S.MARIA C.V. “Che notte, sabato notte”: pestaggi e spedizioni punitive in zona movida. Un ulteriore ragionamento sul sindaco Mirra che non funziona

26 Maggio 2020 - 10:42

Abbiamo raccolto in queste ore diverse testimonianze di persone presenti e di residenti che dai balconi e dalle finestre hanno visto veramente di tutto e di più

 

SANTA MARIA CAPUA VETERE – Ritorniamo, a distanza di qualche giorno, sugli avvenimenti incresciosi, che si sono sviluppati nella zona dell’Anfiteatro di Santa Maria Capua Vetere nella serata e nella nottata tra sabato e domenica. Prima di fornire qualche informazione in più sulle cose accadute, ribadiamo il concetto principale che ha ispirato anche il nostro primo articolo (CLIKKA QUI PER LEGGERE): movida degli assembramenti e anche dei disordini, delle risse, ha contraddistinto molti dei luoghi dell’Italia ritualmente utilizzati per i ritrovi giovanili dei fine settimana, per cui quella di Santa Maria Capua Vetere non è sfuggita a questo fenomeno generale, di cui molto si sta discutendo in queste ore giorni a livello nazionale. Utilizzare il comodo proverbio del mal comune e del mezzo gaudio rappresenta una considerazione pigra e sicuramente insufficiente, rispetto alla specificità del fatto sammaritano.

Per due motivi. Il primo: a Napoli, a Perugia, a Brescia eccetera non si è registrata, a differenza di ciò che è capitato a Santa Maria Capua Vetere, l’assenza delle forze dell’ordine e della polizia locale e comunale in particolare, ma si è dovuto constatare, purtroppo, che, di fronte a vere e proprie maree umane di ragazzi, il personale deputato al controllo sul rispetto delle norme anti covid, è risultato ampiamente insufficiente, quand’anche presente con diverse e proprie unità operative. Non è un caso che in queste ore si stia discutendo e anche polemizzando su questi 60mila volontari della Protezione civile che il governo, o meglio il ministro Boccia, vorrebbe catapultare nelle strade come deterrente anti assembramento, già a partire dal prossimo fine settimana, esponendoli, a nostro avviso, a rischi importanti dato che non si tratterebbe di personale addestrato al mantenimento dell’ordine pubblico e dunque, soprattutto a partire dalla mezzanotte, ad etilometro già sostanzialmente colmo, qualcuno di questi controllori, magari lontano da un’auto della polizia o dei carabinieri che può allertare, rischia seriamente di essere malmenato dai bad boys che certo non mancano e che fanno parte della vita, caro De Luca, non di una specificità cafonal che abiterebbe solo in Campania o particolarmente in Campania, nella visione arcaica e conservatrice che lei, governatore, interpreta in pieno pur affermando di essere un progressista, non avendo, al contrario, alcuno dei tratti tipici della cultura illuminista e appunto progressista che, badi bene, non è permissiva, propugnatrice di anarchia, ma arriva sempre alle sue conclusioni alla fine di un ragionamento o di un’argomentazione autenticamente pensosi e non attraverso l’uso estremo dell’arma dello sputa sentenze.

A Santa Maria Capua Vetere invece, sabato sera, la polizia è arrivata perchè i vigili urbani non c’erano. Ed è arrivata solo quando è stato possibile mandarla, perchè si dà il caso che sul pianeta Terra non campeggia un mega striscione con su scritto “Chiuso per Covid“, dato che ci sono, anche se ormai in pochi sembrano ricordarlo, le altre malattie, ad esempio il cancro, l’aids, perchè no, le coliti, il meteorismo e purtroppo ci sono anche tanti malviventi che fanno del male alla gente e che poliziotti e carabinieri devono acchiappare, senza sprecare uomini e mezzi per misurare al centimetro la distanza tra un cicchetto e l’altro.

