidente Franco Martino. Con la particolarità che egli, oltre ad essere un trapiantato che sperimenta quotidianamente tale non facile condizione, è stato un funzionario di polizia ora in pensione che si è occupato professionalmente, a suo tempo, anche delle indagini di cui si diceva nell’ambito di tale ripugnante fenomeno criminale, purtroppo non nuovo.

Annotiamo ora come, con sorprendente contemporaneità, in quegli stessi giorni, esattamente il 30 dicembre, il sessantottenne casertano Alessandro Vinciguerra, venendo a mancare a Messina, dove da tempo risiedeva con la famiglia, a causa di un aneurisma celebrale che non gli lasciava scampo, facesse dono dei suoi organi. L’uomo, odontotecnico in pensione, vedovo, trasferitosi in Sicilia per il suo lavoro, lì metteva famiglia, non recidendo però i legami con la nostra provincia, dove tra Caserta,

Maddaloni e Casagiove risiedono buona parte dei familiari tra fratelli, sorelle e cugini. Ed i figli, Patrizia, Lucia e Piero, assecondando la volontà del padre, che in vita, anche perché diacono nella sua parrocchia ed animato da una forte fede, si era sempre espresso per voler donare i propri organi alla sua morte, autorizzavano gli espianti di reni, fegato e cornee, che venivano eseguiti da due equipe mediche degli ospedali di Palermo e Catania.

In questi tempi in cui il senso di umanità sembra smarrito, un gesto di altruismo estremo come quello compiuto da Alessandro Vinciguerra costituisce un conforto per tutti.