TEVEROLA. Ja, Di Matteo fai il serio: per le mozioni di sfiducia occorrono i due quinti, lì da voi 7 firme. Continua a fare l’opposizione come hai fatto all’inizio
1 Aprile 2025 - 15:00

Un breve mio intervento per cercare di dare un minimo di senso ad un Comune tragicomico, ancora denso di infiltrazioni camorristiche ma anche di autentici numeri da circo equestre. L’altra minoranza, quella di Fattore, ha fatto intervenire un suo supporter e…
TEVEROLA (gia.gua.) – Non si capisce quale sia stato il motivo per il quale Dario Di Matteo ha presentato una mozione di sfiducia al sindaco Gennaro Caserta meramente simbolica.
Un fatto politico, fine a se stesso, dato che per presentare una mozione di sfiducia come recita chiaramente l’art. 53 del Tuel occorrono le firme dei due quinti dei consiglieri comunali in carica. E d’altronde la cosa ha anche senso, perché i due quinti costituiscono una cifra vicina a quei due quinti e mezzo più uno, quota dei consiglieri comunali, i quali votando favorevolmente la mozione di sfiducia, oppure recandosi dal notaio, possono mettere fine alla consiliatura e all’amministrazione di un sindaco e della sua Giunta.
In poche parole, il legislatore, considerando la mozione di sfiducia un fatto molto serio, stabilisce che la sua discussione è legata alla raccolta di un numero di firme contiguo alla maggioranza, più un capello della stessa. Nel caso di Teverola, i due quinti sono 6,8 consiglieri comunali e, per canone convenzionale previsto per altro dalla legge, è il numero che si arrotonda per eccesso. Quindi, ci vogliono 7 firme. E il numero sette è vicinissimo al numero 9 che, sempre a Teverola e in tutti i Comuni che hanno 16 consiglieri comunali più il sindaco 17 costituisce cifra che, ripetiamo, nello studio di un notaio o di un’aula consiliare rappresenta il de profundis di una consiliatura.
Di Matteo e il suo gruppo Teverola in Testa formato da soli tre consiglieri, ha voluto probabilmente sviluppare un atto testimoniale. Però francamente, quello che non si è capito, è perché Di Matteo non ha detto sin dal primo momento – pur conoscendo la legge e il dettato del Tuel che viene assorbito all’interno del regolamento del consiglio comunale – di aver voluto ugualmente presentare la mozione affinché, magari fuori dal consiglio comunale, se ne discutesse mettendo al centro del dibattito la legittimità politica di Gennaro Caserta e della sua maggioranza a configurarsi come governo della cittadina alle porte di Aversa.
Non l’ha fatto e ad un certo punto è sembrato che puntasse sull’ignoranza catastrofica del primo cittadino e anche del suo segretario comunale. Della presidente del consiglio non ne parliamo proprio, tanto già sappiamo. Qualcuno doveva pur esserci in queste ore a tirare fuori la questione.
In un posto in cui la politica è la schifezza che è, perché ognuno di questi qua ha qualcosa che può dire e tante cose che al contrario non può dire, è uscito fuori, aggiungiamo noi con ironia, provvidenzialmente, magari sagacemente imbeccato, un sostenitore della lista Teverola Sostenibile che francamente, da quando ce ne occupiamo in maniera stabile, sta Teverola non si regge e non si sostiene proprio.
Questo supporter di Alfonso Fattore – quest’ultimo che fa un po’ pappagallino nella sua idea di fare lo stratega del suo comandante in capo Stefano Graziano – è uscito allo scoperto sul social Facebook. E ha scoperto l’acqua calda: la mozione di sfiducia presentata dal gruppo Teverola in Testa non ha alcun significato legale, in quanto occorrono 7 firme.
In realtà, Di Matteo e anche Fattore, non hanno due firme a disposizione della maggioranza. Cioè quelle di due consiglieri che stufi di Gennaro Caserta vogliono spedire lui e anche loro stessi a casa. Perché se ce l’avessero, anche Fattore probabilmente avrebbe firmato insieme alla sua collega Giusy Caputo.
Barzelletta finita. Francamente Di Matteo potrebbe utilizzare le proprie forze per continuare a svolgere un’attività di opposizione dura così come ha fatto nei primissimi mesi di questa consiliatura, e come sta facendo un po’ di meno negli ultimi tempi. Amen.