TUTTI I NOMI. L’arresto di Antonio Schiavone, fratello di Sandokan. Le vendite segrete dei terreni e il summit nello studio di un avvocato
1 Settembre 2025 - 19:43

Ecco i motivi per i quali il pubblico ministero della DDA, Belluccio, contesta ai tre indagati arrestati e ad un quarto indagato a piede libero i reati di riciclaggio e utilizzo di denaro illecito, con aggravante mafiosa. Per il quinto, invece, l’accusa è favoreggiamento
CASAL DI PRINCIPE (g.g.) – Il sentiero è quello tracciato dall’ordinanza che ha portato nel mese di luglio all’arresto di Ivanhoe Schiavone, ultimogenito di Francesco Schiavone Sandokan. Quel sentiero ha portato stamattina all’emissione di un provvedimento speculare nei confronti di Antonio Schiavone, il fratello maschio più giovane della famiglia del superboss, ovvero colui che ha sempre avuto una posizione tale da rendere esente da provvedimenti giudiziari molto duri, realmente coercitivi e limitativi della libertà personale.
Tutta la vicenda riguardante Ivanhoe Schiavone era relativa un terreno molto ampio situato in località Starzalunga, in quel di Grazzanise, prospiciente allo storico allevamento di bufale di Nicola Schiavone senior, padre di Sandokan, Valter detto Scarface e, per l’appunto, di Antonio Schiavone.
In quel caso lo schema fu il seguente: Sandokan aveva acquistato il terreno da Corvino, lasciando però la proprietà formale a quest’ultimo. Un metodo pressoché infallibile per rendere complicate se non impossibili per il tempo per nascondere i reati di intestazione fittizia e riciclaggio, in quanto i soldi che giravano erano in contanti e non si entrava negli studi notarili per compiere atti di compravendita.
Quell’intesa tra Francesco Schiavone e Corvino si è poi sviluppata nel tempo futuro tra gli eredi del boss del clan dei Casalesi e di quelli del proprietario formale del terreno, ossia tra Ivanhoe Schiavone e Pasquale Corvino.
Nel caso odierno, il terreno è diverso ma la sceneggiatura è simile. Si trova sempre nel cuore della Piana dei Mazzoni, a pochi metri dall’azienda di bufale poi sequestrata e confiscata, ma le particelle sono differenti. Così come i protagonisti.
Un terreno che al tempo era di proprietà di Armando
Identico anche il passaggio successivo: quel terreno rimase formalmente tra le proprietà di Armando De Angelis, pur essendo nella piena disponibilità di Francesco Schiavone Sandokan. E d’altronde è difficile ritenere che una persona potesse mettere in discussione un negozio non giuridico, ma camorristico, visto e considerato che, al tempo, quando Sandokan si arrabbiava, non è che fosse poi molto facile conservarsi in vita.
Un po’ più articolata è stata la vicenda successiva all’acquisto dell’appezzamento di contrada Starzalunga. Come nel caso della vendita Sandokan-Corvino, le questioni inerenti al terreno sono diventate oggetto delle azioni degli eredi. Questo vale per il deceduto Armando De Angelis, ma vale anche per Sandokan che, con tutti gli ergastoli che ha e il tentativo fallito di diventare collaboratore di giustizia, difficilmente tornerà in libertà.
E allora al centro della scena si impongono Antonio Schiavone, fratello del boss, e Amedeo De Angelis, figlio di Armando. Il secondo firma gli atti, il primo dà gli ordini, confermando in questo modo lo schema della vendita nascosta.
Dal 1 gennaio 2018 al 31 dicembre 2019, ovvero per due anni, tutti i terreni venivano dati in locazione a Francesco Paolella, oggi 72enne di San Cipriano d’Aversa, per 6.300 euro complessivi. Il fitto successivo non ha riguardato l’intero terreno, perché solo una particella dell’appezzamento, dal 20 luglio 2020 al 19 luglio 2021, è stata data in locazione di Francesco Schiavone.
E qui entra in campo un altro congiunto di rilievo della famiglia di Sandokan perché il Francesco in questione è il figlio di Valter Schiavone, dunque nipote sia di Francesco Sandokan che di Antonio, essendo fratello dei due. Il giovane Schiavone per questo fitto pagherà 900 euro.
A Paolella viene di nuovo fittato l’intero terreno sempre per la stessa cifra – 6.300 euro – dal 1 gennaio 2022 al 31 dicembre 2023. E qui succede una cosa particolare. Con il contratto di fitto stipulato con Paolella ancora in corso, Antonio Schiavone e Amedeo De Angelis, al prezzo di 700 euro, fittano l’intero terreno al nipote Francesco Schiavone, con prezzo di favore, da settembre 2022 o da settembre 2023. Paolella non si oppone. Non si capisce se perché è d’accordo o perché preferisca abbozzare.
Alla fine questo terreno sarà venduto e l’atto verrà ufficializzato il 27 febbraio 2025. Antonio Schiavone e Amedeo De Angelis, servendosi della mediazione di Giovanni Paolella, 34enne, riteniamo figlio dell’altro Paolella, hanno venduto il terreno agricolo con annesso rudere proprio allo stesso Francesco Paolella per il prezzo di 110.000 euro. Le investigazioni hanno accertato che il valore fiscale dell’immobile era stato determinato in 180.000 euro.
Di cui, la contestazione dei reati di riciclaggio, di impiego di danaro di provenienza illecita, ai sensi degli articoli 648 bis e ter del codice penale, ovviamente compiuti in concorso (articolo 110) da Antonio Schiavone, Amedeo De Angelis, Francesco e Giovanni Paolella. Il tutto aggravato dall’aver favorito gli interessi del clan dei Casalesi, con tanto di contestazione dell’articolo 416 bis, comma uno.
Il secondo ed ultimo capo di imputazione provvisorio riguarda il 54enne Emilio Graziano, nato a Capua. Questi, secondo la DDA di Napoli, avrebbe compiuto il reato di favoreggiamento personale, ai sensi dell’articolo 378 del codice penale, con l’aggravamento del già citato 416 bis, comma uno.
Nel capo d’imputazione provvisorio si racconta che Graziano avrebbe aiutato Antonio Schiavone, Amedeo De Angelis e Francesco Paolella ad eludere le investigazioni, mediando con un ruolo di collegamento finalizzato ad evitare che i due proprietari, De Angelis e Schiavone, accompagnando il primo presso lo studio dell’avvocato difensore nominato da Paolella. Qui sarebbe avvenuto l’incontro con Schavione, dove i due hanno potuto scambiarsi informazioni e coordinare una strategia difensiva comune, finalizzate a ostacolare le indagini sulla gestione illecita dei terreni.
Di qui la decisione del gip del tribunale di Napoli di spedire in carcere Antonio Schiavone e decidere per gli arresti domiciliari relativamente a Francesco Paolella e Amedeo De Angelis. Mentre per il secondo Paolella, Giovanni, ed Emilio Graziano, non ci sarebbero misure restrittive, ma risulterebbero indagati a piede libero.