REGGIA DI CASERTA Gestione del personale, domani l’assemblea sindacale: minacciato lo stato di agitazione

30 Marzo 2022 - 11:54

Sicurezza nei luoghi di lavoro, assegnazione dei diversi settori ai dipendenti e impiegati Ales al centro della riunione convocata per domani da Uilpa e Confsal-Unsa

 

CASERTA (pm) La Reggia proprio non riesce a darsi quel minimo di normalità che le permetterebbe di concentrarsi sul suo principale compito di istituzione culturale, senza doversi rifugiare molto più comodamente nella politica dell’intrattenimento al pari di qualsiasi altro impresario del mondo dello spettacolo. Non c’è festa, ormai, santo o ricorrenza che non venga forzatamente accostato al museo con pensate più o meno strampalate, vuoi che sia San Valentino o San Giuseppe, il giorno della mozzarella o delle arance o qualsiasi altro evento. In queste ore tornano prepotentemente in ballo le questioni sindacali, per vero sempre irrisolte e negli ultimi tempi incancrenitesi al punto tale (vedi qui il nostro ultimo approfondimento) che le rappresentanze dei lavoratori hanno minacciato lo stato di agitazione e hanno richiesto, con un’iniziativa tanto rara quanto estrema, al Servizio Prevenzione e Sicurezza dei Luoghi di Lavoro della ASL di Caserta l’esecuzione di una propria ispezione in relazione a situazioni di rischio, pericolo ed insalubrità dell’ambito lavorativo. E come si sa, con queste delicate materie sono connesse anche profili di responsabilità penale e ricordando che non è da molto che un operaio esterno è morto durante i lavori di sistemazione del parco.

Nelle immagini, le condizioni di un’area  di lavoro della Reggia.

In questo scenario, domani 31 marzo la UILPa e la CONFSAL-UNSA terranno un’assemblea dei propri iscritti per discutere di quelle che definiscono “anomalie e problematiche gestionali alla Reggia di Caserta” (nella foto in basso, la nota di convocazione).

Ci risulta che nella circostanza si dibatterà anche di alcuni ultimi provvedimenti riguardanti il personale c.d. ALES, contestati per motivi sia generali sia specifici della sede.

I motivi specifici riguarderebbero la incongruenza e la incomprensibilità di assegnazione di tali dipendenti ad alcuni settori a discapito di altri. Si dà persino il caso di una dipendente che per alcune ore di servizio sarebbe preposta a compiti amministrativi mentre nelle rimanenti svolgerebbe attività di vigilanza. Con quanta efficienza è facile comprenderlo. Ma se si arriva a tali ibridismi si intuisce che la situazione nella gestione del personale deve essere non poco caotica. La carenza di personale attuale e quella grave che si determinerà a breve per effetto dei pensionamenti attesi, immancabilmente e da sempre addotta dalla direzione per giustificare queste scelte, non ci pare convincente. Per la semplice ragione che, nonostante la mancanza di personale si registri da anni e che le entità ed il tempo dei pensionamenti  siano ampiamente noti, nulla di concreto è stato fatto per ovviarvi. Si è preferito vivere alla giornata e nell’emergenza continua. Ora a chi deve essere fatta risalire la responsabilità per tale situazione, obiettivamente inaccettabile? O bisognerebbe continuare a far finta di niente ?

I motivi generali, invece, attengono alla figura stessa dei dipendenti c.d. ALES, la quale viene contestata a livello nazionale. La ragione è che tale specie di personale è fornito ad enti e musei del Ministero dei beni culturali in forza di una convenzione con la società in house ALES s.p.a. (acronimo che sta per Arte Lavoro e Servizi), partecipata al cento per cento dallo stesso dicastero, per lo svolgimento di servizi di supporto. E fin qui non ci sarebbe nulla di male. Il fatto è che, come rimarcato anche in una recente deliberazione della Corte dei conti nella vertenza Vittoriano e Palazzo Venezia, il constatato sistematico ricorso a tale modalità di assunzione del personale aggira il principio del concorso pubblico per l’accesso agli impieghi statali ed importa maggiori oneri finanziari per l’erario, in quanto un dipendente ALES ha un costo medio annuale ben superiore rispetto a quello dei dipendenti c.d. ministeriali. Questo, sotto il profilo tecnico-giuridico ed economico. Ma sussiste anche un risvolto politico, in quanto viene eccepito che il sistema si traduce in un “regime irragionevole di favore” nei confronti della società in house del Ministero”, anche con riguardo al chi viene assunto. Sul punto pende una recentissima interrogazione parlamentare al ministro Dario Franceschini, ritenuto l’ispiratore di tale metodo, che ha come prima firmataria la senatrice del gruppo indipendente Margherita Corrado, conosciuta dai nostri lettori perché promotrice di molte iniziative a tutela del patrimonio culturale della provincia di Caserta, benché parlamentare non casertana ed a scorno di quelli nostri, piuttosto assenti su questi come su altri temi del territorio. Attendiamo, dunque, le decisioni sindacali che saranno prese domani.

                                                                                                                                                      La nota di convocazione sindacale