REGIONALI. Zannini andrà in minoranza. Potrà fare per imprenditori e sindaci quello che ha fatto negli ultimi anni? E su Antonio Luserta…
9 Ottobre 2025 - 19:45

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Lo spunto per questo articolo ce lo dà una cena svoltasi l’altra sera presso il ristorante Locanda Battisti di Caserta, in cui l’imprenditore delle cave si è voluto ancora far vedere con il consigliere regionale
CASERTA (g.g.) – Per favore, non sbuffate se apriamo alcuni articoli con delle premesse. È colpa di voi casertani se qui bisogna specificare quello ciò che altrove è assolutamente logico e scontato, a partire dalla divisione netta che c’è tra i rapporti personali e le posizioni politiche che tra due individui che si stimano possono essere totalmente difformi, senza che questo costituisca un dramma capace di minare il citato rapporto personale.
E allora sono costretto ancora una volta a chiarire che intrattengo con Antonio Luserta rapporti di assoluta cordialità fondati sulla stima e il rispetto reciproci. Chi non lo ama lo addita come cavaiolo, utilizzando il retroterra che per alcuni diventa retrogusto e non il significato letterale di questa parola. Insomma, cavaiolo per dire rozzo, spregiudicato, grossolano, arricchito e non ricco.
Uno, cioè io, che, a ragione o a torto, ha ritenuto di attaccarlo con durezza in passato sempre per questioni inerenti al rapporto che da imprenditore ha avuto con il settore pubblico, senza che questo abbia mai rotto il rapporto personale, cari casertani, vi informa che Antonio Luserta non è né rozzo, né spregiudicato, né grossolano. È un uomo dotato di una bella intelligenza e soprattutto di una sensibilità che diventa spesso la sua croce perché va in corto circuito con quello che il suo pingue portafoglio gli consente, ossia una quantità di beni materiali sui quali lui si catapulta come atto di debolezza più che di forza.
Insomma, Antonio Luserta è una persona che non mi ha mai annoiato e con cui mi piace parlare. La scelta che ha fatto di attaccarsi come il Vinavil a Giovanni Zannini non l’ho assolutamente condivisa, gliel’ho detto e poi amici come prima. Zannini è stato abile nel riconoscergli quello che nessuna carta oro ti può dare, ossia la legittimazione della sua intelligenza e la nomina a stratega ufficiale di ogni sua mossa. Tanti altri politici hanno trattato Antonio Luserta con sufficienza, Zannini no, perché ha capito che Luserta è un generoso e ti dà tutto se lo legittimi come condottiero di una causa.
All’amico Luserta ho consigliato di essere prudente in questi giorni e in queste settimane. Ma è più forte di lui e lo capisco. Sentirsi centrale, influente, baricentrico, infatti, è una gratificazione morale che dà benificio alla quella sensibilità di cui scrivevo prima e che, in realtà, questa persona porta dentro, dandogli un valore superiore al pingue portafoglio di cui sopra.
Ma questo, sempre a mio avviso naturalmente, lo sta danneggiando e lo danneggerà. Comunque, a dirla come la dicevano i romani, homo faber.., fine della dovuta premessa, di cui, come detto, sono colpevoli i casertani e non CasertaCe che è costretta a formularla ogni volta.
LA CENA ALLA LOCANDA BATTISTI
Veniamo alla stretta attualità. L’altra sera Luserta ci ha tenuto a farsi vedere riattaccato col Vinavil a Zannini, perché andare a cena alla ex La Leccese, ora nota come Locanda Battisti, insomma dal grande Maurizio Cosma, significa voler mangiare bene, ma anche farsi vedere. Oltre a lui e Zannini, c’erano l’altro imprenditore Cosimo Cristillo e il polsino della camicia di Zannini, vale a dire Giovanni Innocenti, che il mondragonese ha messo sulla poltrona di presidente del Consiglio comunale di Aversa. Il tavolo era completato dall’ex vicesindaco di Caserta, Emiliano Casale, e dall’avvocato marcianisano Peppe Foglia.
La composizione del tavolo della Locanda Battisti stimola una breve riflessione. Domanda: ma gli imprenditori casertani, anzi la pletora degli imprenditori soprattutto made a Casal di Principe, San Marcellino e dintorni, che si sono agganciati a Zannini in questi anni al grido di do ut des, si sono messi con lui, lo hanno votato e sostenuto in questi anni perché se ne sono innamorati fisicamente o perché Zannini, uomo praticissimo, che tutto fa nella sua vita eccetto che andare per il sottile ad ogni livello, gli ha risolto problemi, gli ha regalato, diciamo così, del bene, tanto ma proprio tanto bene, grazie alla sua posizione di consigliere di maggioranza, di pupillo di De Luca, che lo ha reso potente?
Chiaramente, gli imprenditori sono stati con lui per il secondo motivo. E i sindaci, gli assessori, i consiglieri comunali che a frotte sono accorsi sotto alla sua casa di Mondragone, ci sono andati perché hanno individuato in Zannini il nuovo Cavour, il nuovo De Gasperi o perché, parimenti agli imprenditori, e spesso facendo tutt’uno con questi, hanno visto in Zannini uno in grado di entrare e uscire a piacimento dalla stanza di De Luca, cioè da dove, dal piccolo al grande, passando per il medio, tutto si è mosso e ogni cosa si è determinata?
Zannini tornerà, con ogni probabilità, alla Regione da consigliere di minoranza. Dirà a tutti che lui le mani in pasta continua e continuerà ad averle, ma è chiaro che chi sarà in maggioranza per davvero, marcherà a vista, proprio perché lo conosce, ogni ingresso degli uffici regionali che contano.
Gli imprenditori e i sindaci casertani sono gente molto pratica e queste cose le sanno bene. Ed è per questo che molti di loro stanno provando a trovare nuovi interlocutori nelle liste di centrosinistra e, dal loro punto di vista, male non fanno.