STELLETTE & MAZZETTE, ATTO II. Obbligo di dimora per l’imprenditore Giovanni Verazzo: truccata gara da quasi 450 mila euro
26 Aprile 2023 - 20:10
GRAZZANISE (g.g.) – Tenendo fede all’impegno preso ieri sera (CLICCA E LEGGI), al momento della pubblicazione del primo articolo di approfondimento dell’ordinanza, firmata da un gip del tribunale di Velletri, su richiesta della locale procura, completiamo l’illustrazione di sintesi dei capi di imputazione provvisoria che coinvolgono il personaggio clou dell’indagine: il presunto mazzettaro dell’Aeronautica, al secolo Alfonso Iazzetta, grado tenente colonnello.
Ieri ci siamo soffermati su alcuni episodi di corruzione e su una contestazione di turbativa d’asta, relativi a lavori, affidamenti, appalti, riguardanti interventi ed opere realizzate nell’aeroporto militare di Grazzanise.
Oggi, invece, completiamo questo racconto, sui capi d’imputazione successivi, ovvero nove, dieci e undici.
L’episodio più importante coinvolge un nome notissimo dell’imprenditoria casertana ed è contenuto proprio nel capo nove che analizziamo ora e che è, poi, il motivo per cui è stato un provvedimento cautelare di obbligo di firma per Giovanni Verazzo, figlio del defunto e conosciutissimo imprenditore Tommaso Verazzo, padre
Tommaso Verazzo ha fatto parte di una famiglia imprenditoriale che ha mosso i suoi passi nella natìa Casal di Principe, salvo poi trasferirsi a Capua.
La sua presenza attiva nel sistema degli appalti militari, ma anche in quelli sviluppati nella cosiddetta Piana dei Mazzoni, ovvero Grazzanise, Cancello ed Arnone e la stessa Capua, è impressa in tanti atti deliberativi e determine dirigenziali, ma anche, in qualche circostanza, in atti di indagine dell’autorità giudiziaria, a partire dalla Dda.
Dunque, non stupisce affatto che l’erede di Tommaso Verazzo, ovvero Giovanni, intrattenesse rapporti cordiali, ma proprio molto cordiali, del dominus di ogni affidamento, di ogni gara (gara si fa per dire) relativa all’aeroporto di Grazzanise.
Ed è dunque solo una conseguenza di tutto ciò, quello che è scritto nel capo nove, con il quale il tenente colonnello Iazzetta, l’unico arrestato in carcere in questa ordinanza, viene indagato insieme a Giovanni Verazzo e al già noto Alessandro Porcaro, sottotenente responsabile dell’Ufficio Indagini dell’80 Gruppo Genio Campale del 20 Reparto Genio Aeronautica Militare, sempre indagato anche nel capo di imputazione numero otto per un’altra presunta turbativa d’asta messa in piedi anche con l’ausilio di messaggini WhatsApp assieme allo Iazzetta e all’imprenditore di Casaluce Aldo Fibrino.
A dirla tutta, dovrebbe essere un cartongesso laminato in oro, se è vero come è vero che la gara truccata riguarderebbe una fornitura in opera di parete prefabbricata di questo materiale dal valore iniziale di 444 mila euro come base d’asta.
Una cifra che non emerge dal capo di imputazione, ma dalla nostra decisione di operare a campione, controllando direttamente l’esplicazione del cosiddetto CIG, che sta per codice identificativo di gara.
Come nel caso di Fibrino, secondo l’accusa, anche Verazzo concordava con Iazzetta e Porcaro le modalità della gara, con tanto di intervento di quelle che noi definiamo le imprese-comparsa, ascrivibili direttamente a chi quella gara se la deve aggiudicare in base ad un accordo corruttivo a monte o, indirettamente, quindi ditte autonome con cui la società prescelta a monte si scambia dei favori, magari a buon rendere in un’altra gara non relativa esattamente all’aeroporto di Grazzanise, con Verazzo che ipoteticamente regge il gioco e mantiene il sipario.
Lo schema: dodici imprese invitate, di cui ne rispondono in due: la Prefabbricati D.L., che presenta un ribasso del 6,05%, mentre (questa rappresentazione teatrale prevede anche che agli occhi dell’Aeronautica lo Iazzetta debba fare anche bella figura) l’imprenditore di Casale, trapiantato a Capua, presenta un ribasso del 33% con la Tommaso Verazzo Costruzioni.
Attenzione, non del 7%, che nella testa di Iazzetta e Verazzo forse dava troppo nell’occhio, ma una cifra quasi cinque volte superiore, ovvero 33,75%.