Qualità dell’aria in città. Ecco la classifica dei capoluoghi campani
28 Ottobre 2019 - 17:25
CASERTA – La concentrazione nell’aria di biossido di azoto (NO2) costituisce, insieme al particolato sottile e all’ozono, uno dei maggiori problemi con cui le amministrazioni devono confrontarsi. In nessun capoluogo campano nel 2018 il valore medio delle concentrazioni misurate dalle centraline in ambito urbano è superiore al limite di legge di 40 μg/mc. E’ quanto emerge dal report ‘Ecosistema urbano 2019’ realizzato da Legambiente in collaborazione con Ambiente Italia e ‘Il Sole-24 Ore’.
La situazione peggiore si registra a Salerno, dove si è registrata una media 38,4 μg/mc; segue Napoli con 31,3; Avellino 22,7; Benevento 22,0 e infine Caserta con 16,8 μg/mc. Anche per quanto riguarda le concentrazioni di Pm10 i valori medi rientrano nel limite per la protezione della salute umana di 40 μg/mc previsto dalla direttiva comunitaria, l’obiettivo per la salute indicato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità è però di 20 μg/mc. I valori medi vedono in testa Avellino con 34,6 μg/mc; poi Napoli (26,1); Benevento (25,5); Caserta
Va ricordato che sia Avellino che Napoli nel 2018 sono andati oltre i 35 giorni annui di superamento del limite dei 50 μg/mc consentiti dalla normativa, rispettivamente 46 e 37 giorni. Negli ultimi anni la concentrazione di ozono negli strati più bassi dell’atmosfera è raddoppiata e sempre più ricorrenti e pericolosi sono i picchi estivi. Nel 2018 in due capoluoghi campani si rileva il superamento della soglia di protezione della salute umana, 25 giorni all’anno di superamento del limite giornaliero di 120 μg/mc come media mobile su 8 ore. Si tratta di Avellino (81 giorni) e Napoli (32).