Non c’erano i vigili urbani a Santa Maria Capua Vetere. Mancava completamente, dunque, a differenza di ciò che è successo a Napoli, Perugia e Brescia l’unica risposta seria e percorribile che questo Paese può dare al problema del controllo degli assembramenti. Nella zona dell’Anfiteatro, non è che ce ne fosse uno, magari passato lì per caso. Non ce n’era alcuno. E allora, con chi ce la dobbiamo prendere? A noi, il sindaco Antonio Mirra non è antipatico, tutt’altro, pardon, l’avvocato Antonio Mirra, a noi non è antipatico. Ma il sindaco è un’altra cosa ed un osservatore serio come un cittadino serio non possono farsi condizionare nel giudizio dalla categoria della simpatia a cui si oppone quella dell’antipatia. Ma è quella fascia tricolore che noi siamo chiamati a valutare e perchè no anche a controllare, svolgendo la funzione di cittadini attivi, al di la della fisiognomica di chi la indossa. 

Per cui se lì non c’erano i vigili urbani, mica ci si può mettere a filosofeggiare e a maneggiare il pennellino delle sfumature per cogliere la responsabilità di quel funzionario, di quel dirigente, del comandante dei vigili urbani eccetera. La figura del sindaco (ma guardate un pò se ogni volta dobbiamo ribadire ‘ste cazzate che in un paese civile sono assorbite dai bambini già in quinta elementare) racchiude in sè e le sintetizza tutte le responsabilità e tutte le funzioni pubbliche che convergono nel disegno di un’unica potestà che lui rappresenta non a caso con la manifestazione visiva di quella fascia tricolore.

Il secondo motivo elabora il primo. Mentre a Napoli c’erano da controllare chilometri e chilometri di lungomare, mentre a Milano per esempio il dominio totale sui Navigli necessita di un uso molto alto di uomini e di mezzi, mentre a Perugia dove si sono verificati i casi più gravi, con risse e disordini, esiste una complessità nel disegno della città che tanti di noi hanno visitato e molti hanno scoperto in occasione delle furbissime rassegne di Eurochocolate, a Santa Maria Capua Vetere si trattava di tenere sotto controllo uno spazio, sì ampio, ma circoscritto che già con due occhi buoni poteva essere  monitorato. Bastava mettere un paio di auto con i lampeggianti, 3 o 4 vigili urbani a camminare, semmai scegliendoli tra quelli più presentabili e autorevoli, e tutto quel casino non si sarebbe verificato.

Invece, stando alle ulteriori testimonianze da noi raccolte nelle ultime ore, oltre agli assembramenti si sarebbero addirittura verificati dei veri e propri pestaggi con “branchi” di picchiatori, pronti ad aggredire una o due persone per volta, isolate dai gruppi, in puro stile commando ultrà quando negli anni 80 e 90, proprio questo succedeva attorno agli stadi.

Vogliamo sperare che la lezione di questo sabato sia servita. Ogni sindaco produce la decisione che ritiene più logica, più opportuna. C’è qualcuno che addirittura ha proclamato una sorta di coprifuoco e questa impostazione, pur comprensibile, non ci trova d’accordo, in linea di principio, perchè il coprifuoco attesta la vittoria dei cattivi, dei delinquenti sul 90% della gente seria che, condividendole o non condividendole, rispetta le leggi e che da questo coprifuoco è ingiustamente punita. C’è chi, come il sindaco di Napoli De Magistris, ha prodotto una decisione interessante, in totale difformità rispetto a quella di De Luca che ordinando la chiusura di bar e baretti della Campania alle 23, ha trasformato in adunata oceanica il normale ritrovo di tanti ragazzi da Mergellina in giù. A Napoli, sabato prossimo, i locali rimarranno aperti anche nelle prime ore della notte. Ciò non azzererà gli assembramenti, ma li frammenterà e, frammentandoli, frammenterà anche il rischio di contagio. Ergo: De Magistris è più intelligente e preparato di De Luca. E non ne facciamo una questione politica, dato che De Magistris è uno di sinistra, ma proprio di sinistra sinistra. Ma noi questo qua lo sapevamo già.

A Santa Maria Capua Vetere occorreranno due auto e 4 vigili urbani che non se la fanno addosso. Vedrete che di fronte al personale che attraverso l’arma da fuoco che reca con sè, dà l’idea di uno Stato che possiede una gamma molto larga di possibilità, anche quella estrema dell’uso della forza, tutte finalizzate al rispetto della legge, nulla capiterà o capiteranno cose molto meno inquietanti rispetto a ciò che si è consumato nella notte tra sabato e domenica.